Risultati FY2022
I risultati di una strategia multibusiness e la creazione di valore di lungo periodo, per rispondere oggi alle sfide di domani
Questo servizio è disponibile nel tuo comune?
Seleziona il tuo comune per scoprire se i servizi ambientali sono disponibili in zona.
Scopri i servizi nel tuo comune
Cerca il tuo comune e selezionalo dall'elenco per scoprire quali sono i servizi del Gruppo disponibili nella tua zona
Bilancio navigabile Y2022
Risultati FY2022
I risultati di una strategia multibusiness e la creazione di valore di lungo periodo, per rispondere oggi alle sfide di domani
"L’esercizio 2022 si è chiuso positivamente, con risultati superiori alle attese e in piena coerenza con i trimestri precedenti. Dopo il 2021, questa è una delle migliori crescite registrate in oltre venti anni dal Gruppo Hera, maggiormente apprezzabile alla luce del contesto esterno in cui è stata realizzata."
"I positivi risultati raggiunti ci consentono di affrontare con fiducia il futuro, continuando a investire per crescere e aumentare la resilienza e la digitalizzazione delle nostre infrastrutture."
L’esercizio 2022 si è chiuso positivamente, con risultati superiori alle attese e in piena coerenza con i trimestri precedenti. Dopo il 2021, questa è una delle migliori crescite registrate in oltre venti anni dal Gruppo Hera, maggiormente apprezzabile alla luce del contesto esterno in cui è stata realizzata.
Forti del nostro consolidato modello di business e grazie alle politiche improntate all’avversione al rischio, abbiamo riconfermato ancora una volta il nostro impegno per la creazione di valore per l’azienda e per tutti i nostri stakeholder.
Anche la proposta di aumentare il dividendo a 12,5 centesimi per azione, in linea con quanto annunciato in sede di presentazione del Piano industriale al 2026, va in questa direzione.
Se da un lato abbiamo continuato ad investire per fronteggiare la crisi energetica e per mantenere tutti i nostri asset resilienti e performanti, al fine di garantire l’esecuzione dei nostri piani strategici e la qualità di tutti i servizi gestiti, dall’altro abbiamo proseguito anche lo sviluppo aziendale per linee esterne, con operazioni di M&A nei settori energy e ambiente, con l’obiettivo di consolidare la nostra posizione nei mercati di riferimento e migliorare ulteriormente competitività ed efficienza delle soluzioni proposte ai nostri clienti.
Tomaso Tommasi di Vignano
Presidente Esecutivo
I positivi risultati raggiunti ci consentono di affrontare con fiducia il futuro, continuando a investire per crescere e aumentare la resilienza e la digitalizzazione delle nostre infrastrutture.
L’efficiente gestione finanziaria, unita alla generazione dei flussi di cassa, ha permesso di chiudere l’esercizio 2022 con un rapporto indebitamento netto/MOL pari al 3,28x che, se escludiamo gli investimenti per lo stoccaggio gas ormai in fase di rientro, scende al di sotto del 3x, in linea con la storica politica prudenziale della multiutility.
Il MOL a valore condiviso è salito a 670 milioni, il 51,8% del totale, con una crescita superiore a quella del MOL complessivo, che dimostra come progressivamente stiamo rendendo sempre più sostenibili le nostre attività.
Il 2022 è stato anche un anno record per gli investimenti, oltre 700 milioni di euro, di cui il 62% messi in campo per perseguire la neutralità carbonica, favorire l’economia circolare, abilitare la resilienza e innovare.
Vanno in questa direzione anche alcune iniziative innovative nell’ambito delle rinnovabili: ad esempio, nel 2022 abbiamo ampliato la capacità produttiva di biometano di circa il 50%, con la realizzazione di un secondo impianto, e siamo stati i primi in Italia a immettere un blending idrogeno-gas naturale nella rete domestica cittadina. Grazie anche a quest’ultima operazione le nostre reti di distribuzione gas diventano così allineate ai fini della Tassonomia europea.
Orazio Iacono
Amministratore Delegato
mln/€ | 2021 | |
---|---|---|
Ricavi | 10.555,3 | |
MOL | 1.219,4 | |
Utile netto | 369,5 | |
Investimenti | 570,3 | |
Pfn/Mol | 2,67 |
mln/€ | 2022 | |
---|---|---|
Ricavi | 20.082,0 | + |
MOL | 1.295,0 | + |
Utile netto | 372,3 | + |
Investimenti | 688,7 | + |
Pfn/Mol | 3,28 |
Consensus | Risultati Hera | Δ % | |
---|---|---|---|
Ebitda (mln €) | 1.284,5 | 1.295,0 | +0,8% |
Ebit (mln €) | 644,2 | 627,9 | (2,5%) |
Net profit post min. (mln €) | 332,7 | 322,2 | (3,1%) |
Net Financial Position (mln €) | 4.264,5 | 4.249,8 | (0,3%) |
Preview | Post Risultati | ||||
---|---|---|---|---|---|
Analista | Broker | Rating | Target Price (€) | Rating | Target Price (€) |
Francesco Sala | Banca Akros | Buy | 3,20 | Buy | 3,20 |
Davide Candela | Banca Intesa Sanpaolo | Buy | 3,40 | Buy | 3,40 |
Dario Michi | BNP Paribas Exane | Buy | 3,30 | Buy | 3,30 |
Roberto Letizia | Equita SIM | Hold | 3,30 | Hold | 3,30 |
Federico Pezzetti | Intermonte | Neutral | 3,00 | Neutral | 3,00 |
Emanuele Oggioni | Kepler Cheuvreux | Hold | 2,90 | Buy | 3,00 |
Javier Suarez | Mediobanca | Outperform | 3,60 | Outperform | 3,60 |
Media | 3,24 | Media | 3,26 |
Broker | Commento degli analisti ai risultati finanziari |
---|---|
Banca Akros | "I risultati della società nel 2022 hanno mostrato resilienza in uno scenario energetico sfidante e con volatilità nei prezzi del gas e dell'energia elettrica. Confermiamo raccomandazione e target" |
Intesa Sanpaolo | "I risultati del 2022 di Hera sono sostanzialmente in linea con le nostre aspettative e con quelle del consensus di Bloomberg, senza grosse sorprese, anche perché a febbraio la società aveva comunicato i dati preliminari in occasione della presentazione del Piano Industriale al 2026. Riteniamo che in questo momento il trend di riduzione della leva finanziaria sia il principale driver per il titolo. Infatti, ci aspettiamo che la riduzione delle scorte di gas, che influirà positivamente sui dati del debito netto, sia evidente nei risultati del 1Q 2023. Considerato il calo dei prezzi dell'energia, ci aspettiamo anche un minor numero di negatives. Confermiamo la nostra visione positiva sul titolo. " |
BNP Paribas Exane | "I risultati del 4Q 2022 sono in linea con i dati preliminari presentati a inizio febbraio in occasione della presentazione del nuovo piano industriale: EBITDA + 23% anno su anno, EBIT +36%, Utile netto +315%. La PFN ha raggiunto i 4,25 mld€, con un rapporto Debt/EBITDA a 3,28x (2,9x se si esclude l'impatto dei costi di magazzino gas per circa 504 m€). L’outlook per il 2023 è positivo, considerando che Hera dovrebbe trarre vantaggio dalle operazioni di M&A effettuate nel settore dei rifiuti e che la normalizzazione dei prezzi dell'energia, unita alla rinegoziazione dei contratti in scadenza, dovrebbe garantire alla società un ulteriore upside anno su anno. Manteniamo il nostro range di valutazione di 3,10€/3,50€, basato su metodologia DCF e peer-multiple." |
Equita Sim | "Con i preliminari già comunicati in sede di presentazione del piano industriale, Ebitda, Debito e Dps, sono sostanzialmente in linea con le attese. Leggermente inferiore l’utile per maggiori D&A e oneri finanziari. Riduciamo le stime di Utile 2023 del -3% circa per contabilizzare le maggiori D&A del 2022 e l’attesa di maggiori oneri finanziari. Confermiamo la view neutrale." |
Intermonte | "I risultati del 4Q22 sono sostanzialmente in linea con le nostre stime dato che l'EBITDA e l'indebitamento netto preliminari erano già stati comunicati all'inizio di febbraio. Hera è riuscita a chiudere l'esercizio 2022 con numeri solidi nonostante l'eccezionale volatilità del mercato energetico (il Presidente Tommasi ha definito il 2022 "l'anno più impegnativo del suo mandato"), a conferma della capacità del Gruppo di destreggiarsi anche nel più complesso dei contesti. La valutazione di Hera è sempre più interessante (il titolo viene scambiato a 5,9x EV/EBITDA 2023E, con un leggero sconto rispetto ai peers, e a un P/E 2023E di 12,1x, ovvero con un leggero premio). Confermiamo la nostra raccomandazione Neutrale, dato che all'interno del settore continuiamo a preferire i player con migliore leva finanziaria nel contesto dei prezzi energy strutturalmente più elevati." |
Kepler Cheuvreux | "Riteniamo che l’outlook della società sia migliorato. Vediamo una buona visibilità per il 2023 e siamo al di sopra del consensus sull'utile netto e sul debito netto. Abbiamo aggiornato il nostro modello SOP, che è rimasto quasi invariato: abbiamo alzato leggermente il target price a 3,00€ (da 2,90€). Dopo una debole performance del titolo, attualmente vediamo un upside di circa il 20%, che ci porta ad alzare il nostro rating da Hold a Buy. Riteniamo HERA una società difensiva dopo la normalizzazione della volatilità dei prezzi dell'energia." |
Mediobanca | "I risultati del 2022 dimostrano la tenuta del modello di business, con un EBITDA sottostante in crescita del +6% e un maggiore contributo del settore supply. Sui risultati ha impattato la contabilizzazione del magazzino gas ma questo effetto dovrebbe essere completamente annullato entro la fine del 1Q 2023. Sottolineiamo che l'aumento dell'indebitamento netto è principalmente legato agli acquisti strategici di gas, con volumi venduti a termine o già coperti. Abbiamo aggiornato il nostro modello per riflettere i risultati FY 22, mantenendo il nostro target price a 3,60€ e il rating invariato. Continuiamo a vedere un’esposizione a trend secolari legati all'adozione di modelli circolari, green e sostenibili nei settori Waste e Acqua. Valutiamo positivamente il titolo, che scambia a circa 7x EV/EBITDA, e ribadiamo il nostro Outperform." |
Con un prezzo ufficiale di 2,529 euro al 31 dicembre, il titolo Hera ha consuntivato un calo del 31,1%, mostrando un andamento tuttavia più resiliente rispetto a quello del settore di riferimento. Il settore delle utility, invece, ha visto una correzione più marcata rispetto a quella del mercato italiano, per la maggiore sensibilità agli effetti del rialzo dei tassi da parte della Banca centrale europea e alle tensioni sui mercati energetici.
Nel corso del 2022, le principali Borse dei Paesi occidentali hanno consuntivato performance negative, a seguito della revisione al ribasso delle prospettive di crescita economica, come conseguenza delle tensioni geopolitiche scaturite con lo scoppio del conflitto in Ucraina. Come anticipato nei paragrafi precedenti, con il conflitto si sono acuite le tensioni sui mercati energetici, particolarmente influenzate dalla riduzione, anche in prospettiva, delle forniture di gas dalla Russia. Le difficoltà di approvvigionamento delle materie prime, con le catene di fornitura che stentano a ricomporsi, persistono inoltre dopo le discontinuità determinate dall’emergenza pandemica. Il combinato disposto del conflitto e degli effetti della pandemia ha quindi innescato una spirale inflattiva che ha portato le banche centrali a rivedere le politiche monetarie espansive, con il termine degli acquisti di asset sul mercato (quantitative easing) e il rialzo dei tassi d’interesse.
In questo contesto, l’indice italiano Ftse All Share è sceso nel periodo di riferimento del 14,1%, mettendo a segno la peggiore performance tra le principali borse europee.
Con un prezzo ufficiale di 2,529 euro al 31 dicembre, il titolo Hera ha consuntivato un calo del 31,1%, mostrando un andamento tuttavia più resiliente rispetto a quello del settore di riferimento. Il settore delle utility, invece, ha visto una correzione più marcata rispetto a quella del mercato italiano, per la maggiore sensibilità agli effetti del rialzo dei tassi da parte della Banca centrale europea e alle tensioni sui mercati energetici.
Il 20 giugno 2022, è stato staccato il ventesimo dividendo di Hera. La cedola, pari a 12 centesimi per azione, è cresciuta del 9% rispetto all’anno precedente, in linea con le indicazioni del piano industriale. Hera conferma così la sua capacità di remunerare gli azionisti grazie alla resilienza del suo portafoglio di attività, che le ha permesso di distribuire dividendi costanti e in crescita sin dalla quotazione.
euro | 2003 | 2004 | 2005 | 2006 | 2007 | 2008 | 2009 | 2010 | 2011 | 2012 | 2013 | 2014 | 2015 | 2016 | 2017 | 2018 | 2019 | 2020 | 2021 | 2022 |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Dps | 0,035 | 0,053 | 0,06 | 0,07 | 0,08 | 0,08 | 0,08 | 0,08 | 0,09 | 0,09 | 0,09 | 0,09 | 0,09 | 0,09 | 0,09 | 0,095 | 0,10 | 0,10 | 0,11 | 0,12 |
L’effetto congiunto di una ininterrotta remunerazione degli azionisti tramite la distribuzione di dividendi e il rialzo del prezzo del titolo accumulato negli anni, ha permesso al total shareholders’ return dalla quotazione di rimanere sempre positivo e di attestarsi, alla fine del periodo di riferimento, a oltre il +234,9%.
Gli analisti finanziari che coprono il titolo (Mediobanca, Exane Bnp Paribas, Intermonte, Intesa Sanpaolo, Kepler Cheuvreux, Equita Sim) esprimono raccomandazioni positive o neutrali, con un target price che continua a evidenziare un potenziale di rivalutazione significativo. Alla fine dell’anno, il consensus target price è pari a 3,60 euro ed evidenzia un potenziale di rialzo del 42,4%.
.
Al 31 dicembre 2022 la compagine sociale mostra l’usuale stabilità ed equilibrio, essendo composta per il 45,8% da 111 soci pubblici dei territori di riferimento riuniti in un patto di sindacato, che è stato rinnovato per ulteriori tre anni con decorrenza dal 1° luglio 2021 al 30 giugno 2024, e per il 54,2% dal flottante. L’azionariato è diffuso tra un numero elevato di azionisti pubblici (111 Comuni, il maggiore dei quali detiene una partecipazione inferiore al 10%) e un numero elevato di azionisti privati istituzionali e retail.
Dal 2006, Hera ha adottato un piano di riacquisto di azioni proprie, rinnovato l’ultima volta dall’Assemblea degli Azionisti del 28 aprile 2022 per un periodo di ulteriori 18 mesi, per un importo massimo complessivo di 240 milioni di euro. Tale piano è finalizzato a finanziare le opportunità d’integrazione di società di piccole dimensioni e a normalizzare eventuali fluttuazioni anomale delle quotazioni rispetto a quelle delle principali società comparabili italiane. Al 31 dicembre 2022, Hera deteneva in portafoglio 38,5 milioni di azioni.
È continuata nel 2022 l’intensa attività di dialogo con gli attori del mercato finanziario. Dopo la presentazione del piano industriale 2021-2025, il Presidente Esecutivo e l’Amministratore Delegato hanno preso parte a un road show con gli investitori delle principali piazze finanziarie per aggiornarli sull’andamento delle attività e sulle prospettive future. Ulteriori occasioni di contatto sono avvenute attraverso la partecipazione alle conferenze di settore organizzate dai broker che coprono il titolo Hera. L’intensità dell’impegno che il Gruppo profonde nel dialogo con gli investitori contribuisce al rafforzamento della sua reputation sui mercati e costituisce un intangible asset a vantaggio del titolo e degli stakeholder di Hera.
Per quanto riguarda le informazioni richieste dall’art. 2428, 3° comma n. 3 e n. 4 del Codice Civile, il numero e il valore nominale delle azioni costituenti il capitale sociale di Hera Spa, il numero e il valore nominale delle azioni proprie in portafoglio al 31 dicembre 2022, nonché per la variazione delle stesse intervenuta nell’esercizio 2022, si rinvia alla nota 25 del paragrafo 3.02.04 e al prospetto delle variazioni del patrimonio netto del paragrafo 3.01.05 del bilancio separato della Capogruppo.
Hera rivolge costante impegno a interpretare i segnali dei contesti in cui opera. Tale impegno è finalizzato a catturare una visione d’insieme del proprio futuro e di quello dei propri stakeholder. Al fine di anticiparne gli sviluppi, di seguito sono rappresentati i principali driver dei fenomeni di cambiamento e la loro inestricabile correlazione; in particolare, sono identificati i macrotrend dei contesti di riferimento, le principali politiche di gestione del Gruppo ovvero la strategia industriale e la correlata sostenibilità (ambientale, tecnologica e relativa al capitale umano).
Macroeconomico e finanziario
Nel 2022 l’economia mondiale ha registrato un rallentamento rispetto al trend di ripresa avviato nel 2021. Secondo quanto riportato dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) la crescita del Pil mondiale si è attestata al 3,4%, rispetto al 6,2% del 2021. Le cause della decelerazione risiedono principalmente nello scoppio del conflitto in Ucraina e nel conseguente aumento a livello globale dell’inflazione, trainata dai prezzi delle commodity energetiche. Inoltre, i lockdown che negli ultimi mesi dell’anno sono stati imposti in Cina hanno ulteriormente frenato la ripresa della supply chain globale.
Il rallentamento rispetto all’anno precedente ha interessato tutte le principali economie globali: la crescita cinese si è ridotta dall’8,4% del 2021 al 3,0% del 2022, mentre l’economia statunitense è passata da un tasso di crescita del 5,9% del 2021 al 2,0% nel 2022.
L’area euro è stata la più colpita dagli effetti della guerra in Ucraina, a causa della vicinanza alla zona del conflitto e della dipendenza dalle forniture di gas provenienti dalla Russia. La forte volatilità dei prezzi delle commodity energetiche ha accelerato la dinamica inflativa già iniziata a fine 2021, portando l’inflazione nell’eurozona a toccare il 9,2% a dicembre 2022. Il FMI ha rilevato che la crescita dell’area euro nel 2022 è stata pari al 3,5%, in diminuzione rispetto al 5,3% del 2021.
Le ipotesi più recenti del FMI per il prossimo biennio restituiscono un quadro fortemente influenzato dalle attuali condizioni geopolitiche. Per il 2023 è atteso un incremento dell’economia globale pari al 2,9%, mentre per l’anno 2024 il rialzo stimato è del 3,1%. Lo sviluppo nell’area euro è previsto attestarsi allo 0,7% nel 2023 e al 1,6% nel 2024, influenzato soprattutto dagli ulteriori rialzi dei tassi di interesse preannunciati dalla Bce.
Le più recenti analisi della Banca d’Italia hanno determinato per il 2022 una crescita dell’economia italiana tra le migliori nell’area euro, pari a circa il 4% su base annua, nonostante il rallentamento registrato negli ultimi tre mesi dell’anno, legato principalmente al persistere di prezzi energetici elevati e al rallentamento della ripresa post-pandemica.
A dicembre l’inflazione si è mantenuta a livelli molto importanti, attestandosi al 12,3% su base annua. I prezzi relativi alle commodity energetiche e ai beni alimentari confermano valori storicamente alti, seppur in riduzione nell’ultima parte dell’anno.
L’indice di fiducia dei consumatori, pur rimasto al di sotto dei livelli pre-pandemia, è risalito nell’ultima parte dell’anno grazie anche a un miglioramento dei giudizi e delle attese sulla situazione economica generale, in particolare relativamente ai livelli di disoccupazione.
La produzione industriale, che aveva evidenziato un’espansione nel secondo e terzo trimestre, ha mostrato negli ultimi mesi dell’anno un calo dovuto ai costi ancora elevati dell’energia e all’indebolimento della domanda. Il rallentamento della produzione ha avuto effetto anche nel commercio con l’estero: nell’ultimo trimestre dell’anno, infatti, la crescita delle esportazioni si è arrestata rispetto alla forte espansione avuta nei primi nove mesi (+0,1% rispetto al terzo trimestre).
Per i prossimi anni, le più recenti stime elaborate dal FMI indicano una crescita dello 0,6% nel 2023 e 0,9% nel 2024. Per quanto riguarda l’inflazione le stime della Banca d’Italia prevedono un valore del 6,5% nel 2023 per poi ridursi al 2,6% nel 2024. Tali proiezioni incorporano un quadro macroeconomico ancora fortemente condizionato dall’evoluzione della guerra in Ucraina.
Il contesto finanziario globale sconta gli sviluppi negativi conseguenti le guerre commerciali e sui dazi tra Usa e Cina, la pandemia e i rallentamenti lungo le filiere produttive, nonché il conflitto Russia-Ucraina e l’aumento delle pressioni sulle risorse energetiche, che ha causato l’importante shock inflazionistico sopracitato. Il 2022 è stato uno dei peggiori anni per i mercati finanziari di tutto il mondo: Wall Street ha registrato il calo più significativo dai tempi della grande crisi finanziaria del 2008, con l’indice S&P 500 che è crollato del 19,4%, il Nasdaq è diminuito del 33,10%, mentre il Dow Jones ha contenuto le perdite all’8,7%.
Un trend analogo si è registrato in Europa, dove le principali borse hanno perso circa il 12% su base annua (compresa la Borsa di Milano che ha perso il 12,6%); Londra è riuscita a limitare gli impatti della crisi con una chiusura positiva, seppur contenuta, pari allo 0,9%.
La Federal Reserve (Fed) e la Bank of England (Boe) hanno avviato un percorso di stretta monetaria durante il primo semestre del 2022, che è proseguito anche nei mesi successivi con ulteriori rialzi dei tassi di interesse. Anche la Banca centrale europea (Bce) ha adottato una politica restrittiva annunciandone il proseguimento ulteriore nei primi mesi del 2023; a dicembre il livello del tasso di interesse di riferimento ha raggiunto il 2,5%. Si segnala inoltre che la stessa Bce, nell’ambito del programma di acquisto di titoli per immettere liquidità nel sistema (quantitative easing), ha confermato l’avvio del quantitative tightening da marzo 2023 : gli acquisti di titoli si ridurranno di 15 miliardi al mese fino a giugno e verrà definito in seguito il ritmo di riduzione dei mesi successivi. Il re-investimento dei titoli pubblici sarà parziale, rispettando le proporzioni dei rimborsi (per nazione ed emittente nazionale e sovranazionale) definite e, la porzione di corporate bond in scadenza che verrà re-investita, sarà focalizzata soltanto su bond di natura green. Al fine di evitare rischi di malfunzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria, la flessibilità di re-investimenti dei bond in scadenza rientranti nell’ambito del Pandemic emergency purchase programme (Pepp) rimarrà invariata, pertanto tale portafoglio sarà re-investito almeno fino alla fine del 2024.
L’incremento dei tassi di interesse dell’area euro ha avuto un’accelerazione nel corso del secondo semestre del 2022, che ha portato a un rialzo della curva dei tassi su tutte le scadenze di oltre 300 punti base (Bps) medi rispetto all’anno precedente. La curva dei tassi forward impliciti prevede un’ulteriore crescita per il 2023 sui tassi a breve, per arrivare intorno al 3%, mentre sulle scadenze di medio-lungo termine non si prospettano ulteriori incrementi, ma solo lievi aggiustamenti al ribasso di circa 10 Bps medi.
Nel corso dell’anno in Europa, il timore che una riduzione degli stimoli monetari potesse accompagnarsi al riemergere del fenomeno di frammentazione nei mercati, con una conseguente crisi dei debiti sovrani, ha portato a registrare un incremento dei rendimenti dei titoli di Stato. Al fine di garantire l'effettiva trasmissione della politica monetaria nell'ambito del processo di normalizzazione, la Bce ha introdotto un nuovo strumento anti-frammentazione, cosiddetto Tpi (Trasmission protection instrument). Lo strumento consente alla Bce di effettuare acquisti sul mercato secondario di titoli emessi da paesi che subiscono un ingiustificato deterioramento delle condizioni di finanziamento. L'entità degli acquisti, che non sono vincolati ex ante, dipende dalla gravità dei rischi che incombono e da un elenco di criteri di eleggibilità per valutare se i paesi in cui la Bce può effettuare acquisti, nell'ambito del Tpi, perseguono politiche fiscali e macroeconomiche sane e sostenibili.
Al 31 dicembre 2022 lo spread tra il rendimento del Btp a dieci anni e il rendimento dell’equivalente titolo tedesco ha chiuso a 212 Bps, in rialzo di 77 Bps rispetto al 31 dicembre 2021. Dopo il picco registrato in settembre di 251 Bps e le pressioni nell’ultimo mese dell’anno, il 2023 si è aperto con un trend in discesa intorno a 180 Bps.
Contrariamente al passato, nel corso del 2022 gli spread dei bond emessi da Hera hanno seguito il trend di crescita dei titoli governativi, riducendone il differenziale. Nel corso del secondo semestre, la ripresa degli spread Hera, ovvero l’ampliamento del differenziale, confermano il ritorno di fiducia degli investitori verso il merito creditizio del Gruppo. Lo spread decennale, in particolare, al 31 dicembre risulta inferiore allo spread Btp-Bund di medesima durata di 82 punti base.
Business e regolazione
Nel corso del 2022 l’elevata volatilità dei prezzi dei beni energetici, unita alla minaccia di possibili riduzioni della disponibilità di gas, ha causato un calo dei consumi nazionali di energia elettrica e gas.
Ad agosto 2022 i prezzi del gas europeo al Title transfer facility olandese (Ttf) hanno raggiunto picchi superiori ai 300 euro/MWh, maggiori di oltre dieci volte i riferimenti che si potevano osservare nel 2021.
Relativamente al fabbisogno di gas, secondo le prime stime elaborate dal Gestore dei mercati energetici (Gme), nel 2022 i consumi sono diminuiti del 9,5% rispetto all’anno precedente, per un valore totale di circa 69 miliardi di metri cubi, ritornando sui livelli del 2020. La flessione dei consumi ha caratterizzato l’intero anno, ma è stata particolarmente concentrata nell’ultimo quadrimestre, durante il quale agli effetti recessivi della guerra in Ucraina si sono sommate condizioni climatiche più miti. I settori industriale e civile hanno registrato il calo più significativo, rispettivamente del 15,2% e 13,2%, mentre nel settore termoelettrico la riduzione è stata più moderata (3,1% rispetto al 2021).
Per quanto riguarda l’energia elettrica, i dati elaborati dalla società di trasmissione nazionale (Terna) restituiscono per il 2022 un consumo nazionale complessivo di 316,8 TWh, in calo dell’1,0% rispetto al 2021. Circa l’86% della richiesta di energia è stata soddisfatta dalla produzione nazionale, in linea rispetto all’anno precedente.
Nel 2022 la produzione nazionale netta da fonti rinnovabili elettriche registra un calo del 13,1% rispetto al 2021, traducendosi in una quota di consumi soddisfatti dalle rinnovabili pari al 31,1%. In particolare, è risultato in forte diminuzione rispetto al 2021 il contributo della produzione idrica, con una riduzione di circa l’11%, a causa delle particolari condizioni di siccità intercorse nell’anno. La produzione fotovoltaica e la produzione eolica hanno invece segnato un incremento, rispettivamente pari al 7% e al 2% rispetto all’anno precedente.
Con riferimento ai business dell’ambiente e dell’idrico non sono ancora disponibili i dati riferiti all’anno 2022, pertanto si riportano qui di seguito i valori più recenti definiti dai principali istituti nazionali. Secondo le ultime elaborazioni dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) la produzione annuale di rifiuti urbani in Italia nel 2021 è stata pari a 29,6 milioni di tonnellate equivalenti, pari a una produzione media pro capite di circa 500 kg, con valori che si stanno gradualmente riallineando alla situazione pre-pandemica.
In occasione della giornata mondiale dell’acqua 2022, l’Istat ha presentato il nuovo rapporto sulle statistiche del settore idrico nazionale, aggiornato ai dati 2020 e perimetrato sui capoluoghi di provincia. Dal report emerge che i gestori hanno immesso in rete 2,4 miliardi di metri cubi di acqua (i volumi movimentati nelle reti dei capoluoghi storicamente rappresentano circa il 33% dei volumi complessivamente distribuiti sul territorio nazionale), con una riduzione di oltre il 4% rispetto ai volumi del 2018 (ultimo dato storico disponibile); di questi circa 0,9 miliardi di metri cubi, pari al 36,2% dell’immesso totale, sarebbe andato disperso.
Si registra una crescente competizione nelle attività svolte dalle utility italiane, con una particolare attenzione per i business a libero mercato.
Nel settore energy permane una forte pressione commerciale, soprattutto nel mercato retail. Tale dinamica è confermata dai tassi di churn, che si sono mantenuti su livelli molto elevati e in continua crescita, sia nella vendita di energia elettrica che di gas. Nel 2021 nella vendita di energia elettrica il tasso di switching è aumentato di 2,6 punti percentuali rispetto all’anno precedente, mentre per la vendita gas l’incremento è stato di 1,4 punti percentuali rispetto al 2020 (fonte Arera). Negli ultimi anni la competizione tra le società commerciali si è ampliata all’offerta dei servizi a valore aggiunto, complementari alla fornitura delle commodity, così da comporre portafogli commerciali in linea con le esigenze dei clienti più orientati al risparmio energetico. Similmente, un altro fattore che ha inciso sulla competizione nel mercato è stato il crescente utilizzo dei canali digitali da parte dei clienti, sia per scegliere le offerte sia per interagire con il proprio fornitore di energia e servizi.
In relazione al business del trattamento e recupero dei rifiuti, nel contesto europeo si sta assistendo già da diversi anni a una serie di operazioni di aggregazione fondate sulle sinergie estraibili dai diversi business che rientrano nell’ambito delle utility, con una crescente connessione in particolare tra energia, rifiuti e idrico. Tra gli esempi di partnership più diffuse rientrano la produzione di biometano dalla frazione organica del rifiuto solido urbano (Forsu) e da fanghi da depurazione, nonché le soluzioni waste to material e waste to chemical. Nel panorama nazionale, inoltre, già da diversi anni il focus dei principali player di mercato riguarda l’ampliamento delle dotazioni impiantistiche, a cui verrà dato ulteriore impulso grazie alle risorse previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Con riferimento ai business regolati, la pressione competitiva si sostanzia nelle procedure di assegnazione delle concessioni dei servizi e nella successiva gestione.
Considerando i territori in cui il Gruppo svolge attualmente il servizio, nel ciclo idrico è iniziata da gennaio 2022 la nuova gestione della concessione nella provincia di Rimini, con scadenza prevista a fine 2039.
Venendo agli aspetti normativi-regolatori, tra gli interventi di maggior rilievo per il Gruppo, nell’anno 2022, si segnalano:
Già dall’autunno del 2021, il Governo aveva avviato una serie di interventi per sostenere cittadini e imprese nel far fronte ai rincari dei prezzi dell’energia, sia nel settore elettrico che nel gas. A seguito dello scoppio della guerra in Ucraina e agli interventi di mitigazione dei prezzi, si sono affiancati una pluralità di provvedimenti volti a garantire la sicurezza degli approvvigionamenti e l’accelerazione dello sviluppo delle fonti rinnovabili.
Il prolungarsi del conflitto bellico ha imposto ai governi nazionali di intervenire costantemente durante tutto il corso del 2022, aggiornando le misure adottate in base alle necessità imposte dalle variazioni dello scenario. La prima esigenza a cui il governo italiano ha inteso rispondere è stata la mitigazione degli impatti dei rincari energetici sulle bollette dei clienti finali. A tal fine è stata individuata una pluralità di ambiti di intervento: la riduzione degli oneri di sistema per le utenze gas ed elettriche, che in corso d’anno è stata prorogata ed estesa, e la ridefinizione dei bonus sociali, con l’ampliamento della platea dei beneficiari e una maggiorazione degli importi erogati. Inoltre, il D.L. 115/2022, cosiddetto Aiuti bis, ha sospeso fino al 30 aprile 2023 l’efficacia delle clausole contrattuali che consentono la modifica unilaterale delle condizioni di prezzo delle forniture di energia elettrica e gas, qualora risultino al di fuori dei termini di preavviso contrattuali previsti. Le misure sono state successivamente estese al 30 giugno 2023 dal D.L. 198/2022, cosiddetto Milleproroghe, convertito con Legge 14/2023 che ha anche chiarito come le stesse non si applichino alle clausole contrattuali che consentono ai fornitori di aggiornare le condizioni economiche contrattuali alla scadenza. Ciò in linea, peraltro, con i principi sanciti dal Consiglio di Stato nei contenziosi promossi da alcuni operatori per l’annullamento di provvedimenti prescrittivi adottati dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato.
Nel contempo, per le aziende, sono stati dapprima introdotti e successivamente rafforzati i crediti di imposta per gli approvvigionamenti delle imprese energivore ed è stata disciplinata la modalità con cui il Gse provvede alla cessione dell’energia elettrica nella sua disponibilità (la cosiddetta Energy Release ex D.L. 17/2022).
Per reperire le risorse destinate a tali provvedimenti, sono state introdotte esazioni aggiuntive a carico dei soggetti che hanno beneficiato dei rincari energetici. In particolare, il D.L. 4/2022 ha introdotto un limite ai ricavi da energia elettrica immessa da talune fattispecie di impianti a fonte rinnovabile (tra cui il fotovoltaico superiore a 20 KW), che con la Legge di Bilancio 2023 (L. 197/2022) è stato ulteriormente esteso in base al Regolamento europeo 2022/1854, ricomprendendo peraltro anche le produzioni elettriche da combustione di rifiuti. Dal medesimo Regolamento discende, inoltre, la previsione del contributo di solidarietà sulla quota di utili eccedente la media degli anni precedenti, che la Legge di Bilancio pone a carico delle aziende i cui ricavi provengano per una quota superiore al 75% dai settori energetici. Tale provvedimento sostituisce quanto previsto dal Decreto “Taglia-prezzi” (DL 21 marzo 2022, n.21) che aveva introdotto, per l’anno 2022, un contributo a titolo di prelievo straordinario del 25% a carico dei soggetti operanti nei settori dell’energia elettrica e del gas.
In un contesto di rischio crescente di interruzione delle forniture, il Governo è stato chiamato a intervenire per garantire la tenuta del sistema interno del gas. Il D.L. 17/2022, cosiddetto Caro energia, ha affidato al Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica il compito di definire le regole per ottimizzare il ciclo di gas negli stoccaggi nazionali, anche ricorrendo ad iniezioni in contro-flusso durante la stagione di erogazione, per garantire il mantenimento del livello di riempimento. Con l’obiettivo di contenere i consumi, inoltre, il Ministero ha provveduto con il D.M. 383/2022 del 6 ottobre a modificare i termini di esercizio degli impianti termici di climatizzazione alimentati a gas naturale, stabilendo una riduzione sia delle temperature che della durata giornaliera e stagionale del periodo di accensione, e disciplinando le modalità di riempimento degli stoccaggi e di erogazione durante la stagione invernale.
Oltre a questi provvedimenti volti a fornire supporto immediato al sistema economico, il quadro normativo nazionale recepisce e implementa la strategia europea che individua nella transizione ecologica lo strumento principale per ridurre la dipendenza dalle fonti fossili. A tal fine, durante l’anno sono state pubblicate le procedure di assegnazione delle risorse del Pnrr e per alcuni degli investimenti relativi agli ambiti di competenza delle utility si è già addivenuti all’aggiudicazione definitiva. Tra di essi si annoverano le misure per lo sviluppo della rete elettrica e di teleriscaldamento, oltre ad alcune linee relative ai progetti di economia circolare. Inoltre, sono giunte ad approvazione alcune riforme connesse allo stesso Pnrr, tra cui:
Il 5 agosto 2022 è stata approvata la Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021 che interviene su una pluralità di ambiti di interesse, tra cui l’affidamento delle concessioni del servizio di distribuzione gas e il servizio di gestione dei rifiuti. Nel dettaglio, per ciò che concerne il settore gas, tra le altre misure, viene riconosciuta la possibilità per gli enti locali di alienare i propri asset in occasione delle gare al Valore industriale residuo (Vir) e non in base al Valore regolatorio (Rab). Inoltre, per ciò che concerne il riordino della disciplina dei servizi pubblici locali, il Governo ha ricevuto e attuato la delega con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Testo unico dei servizi pubblici locali (Tuspl) in data 30 dicembre 2022. Tale Decreto legislativo si applica a tutti i servizi di interesse economico generale, a eccezione della distribuzione elettrica e del gas, e prevede in particolare il requisito di una motivazione qualificata che giustifichi il mancato ricorso al mercato nel caso di affidamenti in-house.
Nella regolazione delle condizioni economiche di fornitura del gas naturale nel servizio di tutela, si segnala che Arera, per garantire maggiore stabilità dei prezzi e aderenza rispetto alle condizioni di mercato, ha introdotto una nuova modalità di determinazione della componente a copertura dei costi di approvvigionamento nei mercati all’ingrosso, passando dalla logica forward trimestrale a una consuntiva mensile. In particolare, a decorrere dal 1° ottobre 2022, il nuovo riferimento da utilizzare nella determinazione della componente Cmem è fissato pari alla media mensile dei prezzi giornalieri al Psv Day Ahead, pubblicata a consuntivo da Arera.
Nella regolazione delle condizioni di erogazione del servizio di fornitura di ultima istanza e del servizio di default distribuzione, si segnala che Arera è altresì intervenuta, con delibera 372/2022/R/gas, con misure di compensazione degli oneri imprevedibili ed eccessivi dovuti alla situazione straordinaria di andamento dei prezzi del mercato del gas all’ingrosso e in particolare:
Arera ha altresì disposto, con delibera 586/2022/R/eel, la proroga della data di attivazione del servizio a tutele graduali dell’energia elettrica per le microimprese dal 1° gennaio 2023 al 1° aprile 2023, a causa del differimento delle procedure concorsuali che si sono protratte fino alla fine del 2022 e dell'esigenza tecnica di disporre di un tempo di almeno tre mesi dalla pubblicazione degli esiti, per l’esecuzione di tutte le attività prodromiche al trasferimento dei punti di prelievo ai nuovi esercenti il servizio.
Arera, nel corso del 2022, ha posto in consultazione gli orientamenti sulla nuova regolazione tariffaria per obiettivi di spesa e servizio (Ross) nei settori infrastrutturali energetici. L’obiettivo di tale regolazione è di indirizzare in maniera efficiente le risorse, eliminando le distorsioni nelle scelte di investimento delle imprese. Il percorso verso il nuovo metodo inizierà con un modello semplificato, chiamato Ross-base, che dal 2024 sarà applicato agli operatori della distribuzione elettrica e dal 2026 alle imprese della distribuzione gas. Il documento di consultazione 655/2022/R/com, pubblicato a fine anno, ha fornito gli orientamenti finali di Arera sui criteri di determinazione del costo riconosciuto secondo l’approccio Ross-base: la spesa dei distributori, totale e non più solo operativa, sarà confrontata annualmente con una spesa di riferimento definita dal Regolatore, le eventuali efficienze/inefficienze conseguite saranno condivise con gli utenti secondo opportuni meccanismi e il trattamento dello stock di capitale esistente alla data di passaggio alla nuova metodologia sarà garantito in continuità di criteri. Nei primi mesi del 2023, con la pubblicazione del testo integrato Tiross, sarà formalizzata la nuova regolazione tariffaria (che dovrebbe sostanzialmente costituire una cornice metodologica con l’indicazione dei princìpi e criteri generali di regolazione), mentre per l’effettivo completamento dello schema Ross-base sarà invece necessario attendere l’aggiornamento delle regolazioni specifiche di ciascun servizio infrastrutturale.
Arera al termine del 2022, con la delibera 654/2022/R/com, ha condiviso i valori dei tassi di remunerazione del capitale dei servizi infrastrutturali energetici per il 2023. Le variazioni dei parametri finanziari sottostanti, sebbene considerevoli, non sono state sufficienti a far attivare il meccanismo di aggiornamento previsto dalla regolazione. Per il 2023, quindi, sono stati confermati i valori dei Wacc del 2022: 5,6% per il servizio di distribuzione e misura gas e 5,2% per il servizio di distribuzione e misura dell’energia elettrica.
Per quanto riguarda la regolazione tariffaria della distribuzione e misura del gas (Rtdg), a fine dicembre 2022 Arera ha aggiornato la regolazione per il secondo semi-periodo (2023-2025) del quinto periodo regolatorio. Le principali novità del 2023 riguardano: l’aggiornamento dei costi standard per i misuratori elettronici fino a classe G25 da applicare a partire dagli investimenti, l’introduzione di una nuova modalità di riconoscimento parametrica a copertura dei costi di telegestione e concentratori pari a 1,59 euro/punto di riconsegna (Pdr), da aggiornarsi per l’inflazione per gli anni successivi e la differenziazione del costo riconosciuto per le letture di switch effettuate su Pdr dotati di misuratore smart rispetto a Pdr dotati di misuratore tradizionale.
Per quanto riguarda il riconoscimento dei costi operativi, in attesa degli esiti dei ricorsi avverso la delibera 570/2019/R/gas, l’Autorità ha ritenuto opportuno lasciare inalterati i recuperi di produttività fissati a inizio periodo regolatorio, ma ha altresì valutato di introdurre un meccanismo di aggiustamento dei ricavi ammessi a copertura dei costi operativi qualora emerga una riduzione dei punti di riconsegna. Arera ha inoltre deliberato di riconoscere gli ammortamenti residui degli smart meter G4-G6 installati dal 2012 al 2018 e dismessi anticipatamente rispetto al termine della vita utile.
Al fine di supportare il processo di transizione energetica e decarbonizzazione del settore gas, con delibera 404/2022/R/gas e successiva determina 9/2022, l’Autorità ha predisposto un apposito meccanismo tariffario premiale volto a incentivare progetti pilota, finalizzati all’ottimizzazione della gestione e all’utilizzo innovativo delle infrastrutture del settore del gas naturale. Sono definiti in particolare tre specifici ambiti progettuali: il primo inerente metodi e strumenti per la gestione ottimizzata delle reti, il secondo riguardante gli utilizzi innovativi delle infrastrutture esistenti, tra cui l’utilizzo di idrogeno e Power-to-gas in ottica sector coupling, il terzo relativo agli interventi in ambito di efficienza energetica nella gestione delle infrastrutture gas. Per il finanziamento di tali progetti sperimentali (ciascuno dei quali dovrà avere una durata massima pari a tre anni) vengono destinati complessivamente 35 milioni di euro, i quali saranno attribuiti mediante una procedura selettiva con punteggio sulla base di precisi indicatori di valutazione.
Per quanto attiene l’attività di misura gas, al termine del primo semestre 2022 Arera ha approvato un provvedimento che definisce, per il servizio erogato dagli smart meter gas, livelli di output attesi e di performance più stringenti. La delibera 269/2022/R/gas stabilisce gli obblighi in merito ai tempi di messa in servizio degli smart meter, alla frequenza di raccolta dei dati di misura, alla granularità degli stessi, nonché alle tempistiche di messa a disposizione dei dati raccolti. Le misure previste dalla delibera investono, inoltre, diversi aspetti relativi alla fatturazione e alla determinazione degli indennizzi a beneficio dei clienti finali e dei venditori. La decorrenza delle nuove disposizioni è fissata per quasi tutte le prescrizioni al 1° aprile 2023.
Con riferimento alla regolazione della distribuzione dell’energia elettrica, nel corso del 2022 è stata completata la riforma della regolazione dell’energia reattiva. Per quanto attiene l’energia reattiva immessa nelle reti in media e in bassa tensione, la delibera 232/2022/R/eel ha introdotto i relativi corrispettivi a partire dal 1° aprile 2023. Per quanto attiene, invece, la regolazione dei flussi di reattiva immessa nelle reti in alta tensione e nelle interconnessioni, il settore ha dovuto attendere la delibera 712/2022/R/eel, di fine 2022. Arera ha stabilito che, sempre a partire dal 1° aprile 2023, sarà applicato all’intera rete nazionale un corrispettivo unitario base e, per le sole aree maggiormente critiche, un corrispettivo maggiorato. Inoltre, in ottica di gradualità, in specifiche condizioni (valutabili ex post) che dimostrino la sostanziale assenza di criticità dei flussi di reattiva, è previsto che i corrispettivi possano essere annullati e, ove occorra, restituiti.
Nel corso del 2022, Arera ha inoltre approvato, con le delibere 410 e 411/2022/R/eel, le richieste di ammissione al riconoscimento degli investimenti in regime specifico dei sistemi di misura 2G (Rari) di Inrete Distribuzione Energia Spa e AcegasApsAmga Spa. I provvedimenti hanno approvato i piani di messa in servizio dei contatori 2G e hanno definito le performance obbligatorie dei sistemi smart metering di seconda generazione, confermando le previsioni di spesa di riferimento avanzate ad Arera dai due distributori.
Con riferimento al servizio di misura dell’energia elettrica, Arera, al termine del 2022, ha aggiornato le direttive 2G per il triennio 2023-2025 per il riconoscimento dei costi dei sistemi di smart metering di seconda generazione; pur introducendo alcuni elementi innovativi rispetto al triennio precedente, le nuove direttive garantiscono una sostanziale continuità nel meccanismo di riconoscimento costi per le imprese impegnate nella sostituzione massiva dei contatori elettrici 2G. Tra le principali novità, si segnala l’introduzione di un premio per i distributori che accelerano il proprio piano di sostituzione dei misuratori a seguito dell’ottenimento di contributi pubblici di qualsiasi natura.
Per quanto attiene la regolazione del servizio idrico integrato, i provvedimenti relativi all’anno 2022 di maggiore impatto per il Gruppo riguardano i meccanismi incentivanti la qualità del servizio e, dal punto di vista tariffario, il riconoscimento dei costi dell’energia elettrica alla luce dell’eccezionale contesto di volatilità dei prezzi energetici. A tale riguardo, con delibera 229/2022/R/idr, l’Autorità ha previsto per i gestori idrici alcune misure straordinarie: è stata introdotta, in particolare, la facoltà di richiedere un’anticipazione finanziaria alla Csea per l’approvvigionamento dell’energia elettrica nell’anno 2022 (facoltà che con delibera 495/2022 è stata poi prorogata fino al 30 novembre 2022) ed è stata inoltre contemplata la possibilità di una istanza straordinaria, in accordo con l’ente d’ambito di riferimento, per il riconoscimento del costo di competenza 2021, purché corredata da un piano di azioni di contenimento dei consumi e dei costi energetici.
Con riferimento alla regolazione della qualità tecnica del servizio, Arera con delibera 183/2022/R/idr ha concluso l’istruttoria avviata con delibera 46/2020/R/idr, al fine di quantificare gli incentivi e le penalità relativi alle performance del 2018 e 2019. In questa valutazione, Arera osserva una generale buona performance dei gestori che avrebbero operato secondo criteri ampiamente soddisfacenti, a eccezione dei casi di esclusione dal meccanismo per violazioni delle norme regolatorie. Le penalità relative alle annualità 2018 e 2019 devono essere accantonate e utilizzate per il conseguimento degli obiettivi stabiliti, secondo quanto previsto dalla regolazione di riferimento, mentre le premialità relative alle medesime annualità sono state erogate dalla Csea. Con delibera 107/2022/R/idr è stata avviata la seconda istruttoria valutativa per le performance 2020 e 2021 della qualità tecnica e, parallelamente, con delibera 69/2022/R/idr, si è aperta la prima istruttoria nell’ambito della qualità contrattuale con riferimento agli obiettivi del biennio 2020-2021. In esito a tale ultima istruttoria, Arera con delibera 734/2022/R/idr ha pubblicato la nota metodologica adottata per le valutazione quantitative degli incentivi/penalità evidenziando che, oltre all’individuazione di alcuni casi più gravi di esclusione dal meccanismo e dalle premialità, in caso di particolari incongruenze/incompletezze dei dati potranno essere richiesti approfondimenti ai gestori interessati, con la possibilità di giustificare ed eventualmente rettificare i dati inviati, apportando adeguata documentazione a supporto.
Riguardo alla regolazione del servizio di gestione rifiuti urbani, i provvedimenti di maggior impatto per il Gruppo che Arera ha finalizzato nel corso del 2022 riguardano la disciplina della remunerazione del capitale, al fine di promuovere lo sviluppo industriale del settore, e primi elementi di regolazione della qualità, con l’obiettivo di uniformare i livelli di servizio a livello nazionale. Segnatamente, la delibera 68/2022/R/rif ha fissato il Wacc per gli anni 2022-2025, prevedendo per il servizio di raccolta una remunerazione del capitale pari al 5,6% (da conguagliarsi in occasione delle predisposizioni tariffarie per gli anni 2024-2025, poiché fino ad allora rimarrà fissato al 6,3%). Il Wacc del servizio di trattamento è fissato invece al 6,0%, valorizzando i maggiori livelli di rischio associati a questa fase della filiera di gestione dei rifiuti urbani. Con riferimento alla disciplina della qualità si segnala altresì la delibera 15/2022/R/rif, che introduce la prima regolazione della qualità del servizio prevedendo l’introduzione di un set di obblighi di qualità contrattuale e tecnica per il servizio di raccolta, minimi e omogenei per tutte le gestioni, affiancati da indicatori di qualità e relativi standard generali differenziati per schemi regolatori, individuati in relazione al livello qualitativo effettivo di partenza garantito agli utenti nelle diverse gestioni. Infine, si segnala la delibera 413/2022/R/rif che, alla luce del mandato conferito ad Arera dalla Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021, ha avviato un procedimento per la definizione di standard tecnici e qualitativi per lo svolgimento dell’attività di smaltimento e di recupero dei rifiuti, procedendo alla verifica in ordine ai livelli minimi di qualità e acquisendo, altresì, informazioni relative ai costi di gestione e ogni altro elemento idoneo a monitorare le concrete modalità di svolgimento dell’attività di smaltimento e di recupero, e la loro incidenza sui corrispettivi applicati all’utenza finale.
Con riferimento alla regolazione del servizio di teleriscaldamento (Tlr), si segnala che Arera ha chiuso, con delibera 547/2022/R/com, l’indagine conoscitiva sull’evoluzione dei prezzi e dei costi del servizio di Tlr, avviata con delibera 80/2022/R/tlr. È emerso, secondo il Regolatore, che l’indicizzazione dei prezzi del Tlr all’andamento delle quotazioni del gas, laddove l’energia termica è prodotta prevalentemente tramite impianti di termovalorizzazione e impianti termici, avrebbe determinato una progressiva divaricazione tra costi e ricavi del servizio. Questo perché all’incremento dei ricavi non è seguita una corrispondente crescita dei costi variabili, con conseguente incremento significativo dei margini per la remunerazione del capitale investito. Arera, con delibera 568/2022/I/tlr, ha quindi effettuato una segnalazione al Parlamento e al Governo prospettando in sostanza l’opportunità dell’introduzione di una regolazione cost reflective dei prezzi del servizio di teleriscaldamento, attribuendone i poteri all’Arera medesima.
Si riporta di seguito lo schema temporale dei principali periodi regolatori e correlati provvedimenti di riferimento di Arera per i settori di attività del Gruppo.
Periodi regolatori tariffari
Nella tabella seguente si riportano infine i principali riferimenti tariffari per ciascun settore regolato, sulla base del quadro normativo in vigore nell’anno 2022 e previsti fino alla fine degli attuali periodi regolatori.
|
Distribuzione e misura gas naturale |
Distribuzione e misura energia elettrica |
Servizio idrico integrato |
Ciclo integrato rifiuti |
---|---|---|---|---|
Periodo regolatorio |
2020-2022
2023-2025 |
2016-2019
2020-2023 |
2016-2019
2020-2023 |
2018-2021
2022-2025 |
Governance regolatoria |
Singolo livello (Arera) |
Singolo livello (Arera) |
Doppio livello (Ente di governo d’ambito, Arera) |
Doppio livello (Ente territorialmente competente, Arera) |
Capitale investito riconosciuto ai fini regolatori (Rab) |
Costo storico rivalutato (distribuzione) Media ponderata tra costo effettivo e costo standard (misura) Riconoscimento parametrico (capitale centralizzato) |
Riconoscimento parametrico per asset fino al 2007 Costo storico rivalutato per asset dal 2008 |
Costo storico rivalutato |
Costo storico rivalutato |
Lag regolatorio riconoscimento investimenti |
1 anno |
1 anno |
2 anni |
2 anni |
Remunerazione del capitale investito (3)
|
Anno 2019 Anni 2020-2021 Anno 2022-2023 |
Anni 2019-2021 Anno 2022-2023 |
Anni 2018-2019 Anni 2020-2021
Anni 2022-2023 +1% per investimenti dal 2012, a copertura del lag regolatorio |
Anni 2020-2021 +1% per investimenti dal 2018, a copertura del lag regolatorio Anni 2022-2025 (4)
6,0% Trattamento |
Costi operativi riconosciuti |
Valori medi costi effettivi per raggruppamenti di imprese (dimensione/densità), su base 2011 (per ricavi fino al 2019) e 2018 (per ricavi dal 2020) (5) Sharing delle efficienze conseguite rispetto ai costi riconosciuti Aggiornamento con price-cap |
Valori medi costi effettivi di settore su base 2014 (per ricavi fino al 2019) e (2018 per ricavi dal 2020) Sharing delle efficienze conseguite rispetto ai costi riconosciuti Aggiornamento con price-cap |
Costi efficientabili: valori effettivi del gestore 2011 inflazionati Costi aggiornabili: valori effettivi con lag 2 anni Oneri aggiuntivi per specifiche finalità (natura previsionale) |
Raccolta e Trattamento Costi aggiuntivi per miglioramento qualità e modifiche perimetro gestione (natura previsionale) Oneri aggiuntivi per specifiche finalità (natura previsionale) |
Efficientamento annuale costi operativi |
X-factor annuale Anno 2019 Dal 2020: |
X-factor annuale Anno 2019
Dal 2020: |
Meccanismo di efficientamento basato su: Livello di sharing differenziato rispetto alla distanza tra costo effettivo e costo efficiente del gestore |
|
Meccanismi incentivanti |
Sharing sui ricavi netti derivanti dal transito della fibra ottica nelle infrastrutture elettriche |
Sharing sui costi dell’energia elettrica in base ai risparmi energetici conseguiti Riconoscimento del 75% della marginalità da attività volte alla sostenibilità ambientale ed energetica |
Raccolta Trattamento |
|
Limite annuale alla crescita tariffaria |
Su base asimmetrica e in funzione di:
Facoltà di istanza a garanzia dell’equilibrio economico finanziario |
Raccolta
Trattamento
Raccolta e Trattamento |
(1) La delibera 443/19 viene applicata ai gestori del ciclo integrato dei rifiuti, comprendendo l’attività di trattamento (a smaltimento o recupero) solo nel caso in cui tali attività siano incluse nel perimetro societario del gestore. È invece rinviata a dedicato provvedimento la regolazione tariffaria dei corrispettivi al cancello degli impianti.
(2) La delibera 363/2021/R/rif ha aggiornato il precedente periodo regolatorio e ha introdotto la regolazione tariffaria per il trattamento laddove si tratti di impianti minimi, ossia essenziali alla chiusura del ciclo dei rifiuti urbani.
(3) Per i settori energetici e il settore rifiuti si fa riferimento alla metodologia Wacc, mentre per il servizio idrico integrato i valori si riferiscono al tasso di copertura degli oneri finanziari e fiscali.
(4) Per gli anni 2022-2025, il provvedimento di riferimento per il Wacc del settore dei rifiuti è la delibera 68/2022/R/rif
(5) In merito alla rilevante contrazione del riconoscimento dei costi operativi operata dalla delibera 570/2019, nel mese di febbraio 2020, Inrete Distribuzione Energia Spa, principale distributore del Gruppo, alla stregua di altri operatori del settore, ha impugnato il provvedimento innanzi al Tar Lombardia-Milano.
Climatico e ambientale
Gli interventi normativi ed economici per la gestione del cambiamento climatico e la concretizzazione delle opportunità derivanti dalla presa in carico dei rischi a esso collegati sono priorità delle istituzioni internazionali e nazionali, nonché degli operatori economici di ogni settore. Le priorità del Gruppo per il perseguimento della sostenibilità ambientale sono rappresentate dai 17 obiettivi dell’Agenda per lo sviluppo sostenibile 2030 (SDGs), ma anche dalle indicazioni dell’accordo di Parigi per contenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2º C, nonché dalla strategia climatica di lungo periodo A clean planet for all (adottata dall'Unione Europea) per conseguire, entro il 2050, la neutralità carbonica e contenere l’aumento delle temperature al di sotto di 1,5° C. Rappresentano ulteriori indirizzi rilevanti in tale direzione: il cambiamento auspicato dal Green Deal, il piano della Commissione Europea per un’Europa più competitiva nella lotta ai cambiamenti climatici e sempre più capace di trasformare l’economia e la società indirizzandole su un percorso di sviluppo sostenibile e, nel solco di questo, il piano d’azione per l’economia circolare (Ceap). Le azioni messe in campo dalle istituzioni europee e nazionali sono coordinate e convergenti verso gli obiettivi di una transizione equa, sostenibile e inclusiva. L’adozione del Green Deal e delle relative iniziative, volte ad affrontare i problemi climatici e ambientali per il raggiungimento della neutralità carbonica e la transizione verso un modello di crescita rigenerativo e circolare, ambisce a sollecitare una strategia industriale che implementi l’economia circolare in tutti i settori.
Il piano d’azione per l’economia circolare, presentato dalla Commissione lo scorso anno, ha consentito di delineare un quadro strategico che coniuga in senso circolare lo sviluppo economico dell’Unione Europea e, così facendo, è orientato ad accelerare la transizione e rendere possibile il cambiamento traguardato dal Green Deal.
Le iniziative incentivanti il riutilizzo e la riciclabilità nei prodotti, la riduzione dell’overpackaging e le regole per le bioplastiche, a tal proposito, hanno assunto sempre maggiore rilievo. Al di là del settore delle plastiche, la promozione dell’economia circolare è incoraggiata anche rispetto alla gestione delle acque, sia in termini di riuso delle acque reflue depurate per l'irrigazione in agricoltura, che in termini di requisiti minimi per l'utilizzo delle acque di recupero.
Le policy nazionali si stanno sviluppando in un contesto europeo dove le priorità sono definite e le risorse disponibili conseguentemente allocate. In questo senso, il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che si avvale dei fondi europei resi disponibili dal dispositivo compreso all’interno del pacchetto NextGenerationEU integrati da un fondo complementare nazionale, orienta l’Italia nella fase esecutiva del Green Deal europeo e, dal momento che vi è un generale consenso sulla necessità di introdurre obiettivi climatici progressivamente più sfidanti, sono stati rafforzati gli strumenti a disposizione degli stati membri con lo scopo di:
Allo scopo di gestire la crisi energetica iniziata lo scorso esercizio, la Commissione Europea ha introdotto a maggio 2022 una serie di misure avviabili nel breve periodo (REPowerEU), fra cui una piattaforma di acquisti comuni di gas, la previsione di un tetto ai prezzi di gas ed energia elettrica, la diversificazione dell’offerta e la riduzione della domanda di gas attraverso interventi di efficienza energetica ed elettrificazione dei consumi.
La spinta a decarbonizzare l’economia europea è stata invece affidata a misure di lungo periodo, in particolare al pacchetto Fit for 55. Tale intervento intende ridurre del 55% le emissioni climalteranti al 2030 puntando su un aumento delle energie rinnovabili nel mix produttivo. In termini di efficienza energetica, gli attuali obiettivi al 2030 rivisti al rialzo per traguardare l’ambizioso target di riduzione delle emissioni, saranno perseguiti tramite un ruolo guida dell’edilizia pubblica nel processo di efficientamento del parco immobiliare europeo. In termini di energie rinnovabili, il cui incremento della produzione è determinante per sostituire le fonti fossili e ridurre l’intensità carbonica, l’elettrificazione dei consumi richiederà ingenti investimenti lungo tutta la filiera e, per quanto riguarda la programmazione energetica territoriale, ci si attende che il recupero del calore di scarto dei processi industriali possa configurare un potenziale rilevante per i territori. Rappresenterà, inoltre, ulteriore priorità lo sviluppo dei gas rinnovabili, tra cui l’idrogeno, tramite la realizzazione di elettrolizzatori alimentati da fonti di energia rinnovabile.
Nei primi mesi del 2018 la Commissione Europea aveva pubblicato il piano d’azione per la finanza sostenibile che mirava a rispondere a tre obiettivi: riorientare i flussi di capitale verso investimenti sostenibili al fine di realizzare una crescita sostenibile e inclusiva, gestire i rischi finanziari derivanti dai cambiamenti climatici, l’esaurimento delle risorse, il degrado ambientale e le questioni sociali e promuovere la trasparenza e la visione a lungo termine delle attività economico-finanziarie.
La prima azione concreta si è sostanziata nella definizione, da parte dell’UE stessa, di una Tassonomia per gli investimenti sostenibili, finalizzata a indirizzare i fondi degli investitori verso iniziative sostenibili. Al fine di risultare allineate a tale Tassonomia, le attività economiche devono rispettare tre principi individuati dal Regolamento:
Dal 1° gennaio 2022, inoltre, le società sottoposte alla direttiva sulla rendicontazione non finanziaria devono indicare la quota delle proprie attività eligibili nella Tassonomia europea.
Per quanto concerne il contesto italiano, le sei missioni strategiche del Pnrr declinano i sei pilastri di intervento previsti dal Regolamento europeo per la ripresa e la resilienza e sono accompagnate da specifiche riforme settoriali. La missione 2: rivoluzione verde e transizione ecologica, la più consistente in termini di dotazione di risorse, indirizza le iniziative di maggiore interesse per il Gruppo Hera.
Per il ciclo idrico e il settore dei rifiuti, il Pnrr punta a modernizzare reti e impianti e a ridurre il divario infrastrutturale fra nord e sud del Paese assegnando un ruolo centrale al Piano nazionale del settore idrico (ai fini dell’erogazione dei finanziamenti pubblici) e al Programma nazionale per la gestione dei rifiuti.
Nel settore energia, il Pnrr si concentra sullo sviluppo delle fonti rinnovabili, sull’ammodernamento delle reti elettriche (per aumentarne la digitalizzazione e la resilienza rispetto agli eventi climatici) e sulle soluzioni di risparmio energetico. Tra i principali interventi si annoverano, inoltre, lo sviluppo integrato della filiera dell’idrogeno, promuovendo contestualmente progetti lato produzione e lato consumo, e il principio dell’efficienza energetica come primo combustibile a emissioni zero.
Con la sottoscrizione dell’accordo di Parigi, gli Stati firmatari si sono impegnati a una strategia per la riduzione delle emissioni climalteranti al 2050. La strategia proseguirà verso un miglioramento delle conoscenze in materia di impatti climatici, un’intensificazione della pianificazione e della valutazione del rischio climatico, un’accelerazione delle azioni di adattamento e uno sviluppo della resilienza rispetto ai cambiamenti climatici a livello globale. Le persone, mostrandosi sempre più sensibili ai temi dell’ambiente e dell’inclusione sociale, sono promotrici della crescita della domanda di interventi in tema green & digital, in modo coerente con le raccomandazioni dell’Unione Europea su ripresa economica e resilienza. Al fine di coinvolgere i diversi stakeholder e la società civile nell’adozione di comportamenti sostenibili, la Commissione Europea ha dato corpo al Patto europeo per il clima. Tale iniziativa offre alle persone e alle organizzazioni opportunità per conoscere il problema del cambiamento climatico e trovare soluzioni e mette a disposizione uno spazio per l’interazione tra individui e per promuovere un movimento europeo per il clima. Le organizzazioni, a tal proposito, possono individuare i propri ambasciatori con una particolare attenzione alla parità di genere e, al fine di supportare l’avvio di azioni concrete, il Patto offre una piattaforma di condivisione di esperienze, possibilità di finanziamento e know how.
L’ineluttabilità del cambiamento climatico, che ha indotto la Commissione Europea ad anticipare gli obiettivi di riduzione delle emissioni già al 2030 con l’auspicio di pervenire a una piena decarbonizzazione al 2050, costringe anche gli enti locali a rivedere priorità e linee d’azione. La pandemia, inoltre, avendo reso urgente l’attuazione di azioni capaci di rendere più resilienti le città e i programmi locali, ha orientato le politiche territoriali sempre più verso iniziative di economia circolare, mobilità sostenibile, neutralità carbonica e digitalizzazione. Lo scenario è sempre più ambizioso e offre nuove opportunità al settore delle utility. Tutte le tipologie di clientela (domestica, industriale e pubblica amministrazione) saranno chiamate a introdurre miglioramenti tecnologici in grado di ridurre i loro fabbisogni energetici.
La promozione e la vendita di prodotti e servizi per l'efficientamento dei consumi energetici e il supporto all'efficienza energetica degli edifici sono alcune delle iniziative incentivate.
Gli stakeholder, finanziari e non, essendo sempre più orientati alle tematiche di sostenibilità, indirizzano sempre più verso opportunità di green financing, in grado di raccogliere liquidità sul mercato dei capitali a tassi potenzialmente inferiori alle alternative.
Nella logica di condivisione del valore tra azienda e comunità, orientata alla ricerca di soluzioni a vantaggio di entrambe, l’engagement della comunità e delle singole persone assume un ruolo sempre maggiore. I principali megatrend sono quelli che si innestano sull’Agenda ONU al 2030, sui riferimenti teorici e sulle esperienze di successo di approcci basati sul valore condiviso e sulle nuove opportunità di business.
Le nuove linee di sviluppo continueranno a non poter prescindere da un pieno sfruttamento dei dati (intesi come un vero e proprio asset aziendale) e da una maggiore attenzione alla cybersicurezza, per proteggere l’impresa e i suoi dati. La velocità del cambiamento rende fondamentale definire piani di formazione che permettano alla popolazione aziendale di gestire al meglio il cambiamento (in primis quello digitale), anche nel quadro di una formazione che, benché parcellizzata, sappia darsi la necessaria continuità (autosviluppo).
Tecnologico e del capitale umano
L’evoluzione tecnologica digitale comporta una continua accelerazione di alcuni principali trend dell’Ict e, oltre a superare i paradigmi dei contesti economici e sociali con velocità crescente, altera interi segmenti di mercato e le modalità di relazione sociale. Il potenziamento di Intelligenza artificiale, automazione, Robotic Process Automation, raccolta e gestione dei dati (Internet of Things, data governance e data analytics), cyber security e, infine, piattaforme in cloud favorisce l’incremento di dati prodotti e la rapidità di disponibilità degli stessi, generando ulteriori opportunità per le aziende. Le utility sono attori capaci di promuovere la diffusione dell’innovazione grazie al loro contributo alla digitalizzazione e allo sviluppo tecnologico, ponendo attenzione anche alla sicurezza informatica. L’Internet of Things e l’interazione digitale delle persone (esemplificata dall’automazione delle relazioni più standardizzabili con i clienti mediante chatbot) favoriscono un flusso continuo e crescente di dati, che consente non soltanto analisi tempestive delle diverse situazioni (real time analytics), ma anche una definizione più puntuale delle decisioni e delle azioni da intraprendere, spesso con il supporto dell’Intelligenza artificiale. In questa direzione, la Commissione UE, adottando la comunicazione Bussola digitale per il 2030: il modello europeo per il decennio digitale, ha confermato il percorso per uno sviluppo etico del digitale in Europa, con target chiari al 2030 a beneficio di cittadini e imprese. Tra i principali target:
I benefici dello sviluppo digitale consapevole sono stati colti in Italia dalla Strategia per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, che presenta tra le sfide principali l’accelerazione del passaggio verso una società digitale, propedeutica al raggiungimento dei target europei sopracitati. Tale strategia intende innovare tutelando la sostenibilità economica, ambientale e sociale e garantendo pari opportunità di partecipazione. Cogliendo tale strategia, nel 2022 oltre il 45% delle aziende italiane ha adottato forme di smart working, permettendo ai propri dipendenti di lavorare da casa almeno un giorno a settimana. L’Italia si classifica, inoltre, come terzo Paese per la preparazione al 5G. Gli investimenti in telecomunicazioni, reti, software, automazione e altre infrastrutture tecnologiche, propedeutici al raggiungimento dei target europei, devono essere accompagnati dalla diffusione di una cultura e di una formazione che abilitino alle nuove tecnologie, a loro volta orientate verso l’economia sostenibile e circolare, oltre a essere incardinate a digitalizzazione e Intelligenza artificiale. Il Pnrr intende indirizzare, tramite il 22% dei fondi a disposizione, un’accelerazione digitale importante sul territorio nazionale, quale leva per dare un impulso decisivo alla competitività del Paese. In virtù del loro rapporto con la Pubblica amministrazione e con le Pmi, le utility ricoprirono un importante ruolo di supporto alla trasformazione digitale, tramite in particolare modo servizi digitali per l’ottimizzazione della resa dei processi produttivi, ma anche attraverso i sensori installati per la raccolta e l’analisi dati, senza dimenticare i macchinari connessi per lo svolgimento automatico di mansioni e la manutenzione predittiva. Ne sono un esempio le diverse applicazioni nei business di riferimento, quali le soluzioni di energy management guidate dai dati, grazie agli impianti e dispositivi connessi e dotati di sensoristica intelligente all’interno degli edifici pubblici, oppure i sensori e i dispositivi intelligenti distribuiti sul territorio, coordinati e integrati da piattaforme digitali che ne rielaborano i big data generati per la pianificazione delle risorse e l’ottimizzazione dei servizi. La diffusione capillare della tecnologia digitale investe tutti gli aspetti dell’operatività aziendale, estendendone i cambiamenti al punto da tradursi in ulteriori e nuovi servizi a valore aggiunto. L’aumento delle esigenze infrastrutturali, che continua a orientare la domanda di investimenti su connettività e strumenti di collaborazione a distanza, per le utility ha a oggetto le necessità di connessione e di sicurezza applicate allo smart working e altresì l’interazione multicanale con il cliente, senza dimenticare la gestione e la sensorizzazione delle infrastrutture sul territorio. Il processo di digitalizzazione, inoltre, viene alimentato dagli investimenti incrementali in Intelligenza artificiale e iperautomazione, Internet of Things e Internet of Behaviors (IoB), cloud distribuito e 5G. L’Operation technology (Ot) o telegestione, che nel corso degli anni passati si era sviluppata come area di nicchia limitata all’efficacia impiantistica e poco attenta ad aspetti di sicurezza informatica, ha richiesto alle aziende un incremento di investimenti volti a ridurre la fragilità dei sistemi. In questo contesto risulta fondamentale continuare a far leva su tutte le competenze tecnologiche e le risorse disponibili per aumentare il livello di protezione e l’attenzione verso i rischi di cybersecurity, al fine di contrastare le minacce e minimizzare le possibili conseguenze. I clienti di ogni settore, sempre più inclini all’interazione mediante canali digitali, si attendono risposte in tempo reale e l’ininterrotta disponibilità del servizio; pertanto, risultano in una posizione di vantaggio i fornitori più propositivi in termini di attenzione ai comportamenti e ottimizzazione dei consumi, ma anche, in misura crescente, di servizi aggiuntivi come smart house ed e-mobility.
Le piattaforme in cloud hanno reso disponibile connettività ad alta performance e consentito la realizzazione di importanti economie di scala infrastrutturali per uno sviluppo esponenziale della tecnologia, ottimizzando al massimo l’impiego del tempo. La disponibilità di potenze di elaborazione, inoltre, guida la diffusione di applicazioni di Intelligenza artificiale e Robotic Process Automation con integrata Intelligenza artificiale (Irpa), utili per assumere le decisioni di volta in volta più adeguate sulle azioni da compiere. L’identificazione e la formalizzazione di processi operativi che coniugano attività umane e attività automatizzate, bilanciandole in funzione del valore aggiunto al processo, si confermano quindi uno dei temi su cui tutte le organizzazioni dovranno porre particolare attenzione, non soltanto in termini di disegno organizzativo, ma anche dal punto di vista della pratica formativa e del monitoraggio operativo.
La valorizzazione della componente umana risulta altresì fondamentale per un equilibrio tra tecnologia e persone, focalizzando l’organizzazione delle risorse sulle attività a valore aggiunto, secondo uno schema di integrazione intelligente, che non si limita al mero efficientamento dei costi e alle logiche esclusivamente sostitutive, inscrivendosi piuttosto nel più ampio orizzonte della Just Transition traguardata dall’Unione Europea. L’attuale momento storico ha enfatizzato la necessità di indirizzare le priorità verso cui orientare la cultura aziendale, gli stili e i modelli di leadership. La forte accelerazione della trasformazione digitale conferma la necessità di un approccio sempre più sensibile agli aspetti relazionali. A fronte del consolidamento del lavoro da remoto, pertanto, la capacità delle imprese di sviluppare comunità distintive e inclusive è un fattore critico di successo e il suo consolidamento consente di ridurre il rischio di indebolimento del capitale relazionale derivante da un utilizzo non consapevole del lavoro a distanza. Il riposizionamento delle priorità individuali verso un concetto di benessere individuale a 360° e maggior ricerca di flessibilità, unito a una crescente necessità di integrazione tra vita privata e lavorativa, stanno spingendo le aziende a ricercare un costante allineamento tra purpose individuale e collettivo. La digital workplace transformation e l’interconnessione su un’unica piattaforma permettono di interagire, condividere informazioni e guadagnare conoscenze e competenze. Alcune ricerche del World Economic Forum in ambito energy e utility, tuttavia, evidenziano che una quota pari all’11,8% di lavoratori risulta essere a rischio ricollocamento, con un tasso di reimpiego di successo pari solo al 51%. L’evoluzione socio-demografica, caratterizzata da una minore natalità e una crescente incidenza dei fenomeni migratori, porterà inoltre a un aumento della compresenza di generazioni diverse all’interno delle organizzazioni e a una sempre maggiore attenzione ai temi legati alla diversità e inclusione. Le transizioni in atto, tecnologica, energetica e ambientale, unite all’evoluzione dei modelli organizzativi e delle modalità di lavoro, impattano sull’evoluzione delle competenze e sui modelli di apprendimento, ma anche su un concetto di leadership fondato su autenticità, autonomia e trasparenza, su un performance management al di là dei confini di spazio e tempo, nonché su una maggiore ricerca di agilità e partecipazione per la normativa del lavoro. I ruoli emergenti su cui indirizzare gli investimenti formativi dipenderanno da competenze legate alla trasformazione digitale, alla transizione energetica (con focus su decarbonizzazione ed energie rinnovabili), alla transizione ambientale (con focus su economia circolare, climate change e green finance) e, non ultimi, al problem solving e al self management, dunque nel segno di un’accresciuta importanza delle cosiddette soft skills. La capacità tecnologica di acquisire ingenti moli di dati rende ulteriormente importante investire sulla capacità umana di leggerli e renderli parlanti, affinché possano generare il valore atteso. Al tempo stesso, mentre l’adozione sempre più pervasiva di strumenti per la collaborazione a distanza ha creato un cambiamento del modo di lavorare e di misurare le performance, la capacità di offrire un ambiente che risulti connesso anche in termini di relazioni umane diventa, proprio per questo, ricercata e apprezzata. La diffusione della capacità di performance management, attraverso il radicamento di fiducia, responsabilità, motivazione e autonomia, è necessaria per assicurare il raggiungimento degli obiettivi in un contesto in cui il fattore tempo di lavoro acquisisce sempre minore importanza rispetto al risultato, e si è rivelata dirimente. L’employer branding, inoltre, sarà determinante per attrarre e mantenere ingaggiati i talenti; l’engagement e l’inclusione, interconnessi tra loro dall’idea che ogni persona deve essere valorizzata e incoraggiata a esprimere il proprio potenziale, sono fondamentali per la massimizzazione della performance.
Al fine di generare valore per le persone, appare sempre più necessaria un’evoluzione verso una data governance strutturata e verso lo sviluppo di comportamenti sostenibili e orientati alla circolarità. Abilitare esperienze e percorsi di formazione e sviluppo sempre più determinati da logiche di responsabilizzazione individuale e collettiva consentirà di affrontare scenari futuri mutevoli e non sempre prevedibili. Modelli organizzativi flessibili per aumentare l’agilità e la resilienza, azioni di responsabilizzazione individuale, accompagnate dal ripensamento delle modalità di lavoro, dalla reinterpretazione di spazio e tempo, e dal benessere delle persone, sono pertanto driver per la valorizzazione del capitale umano e, di conseguenza, per l’incremento della produttività. A tale proposito, la creazione di contesti equi e inclusivi è imprescindibile per la comunità finanziaria responsabile e l’impegno per la promozione di politiche di inclusione e tutela della diversità deve tradursi sempre di più in una lotta contro la discriminazione sul luogo di lavoro.
L’analisi di scenario è una metodologia per la definizione di input utili ai piani strategici per incrementare l’efficacia del modello di business nel tempo.
Questo tipo di analisi consiste in un processo volto a testare la resilienza della strategia sotto diverse assunzioni che descrivono possibili stati futuri. Per il Gruppo Hera è fondamentale analizzare il potenziale impatto, positivo o negativo, di diversi scenari economico-finanziari, di business, normativi, competitivi, ambientali, tecnologici e del capitale umano che siano differenti tra loro, ma ugualmente plausibili e internamente coerenti.
Lo studio degli scenari è stato declinato anche con riferimento ai cambiamenti climatici, al fine di comprendere come le opportunità e i rischi climatici fisici e di transizione possono plausibilmente condizionare il business e i relativi ambiti dello stesso nel tempo.
Lo schema di riferimento entro cui è stata sviluppata la strategia nei diversi ambiti di riferimento si compone di tre dimensioni:
Ambito macroeconomico e finanziario
La struttura di debito verso cui è orientato il Gruppo Hera risponde alle esigenze di business, non soltanto per quanto riguarda la durata dei finanziamenti, ma anche per l’esposizione ai tassi di interesse; la strategia finanziaria, a sua volta, è orientata a massimizzare il profilo di rendimento pur mantenendo una strategia prudenziale verso il rischio.
Lo scenario di piano prevede che la struttura finanziaria del Gruppo manterrà, al 2026, il 20% di indebitamento a tasso variabile e l’80% di debito a tasso fisso, nel rispetto dei limiti della policy sui rischi finanziari.
Tali proiezioni si inseriscono nel quadro di un’attenta programmazione a lungo termine delle risorse finanziarie necessarie, che Hera effettua tramite l’analisi e il monitoraggio dei flussi di cassa, prestando attenzione a mantenere una struttura di indebitamento flessibile ed efficiente. Il costo medio del debito, in particolare, è costantemente attenzionato, sia attraverso attività di financial risk management che, allo scopo di limintare il rischio di fluttazioni di tassi d’interesse, contemplano anche il ricorso a strumenti derivati, sia grazie a valutazioni di operazioni di liability management volte a cogliere opportunità di mercato favorevoli e a mantenere un profilo di rimborso del debito omogeneamente distribuito nel tempo. Un obiettivo sfidante per i prossimi anni di Piano, in uno scenario di tassi crescente e di mercato altamente volatile, è quello di contenere il costo medio del debito attraverso attività di liability e financial risk management. Il piano conferma la volontà di far fronte al fabbisogno finanziario tramite emissioni obbligazionarie a tasso fisso, anche di tipo green e/o sustainable, cogliendo eventuali opportunità di finanza agevolata, al fine di rispondere con ulteriori incrementi di efficienza alle necessità di investimento del Gruppo e garantire così la realizzazione di progetti innovativi e sostenibili nei settori ambientale, idrico ed energetico. La strategia di funding è riflessa nelle azioni inserite nel piano industriale relative a progetti per la riduzione delle emissioni di gas serra e l’aumento dei quantitativi di plastica riciclata.
La maggior parte del business del Gruppo è concentrato sul territorio nazionale, pertanto il rating dello stesso è strettamente connesso al rating, al trend macroeconomico e allo scenario politico del paese. Le azioni e le strategie di Hera si confermano orientate a prefigurare il mantenimento e il miglioramento di adeguati livelli di rating; la consueta attività di comunicazione con le agenzie di rating Moody’s e Standard & Poor’s (S&P) ha confermato riscontri positivi in termini di solidità e ottimo equilibrio del portafoglio di business, nonché in termini di eccellenti performance operative, gestione efficiente e proattiva del rischio e resilienti indicatori di merito creditizio. Nel 2022, in particolare, i rating di Moody’s e S&P sono stati confermati rispettivamente con BAA2, con outlook da stabile a negativo, che riflette il peggioramento dell’outlook del rating sovrano (poiché, nonostante il riconoscimento della solidità e sostenibilità del business, il rating di una Società non può essere superiore di 1 notch rispetto a quello del Paese in cui opera), e BBB+ con outlook stabile. Il rating ottenuto è fra i più alti del settore delle multiutility a livello europeo e superiore al rating sovrano, a conferma del percorso di crescita attuato nel corso degli anni e dei risultati allineati alle previsioni pluriennali.
In arco piano, la continua adozione delle best practice di rendicontazione finanziaria sostenibile supporterà il Green financing e i rating del Gruppo. Hera è già impegnata da tempo nel green funding: è stata infatti la prima società italiana a emettere un green bond nel 2014, cui ha fatto seguire un finanziamento Esg linked nel 2018, per poi dotarsi, nel 2019, di un vero e proprio Green financing framework (Gff), accompagnato da un’ulteriore emissione obbligazionaria di tipo green. L’atteso e ulteriore miglioramento dei rating di sostenibilità, a sua volta, permetterà di accedere ancora più facilmente alle linee dedicate ai finanziamenti sostenibili, caratterizzati da costi potenzialmente inferiori a quelli delle linee di credito tradizionali. In coerenza con tali indirizzi, è poi in corso il recepimento (da parte del Gruppo) delle raccomandazioni della Task force on climate-related financial disclosures (TCFD) del financial stability board, che prevedono la definizione di scenari climatici, rischi e opportunità legati al cambiamento climatico, così come dei processi di gestione di tali rischi, nonché la definizione di target di riduzione delle emissioni climalteranti.
In questo contesto, l’ingresso nel Dow Jones Sustainability Index (DJSI), primo indice in grado di tracciare le performance finanziarie delle società leader a livello mondiale in tema di sostenibilità, attesta la bontà e la credibilità del percorso intrapreso dal Gruppo Hera, schiudendo ulteriori sviluppi. Riconoscimenti di questo tipo, infatti, fungono anche e soprattutto da stimolo e consentono a Hera di individuare le aree da sviluppare per un ulteriore miglioramento delle proprie performance e, insieme, per includere nella platea degli investitori anche i soggetti impegnati nel socially responsible investing (Sri), segmento, come detto, in grande e continua espansione.
Ambito di business: la strategia industriale
Il piano industriale 2022-2026 del Gruppo, approvato a febbraio 2023, è stato redatto nell’ambito di un contesto esterno complesso, fortemente perturbato dalla crisi geopolitica ed energetica. Di fronte a uno scenario così sfidante, la strategia del Gruppo al 2026 conferma le dimensioni strategiche della precedente pianificazione rimettendo in primo piano il rapporto sinergico con il proprio territorio di riferimento, attraverso significativi investimenti in progetti in grado di rispondere efficacemente ai principali macrotrend del settore delle utility: transizione ecologica, innovazione, coesione e sviluppo sociale.
Per indirizzare la transizione ecologica, il piano del Gruppo punta sulla riduzione delle emissioni climalteranti, sull’economia circolare e sulla resilienza dei servizi, per migliorarne qualità e continuità.
La strategia del Gruppo Hera, inoltre, si sviluppa grazie al solido contributo dell’innovazione, tramite l’adozione di soluzioni tecnologiche che permetteranno di conoscere e monitorare i bisogni dei clienti, adattando i servizi esistenti alle loro esigenze, e di ottimizzare la gestione degli asset, razionalizzando la loro manutenzione.
Nei business a mercato del settore energia, il Gruppo punta a consolidare il proprio posizionamento a livello nazionale grazie al progressivo incremento della base clienti, fino a raggiungere il target di quattro milioni di clienti energy al 2026. Tale traguardo sarà perseguito attraverso un potenziamento e arricchimento del portafoglio di servizi a valore aggiunto offerti, con soluzioni sempre più avanzate per abilitare e supportare i clienti nel percorso verso la transizione energetica. Alcuni esempi in tale senso sono rappresentati dalle offerte per il monitoraggio e la riduzione degli sprechi, tra cui la vendita di termostati smart, e da quelle che mirano a incrementare l’efficienza energetica. Il pacchetto di servizi innovativi comprende, inoltre, la vendita di colonnine di ricarica per la mobilità sostenibile e la progettazione, vendita e installazione di impianti fotovoltaici.
La base clienti verrà ampliata anche sfruttando le opportunità derivanti dal superamento della maggior tutela elettrica, la cui fine è prevista per i clienti domestici a gennaio 2024.
L’innovazione costituirà un elemento chiave per abilitare l’evoluzione del rapporto tra venditore e cliente verso nuovi standard di qualità e soddisfazione. Ciò sarà possibile grazie a offerte personalizzate, che faranno leva sui dati raccolti dai contatori di seconda generazione, e all’introduzione di soluzioni di Intelligenza artificiale, a supporto dei vari applicativi aziendali utilizzati nelle relazioni con la clientela.
Nel business dei servizi energia, il Gruppo punta a intercettare le nuove opportunità di efficienza energetica che emergeranno in particolare nel segmento delle Pubbliche amministrazioni, grazie al Pnrr e agli obiettivi nazionali di risparmio energetico.
Per quanto concerne il business del trattamento e recupero dei rifiuti, il Gruppo intende consolidare la propria posizione di leadership facendo leva sullo sviluppo impiantistico e industriale, nonché sullo sviluppo commerciale nei settori dei rifiuti industriali e del recupero. In quest’ultimo ambito Hera, attraverso la controllata Aliplast, svilupperà nuovi progetti sia per ampliare la capacità impiantistica nei segmenti già presidiati, come la produzione di PET riciclato a uso alimentare e di polimeri riciclati per cosmetica e food, sia nei segmenti di nicchia che in quelli più innovativi. In particolare, saranno realizzati due nuovi impianti all’avanguardia finanziati in parte anche dal Pnrr: in arco piano verranno avviati l’impianto per la rigenerazione delle fibre di carbonio a Imola (Bo) e quello per il recupero delle plastiche rigide a Modena.
Sul versante dello sviluppo commerciale verranno rafforzate anche le soluzioni di Global Waste Management offerte ai clienti industriali: servizi personalizzati che coprono l’intero ciclo dei rifiuti, la gestione della risorsa idrica e i servizi energetici, andando a valorizzare appieno le sinergie tra i diversi business presidiati dal Gruppo. Inoltre, verranno proposti ai clienti interventi di miglioramento della circolarità delle proprie attività produttive e logistiche, con l’obiettivo di ridurre la produzione di rifiuti o modificarne la natura verso matrici di rifiuto a maggior valore. Infine, è previsto uno sviluppo nel settore delle bonifiche che sarà anche accelerato da operazioni societarie di acquisizione.
Per quanto riguarda i business regolati, la strategia per i prossimi anni poggerà sull’innovazione e sulla digitalizzazione, sia per incrementare la resilienza delle infrastrutture gestite, sia per migliorare le operations, a beneficio del servizio reso ai clienti del Gruppo.
Ad esempio, l’impiego di modelli di manutenzione predittiva e di modellazione funzionale permetterà di classificare, pianificare e meglio dimensionare gli interventi necessari sulla pluralità di reti gestite, con benefici sia di natura economica che di resilienza del sistema.
Nella distribuzione di gas ed elettricità la spinta all’innovazione verrà dall’installazione di circa 410 mila contatori elettrici di seconda generazione (2G), che consentiranno una misurazione più puntuale dei consumi, e di circa 300 mila smart meter gas NexMeter, brevettati da Hera, con funzioni di sicurezza avanzate in caso di fughe o terremoti e utilizzabili anche per miscele di gas verdi.
In arco piano, il Gruppo evolverà ulteriormente i propri business verso la decarbonizzazione tramite investimenti in progetti innovativi e circolari, volti a presidiare l’impiego di gas rinnovabili dalla fase di produzione degli stessi fino agli usi finali e a sostenere l’elettrificazione dei consumi e l'aumento della generazione distribuita. Ad esempio, è previsto l’avvio dell’impianto Power-to-gas, realizzato presso il depuratore Idar di Bologna Corticella, che utilizzerà acqua reflua ed energia elettrica originata da fonte rinnovabile per produrre biometano e ossigeno.
Nel ciclo idrico proseguiranno gli interventi per rendere le reti più resilienti ai cambiamenti climatici, più intelligenti in termini di automazione e monitoraggio da remoto degli asset e più efficienti nella gestione della risorsa idrica. Verrà sviluppato ed esteso il programma di distrettualizzazione della rete acquedottistica, che permette di svolgere un’azione di controllo costante dello stato delle condutture all’interno di porzioni di rete idrica (distretti), grazie a un preciso sistema di monitoraggio che restituisce dati in grado di offrire anche indicazioni sulla presenza di perdite occulte, nonché di intervenire sulla regolazione della pressione da remoto. In relazione alla gestione sostenibile della risorsa idrica, sono previste diverse iniziative di economia circolare per il risparmio, riuso e recupero dell’acqua, sia presso i clienti sia nelle attività e sedi del Gruppo, anche mediante un’efficace ottimizzazione della gestione dei fanghi da depurazione e al riciclo di materia dai rifiuti del ciclo idrico con un’impiantistica dedicata e strumenti innovativi.
Nel teleriscaldamento gli investimenti saranno principalmente destinati a progetti volti a sviluppare e ottimizzare i sistemi già esistenti e a massimizzare l’impiego di calore di origine rinnovabile. In tal senso, il principale progetto di efficientamento, aggiudicatario di fondi Pnrr, è rappresentato dall’interconnessione tra due sistemi di teleriscaldamento a Bologna: la Sede S. Giacomo (alimentata da un impianto cogenerativo con caldaia di integrazione a gas) e il Sistema Caab Pilastro.
Nel business dell’igiene urbana, infine, il Gruppo confermerà il proprio impegno a raggiungere gli ambiziosi obiettivi di riciclo, attraverso il miglioramento della qualità della raccolta differenziata. Da un lato verranno avviate nuove campagne di comunicazione e azioni di engagement dei cittadini, con particolare attenzione alle plastiche monouso e agli imballaggi, nonché alla lotta agli abbandoni e al degrado. Dall’altro giocherà un ruolo rilevante anche il passaggio previsto di tutti i comuni dell’Emilia-Romagna a sistemi di misurazione puntuale entro l’orizzonte di piano. Come ulteriore sostegno ai comportamenti virtuosi dei cittadini, verranno messi a disposizione oltre 60 mila cassonetti smarty, che potranno essere monitorati da remoto e in tempo reale (control room) al fine di migliorare il servizio e ottimizzare gli interventi degli operatori.
La strategia industriale fin qui descritta consente di proiettare al 2026 una crescita del margine operativo lordo del Gruppo di oltre 250 milioni di euro, rispetto al consuntivo 2021, per traguardare i 1.470 milioni di euro in uscita di piano. Lo sviluppo seguirà un percorso solido, sostenibile ed equilibrato, alimentato sia dalla componente organica sia da quella per linee esterne, in coerenza con la storia e l’evoluzione industriale di Hera negli anni. Sono previsti investimenti per circa 4,1 miliardi di euro in cinque anni, un importo significativamente superiore (circa 53%) rispetto alla media dell’ultimo quinquennio e in crescita anche rispetto alla precedente pianificazione. Questi investimenti saranno supportati da oltre 130 milioni di euro di finanziamenti Pnrr tra i bandi già assegnati, che consentiranno di accelerare gli interventi per la transizione ecologica sui territori serviti, a dimostrazione di come la strategia del Gruppo sia pienamente in linea con le policy nazionali ed europee in tema di sostenibilità. La marginalità generata in arco piano permetterà di far fronte all’importante impegno finanziario richiesto in termini di investimenti, consentendo anche di riportare il rapporto tra Pfn ed Ebitda al di sotto della soglia 3x a partire dal 2025, a conferma della solidità del Gruppo.
Al 2026, il 62% del Mol complessivo di Gruppo contribuirà alla creazione di valore condiviso, alimentato da circa 2,8 miliardi di investimenti in arco piano (pari al 70% del montante complessivo di investimenti previsti del quinquennio), target in linea con l’obiettivo che il Gruppo si è dato al 2030 di incrementare la quota di Mol a valore condiviso fino al 70%. Il piano al 2026 conferma, inoltre, la convergenza della traiettoria anche verso gli altri obiettivi al 2030 che Hera sta perseguendo su neutralità carbonica ed economia circolare, tra cui si annoverano l’ambizioso target di riduzione delle emissioni del 37% (obiettivo rispetto all’anno 2019 con validazione SBTi) e l’incremento del 150% delle plastiche riciclate (rispetto ai riferimenti 2017).
Le utility sono chiamate a sviluppare strategie in grado di indirizzare efficacemente le sfide e le priorità dei prossimi anni. La strategia di Hera è stata da sempre fondata su uno stretto rapporto con il territorio e con il proprio ecosistema. L’evoluzione del contesto nelle dimensioni economica, politica, locale e tecnologica, si riverbera sulle attività trasversali del Gruppo e sulle direttrici che caratterizzeranno l’evoluzione delle stesse, stimolandone una sempre maggiore resilienza e accelerando l’evoluzione della cultura aziendale. Territorio, in particolare, rappresenta la sintesi degli assi strategici del Gruppo ed è declinata in diversi ambiti di azione:
Si rimanda ai paragrafi seguenti per maggiori dettagli circa le azioni strategiche sopracitate e per l’attenzione al capitale umano implicata da ognuna di esse.
Climatico e ambientale: lo sviluppo sostenibile
Il framework del valore condiviso Hera, introdotto nel 2016, ha orientato la strategia del Gruppo verso una crescita basata sulle risposte ai problemi del contesto esterno, capace di massimizzare il valore condiviso, sia per l’azienda sia per la comunità. Creare valore condiviso è la prospettiva che integra l’orientamento alla sostenibilità nel cuore stesso dell’approccio strategico del Gruppo.
Nell’ultima revisione del modello sono stati inclusi i temi della resilienza e dell’adattamento ai cambiamenti climatici, quello dell’acqua potabile (incluso all’interno dell’ambito che riguarda la gestione sostenibile della risorsa idrica) e quello della biodiversità, fronti su cui il Gruppo è di fatto impegnato da anni, che vanno a integrare le altre dimensioni in cui si articola il framework Hera (come l’economia circolare e la gestione sostenibile della risorsa idrica). L’obiettivo del Gruppo è quello di creare valore condiviso tramite le attività di business fortemente integrate nel tessuto socio-economico del territorio, che generano margini operativi e che rispondono ai driver dell’Agenda Globale, ossia quelle call to action al cambiamento, indicate dalle politiche a livello mondiale, europeo, nazionale e locale. Il 2022 ha confermato la bontà delle iniziative già avviate dall’Agenda Globale ONU al 2030 per rispondere ai megatrend in essere: pianeta fragile, disruption tecnologica e urbanizzazione accelerata sono stati considerati i più strettamente legati al business di Hera e con un impatto diretto sulle attività aziendali. Il contributo di Hera è preponderante in sette sustainable development goals dell’Agenda 2030: 6. acqua pulita e servizi igienico-sanitari, 7. energia pulita e accessibile, 9. imprese, innovazione e infrastrutture, 11. città e comunità sostenibili, 12. consumo e produzione responsabili, 13. lotta contro il cambiamento climatico e 17. partnership per gli obiettivi.
Si rimanda al sito web del Gruppo ( https://www.gruppohera.it/gruppo/sostenibilita) e al bilancio di sostenibilità (sezione Strategia sostenibile e Valore condiviso) per il maggior dettaglio delle azioni che il Gruppo intende promuovere contribuendo in senso ampio ai 17 Goal dell’Agenda ONU 2030. Si segnala, inoltre, che il Gruppo si è posto chiari obiettivi industriali sia al 2026 che al 2030 per portare un significativo contributo al raggiungimento della neutralità carbonica. Tra i principali contributi si annoverano le soluzioni di efficienza energetica applicate sia al perimetro del Gruppo che ai clienti (valorizzando asset multibusiness), lo sviluppo di nuova impiantistica rinnovabile, la vendita ai clienti di energia verde e, come già riportato, il forte impegno a ridurre le emissioni di anidride carbonica della filiera industriale del 37% entro il 2030 (rispetto al 2019), calcolato secondo i riferimenti Science Based Target.
Al fine di diffondere tra l’intera popolazione del Gruppo una cultura legata agli SDGs, sono stati resi disponibili sulla piattaforma formativa aziendale eventi formativi dedicati, in particolare all’economia circolare; l’Agenda ONU, inoltre, rientra nella formazione per tutti i neoassunti. Tra le principali azioni si annoverano quelle orientate alla promozione dell’efficienza energetica, alla gestione sostenibile della risorsa idrica, alla selezione di fornitori con qualificazione in termini di aspetti di sostenibilità ambientale e sociale, allo sviluppo dell’occupazione e delle nuove competenze e alla diffusione dell’innovazione e della digitalizzazione. La consapevolezza della rilevanza del fenomeno di cambiamento climatico è ritenuta dal Gruppo il primo necessario passo verso l’incorporazione nella strategia aziendale di puntuali risposte ai rischi e alle opportunità che ne derivano e al conseguente riflesso degli effetti di tali risposte nella redazione dei piani pluriennali.
Tra le iniziative individuate per cogliere le opportunità emergenti dall’analisi degli scenari climatici ipotizzati, le più promettenti sono state incluse nel piano industriale al 2026, che riflette altresì le azioni di mitigazione identificate in risposta ai rischi identificati. In particolare, la strategia del Gruppo per attuare la mitigazione dei cambiamenti climatici si concretizza principalmente in:
Per supportare la transizione energetica cui è chiamata l’intera società, il Gruppo Hera prevede sostanzialmente azioni mirate a incrementare l’incidenza dell’efficienza energetica presso le diverse categorie di utenza, nonché a sfruttare ogni forma possibile di energia rinnovabile.
Le azioni per ridurre i consumi energetici all’interno del perimetro del Gruppo (-8,6% al 2026 rispetto al 2013) proseguiranno pertanto con rinnovato slancio.
La resilienza delle reti e degli impianti, il riciclo, la raccolta differenziata, le attività di depurazione e fognatura, il risparmio della risorsa idrica guidano specifici progetti delle diverse filiere. A titolo esemplificativo, le fasi di progettazione ed esecuzione delle opere di ingegneria mostrano una progressiva attenzione alle tematiche della sostenibilità, della riduzione dell’impronta ambientale e della minimizzazione dell’impiego di suolo vergine. La tecnologia building information modeling (Bim), che rende possibili analisi materiche (anche al momento della demolizione di impianti), prevede la massimizzazione del riciclo e riutilizzo ed estende l’approccio circolare anche nel fine vita dell’opera. Lo sviluppo delle attività di riciclo della plastica, in termini di aumento di capacità di riciclo delle plastiche flessibili, oltre alla realizzazione di impianti per il riciclo di nuove tipologie di plastiche (rigide e fibre di carbonio) e il trattamento di plastica e carta, l’incremento della produzione di biometano, previsti in arco piano, sono sempre più orientati a dare nuovo valore alla frazione organica del rifiuto solido urbano. Le logiche della circolarità coinvolgono, inoltre, i principali processi di acquisto del Gruppo: l’approccio strategico di Hera prevede sempre maggiore attenzione a materiali o beni che rispondono ai principi dell’economia circolare ed estende l’adozione di criteri ambientali minimi (Cam) per la determinazione delle caratteristiche merceologiche, non solo alle componenti per gli allacciamenti acquedottistici bensì ad altri elementi standard delle reti quali riduttori gas, acqua e sollevamenti fognari. Il Gruppo conferma il proprio impegno nell’adozione e diffusione di soluzioni di economia circolare, con obiettivi industriali di medio e lungo termine, e progettualità basate su scadenze definite, tramite soluzioni tecnologiche e comportamentali. Tali soluzioni sono orientate a migliorare volumi e qualità della raccolta differenziata, a consentire nuova capacità impiantistica per il trattamento, recupero e riciclo dei rifiuti urbani speciali (anche attraverso partnership sul territorio locale), al revamping di impianti di trattamento fanghi, al recupero di sabbia dai rifiuti del ciclo idrico integrato per il successivo realizzo, e infine alla tecnologia, per massimizzare il riuso della risorsa idrica e per l’impiantistica evoluta per la qualità della depurazione, anche tramite upgrading tecnologico dei sistemi di disidratazione. Gli interventi volti a incrementare la resilienza delle attività del Gruppo prevedono altresì l’installazione di accessori e sensoristica telecontrollati in tutte le reti (per garantire monitoraggio e gestione da remoto), l’installazione di contatori intelligenti per ogni business, l’implementazione di strumenti di programmazione e modellazione basati sull’intelligenza artificiale per anticipare eventi critici o ottimizzare la manutenzione.
A beneficio della diffusione dei modelli circolari verrà poi dedicata maggiore attenzione ai tanti strumenti di engagement del cliente, in modo da utilizzare i vari canali di comunicazione/diffusione in base alla vocazione dei diversi territori, nonché di migliorare e ampliare gli strumenti già esistenti ponendo attenzione alle differenti tipologie di clienti.
La campagna di sensibilizzazione e consapevolezza delle sfide ambientali, continuerà a coinvolgere i giovani alunni delle scuole (progetti di educazione ambientale) e verrà portata avanti attraverso i principali media a livello locale (press tour sui temi dell’ambiente).
Le politiche di decarbonizzazione riducono la dipendenza dai combustibili fossili e pertanto contribuiscono a garantire anche la sicurezza del sistema. Gli asset del parco impiantistico del Gruppo presentano poi ulteriori potenzialità per cogliere opportunità legate allo sviluppo di nuovi vettori energetici rinnovabili, come l’idrogeno. Il Gruppo intende presidiare le diverse fasi di questa filiera e sta avviando progetti sperimentali in tal senso. Nella fase di produzione di idrogeno sostenibile, una soluzione circolare è rappresentata dalle sinergie tra processo elettrolitico e processo di depurazione delle acque, con molteplici flussi circolari di materia tra le due attività (ossigeno come input per la depurazione e biogas da fanghi di depurazione come materia per la metanazione dell’idrogeno). Gli impianti waste-to-energy del Gruppo potranno destinare la quota di energia elettrica biogenica (considerata rinnovabile) all’alimentazione di elettrolizzatori in grado di ottenere idrogeno da destinare alla clientela industriale, alla mobilità o alla rete di distribuzione. Proprio con riferimento alla distribuzione del gas sono in corso sperimentazioni sugli asset del Gruppo per vagliare la percentuale di blending tra metano e idrogeno, ottimale per il funzionamento degli asset di cogenerazione e degli impianti per le utenze industriali e domestiche. Si segnala, infine, il progetto relativo all’installazione dei contatori NexMeter di ultima generazione, predisposti anche per la misurazione di miscele idrogeno/metano, come dettagliato nei paragrafi precedenti.
Per Hera, la necessità di garantire qualità e continuità dei servizi essenziali in un contesto così mutevole e soggetto a un incremento dei rischi climatici, rappresenta un costo, ma allo stesso tempo un’opportunità. Il necessario incremento degli investimenti per aumentare la resilienza dei propri asset pone il Gruppo, grazie alla sua solidità e capacità finanziaria, in una posizione di vantaggio rispetto ai concorrenti di minori dimensioni, che potrebbero presentare maggiori difficoltà nell’affrontare tale mole di investimenti. Il potenziamento interno, inoltre, accompagnato da crescita per linee esterne e gare, consente di cogliere nel modo più efficace le opportunità di sviluppo. A tal proposito, in arco piano sono previsti ulteriori consolidamenti nei business dell’ambiente e dell’energia che permetteranno sinergie su attività complementari a quelle del Gruppo. Si tratta del l’ampliamento dell’offerta di servizi dello stesso mentre, per quanto riguarda i mercati energy, Hera Comm, già aggiudicataria di due lotti della salvaguardia elettrica per gli anni 2023-2024, è in attesa delle gare previste nel 2023, per gli anni termici 2023-2024 e 2024-2025, per i mercati FUI Gas e Default Gas. Per quanto riguarda i mercati regolati sono possibili ulteriori bandi in arco piano. Numerosi progetti del Gruppo rientrano nel perimetro di finanziabilità del Pnrr e hanno a oggetto l’economia circolare: tra gli obiettivi degli stessi, si segnalano il miglioramento e la meccanizzazione della rete di raccolta differenziata urbana, la costruzione, l’ammodernamento e l’ampliamento degli impianti di trattamento per la raccolta differenziata, per fanghi di acque reflue, rifiuti di pelletteria e tessili.
Si attende l’uscita nei prossimi mesi di diversi bandi di interesse per la multiutility.
Il Gruppo, in altri termini, ambisce a sfruttare le opportunità offerte dall’evoluzione tecnologica e dalla digitalizzazione per estrarre innovazioni, miglioramenti operativi, efficienze di costo e sinergie collegate alla gestione di dati, così da rispondere alle esigenze del territorio e degli stakeholder, assumere un ruolo di rilievo nell’erogazione di servizi e accompagnare le città verso nuovi modelli di sviluppo, presidiando ogni upgrade tecnologico attraverso l’analisi dei suoi impatti e la mitigazione dei suoi effetti collaterali.
Tecnologico e del capitale umano: l’innovazione
Capofila delle evoluzioni tecnologiche nei processi produttivi sono i progressi dell’industria chimica e dell’ingegneria, che interessano la filiera dell’ambiente (plastica in primis) o dell’energia (biocarburanti e biocombustibili), alla ricerca di soluzioni concrete che possono rivelarsi abilitanti nella sfida dell’adattamento al cambiamento climatico o nel contrasto al depauperamento del patrimonio di risorse naturali. Il Gruppo sfrutta strategicamente tali progressi al fine di individuare processi di riciclo delle plastiche complementari a quello meccanico e di rendere il processo efficace anche per le frazioni plastiche meno pure e meno pregiate. Gli stessi progressi consentono, ad esempio, di sperimentare soluzioni che utilizzano l’eccesso di energia elettrica rinnovabile (altrimenti inutilizzabile) per scindere la molecola dell’acqua in idrogeno e ossigeno e convertirla poi in gas metano sintetico con l’addizione di carbonio (da CO 2).
Hera si è dotata di una strategia di Gruppo per sfruttare tutte le informazioni disponibili e poter garantire qualità e scambio di flussi di dati. I principi che hanno guidato l’implementazione della strategia sono quelli di un approccio organizzativo per l’architettura dei dati, che si articola nell’organizzazione delle informazioni per domini, nello sviluppo secondo una strategia di prodotto, su una piattaforma tecnologica self-service e con l’adozione di un modello di governance federato.
Il modello di data strategy del Gruppo e le relative linee guida sono oggetto di percorsi di formazione dedicati alle singole unità aziendali, con lo scopo di diffondere il piano strategico su tutti i livelli. Al fine di aumentare la capacità di intercettare eventi anomali, le fonti dati utilizzate con la convergenza tra ambiente gestionale (applicativi) e industriale (impianti del Gruppo) devono essere continuamente estese. Le attività di vulnerability assessment su entrambi gli ambienti, finalizzate alla prevenzione di attacchi ai sistemi e agli impianti, sono fondamentali; a tal fine il modello prevede azioni e responsabilità distribuite e lo stesso sarà ulteriormente rafforzato in arco piano, mediante progetti volti all’incremento della capacità di monitoraggio e all’evoluzione degli strumenti di prevenzione.
Il settore utility è frammentato e caratterizzato da forti gap tecnologici, la cui risoluzione risulta essere necessaria per adeguarsi alle nuove direttive europee. Al fine di consolidare il proprio ruolo nel settore delle utility italiane, Hera intende far leva sulle specializzazioni costruite nel tempo, attraverso l’implementazione di nuovi metodi analitici e lo sviluppo di progetti di automazione e digitalizzazione dei processi. I principali assi di sviluppo per la digitalizzazione delle attività del Gruppo prevedono:
Come ulteriori sviluppi alla digitalizzazione, si segnalano la definizione di un articolato piano formativo specifico dedicato a rafforzare le competenze dei dipendenti in ambito innovazione e sostenibilità, la prosecuzione dei progetti di data analytics e l’Intelligenza artificiale a supporto di economia circolare e transizione energetica, come verranno successivamente illustrati nelle strategie di sviluppo del capitale umano.
I processi di trasformazione digitale copriranno diversi ambiti aziendali, per cogliere al meglio le opportunità delle nuove tecnologie. Nei business di vendita (energia e gas), ad esempio, le attività di acquisizione clienti saranno supportate da strumenti avanzati di digital marketing, le infrastrutture tecnologiche dei processi di fatturazione saranno rinnovate per ottimizzare il processo meter to cash e, a potenziamento della customer centricity, sarà messa a regime una nuova piattaforma di customer relationship management. È stata inoltre introdotta la gamma PiùControllo, tramite la quale la clientela dotata di contatori elettrici di seconda generazione, potrà monitorare tramite app i consumi energetici ora per ora, e potrà avere visibilità delle ore a prezzo più conveniente dell’energia del giorno dopo. Nei business di distribuzione (reti acqua, gas ed energia elettrica) e di raccolta (rifiuti) è pianificata l’implementazione di funzionalità evolute volte al miglioramento dell’efficacia del servizio, come la manutenzione predittiva, la condivisione dell’andamento delle attività operative con i Comuni attraverso lo sviluppo di un sistema duale, la realizzazione di un controllo virtuale per i contenitori al fine di ottimizzarne la manutenzione.
La progettazione della data strategy è sempre più finalizzata a trasformare il Gruppo in un’azienda data driven, ove le decisioni guidate dai dati, valorizzati come asset aziendale e soggetti a una lettura etica e consapevole, evidenziano una crescente importanza della gestione del dato e delle risorse dedicate alla sua protezione.
Nel 2022 gli eventi geopolitici internazionali connessi al conflitto Russia-Ucraina hanno spinto l’Agenzia per la cyber sicurezza nazionale ad alzare il livello di allerta della cyber security e questo ha imposto a Hera un incremento dei monitoraggi a opera del Security operation center (Soc) di Gruppo. Le iniziative di cyber security sono proseguite e saranno rinnovate in termini di tecnologie, processi e persone. Nell’ambito delle tecnologie, gli interventi sono rivolti al miglioramento della sicurezza dei dispositivi mobili (smartphone e tablet) e al controllo degli accessi ai servizi cloud. Per la sicurezza degli smartphone e dei tablet è stata attivata una soluzione per il monitoraggio in tempo reale (centralizzato presso il Soc di Gruppo) dell’80% dei dispositivi aziendali. Per la protezione degli accessi ai servizi cloud è programmata una soluzione cloud access security broker e il monitoraggio degli eventi è centralizzato presso il Soc. Il servizio di monitoraggio della cyber sicurezza di gruppo si è poi arricchito di ulteriori console di strumenti dedicati; inoltre, a seguito dell’installazione di sonde in ambito industriale, è aumentata la visibilità sui vari contesti operativi, in particolare idrico ed elettrico. Nel 2022 è altresì proseguita l’evoluzione dell’impianto normativo, con la revisione e pubblicazione della procedura della Security by design in ogni progetto, accompagnata dalla pubblicazione di video formativi obbligatori.
Al fine di garantire il monitoraggio di sicurezza dei sistemi, sono costantemente attuate attività di vulnerability assessment e di penetration test, in particolare dei servizi del Gruppo esposti su Internet.
Per quanto riguarda le persone, che rappresentano il fattore umano nella catena degli attacchi cyber, continua a essere programmata l’attività di awareness attraverso una piattaforma di formazione online dedicata, estesa a tutta la popolazione aziendale, oltre ad esercitazioni periodiche mensili di ethical phishing adattative. Inoltre, nell’ambito della cyber security degli impianti industriali è stato realizzato un percorso formativo ad hoc ed è stato definito un documento tecnico sui controlli di cyber security in ambito Operation technology a supporto della progettazione di nuovi impianti.
L’evoluzione della tecnologia e della digitalizzazione, sollecitando uno sviluppo continuo delle competenze dei dipendenti e delle conseguenti esigenze formative, conferma come strategica la scelta del Gruppo di introdurre piattaforme cloud-based per l’incremento della produttività individuale e come principali strumenti di collaborazione, poiché la cooperazione tra uomo e tecnologia richiede una continua evoluzione del modo di lavorare. In quest’ottica i progetti di automazione di processo (virtual factory e digital lab) favoriscono la diffusione della cultura dell’integrazione tecnologica, focalizzandosi in iniziative di applicazione di intelligenza artificiale e potenziamento della community, attraverso gli strumenti del digital workplace.
Il Gruppo intende utilizzare i dati per generare valore per le persone e per il business; la progressiva digitalizzazione dei processi di gestione delle risorse umane, nonché la realizzazione dell'architettura di riferimento per l’integrazione di sistemi e dati disponibili in logica prescriptive analytics confermano tale intenzione.
Nel contesto caratterizzato dalle transizioni in atto, le direttrici di sviluppo delle risorse umane sono costantemente aggiornate per indirizzare le priorità all’interno dello schema Next GeneHERAtion Growth, e orientare le politiche aziendali. Dalla lettura del contesto esterno, il Gruppo ha confermato investimenti aventi i seguenti obiettivi strategici:
Al fine di far emergere valori e comportamenti etici che possano rappresentare un modello distintivo per il Gruppo, è sempre più favorita una cultura orientata al risultato, alla relazione tra gli individui e a una leadership diffusa. I programmi del Gruppo su cultura e approccio agile per il miglioramento delle performance, attraverso il radicamento di fiducia, responsabilità, autonomia ed etica del lavoro, sono guidati dal continuo sviluppo della cultura work by objectives. Nella strategia di Gruppo è fondamentale far percepire a ognuno quanto il proprio lavoro e il proprio senso di appartenenza siano correlati ai risultati e alle performance complessive dell’azienda e, coerentemente, è fondamentale lo sviluppo di una strategia di attraction dei talenti guidati dal purpose aziendale. Al fine di permettere a ognuno di esprimere il proprio potenziale e accelerare la crescita dell’organizzazione, favorendo l’armonia tra vita lavorativa e privata e garantendo un approccio etico al lavoro, proseguiranno le iniziative di welfare dedicate al benessere individuale fisico, psicologico e finanziario, in coerenza con le priorità individuate dall’ascolto continuo delle persone e con l’obiettivo di valorizzare il loro benessere. Sul fronte della transizione digitale verrà dato seguito al programma HER@futura; come riportato tra i precedenti assi di sviluppo per la digitalizzazione, verranno realizzate iniziative sempre più innovative e customizzate per sviluppare cultura, processi e competenze digitali, incrementando il livello di digital proficiency a tutti i livelli dell’organizzazione e integrando gli aspetti di Corporate digital responsibility nell’esecuzione dei progetti e dei processi aziendali.
Al fine di consolidare la consapevolezza del Digital Workplace continuerà a essere favorita la diffusione dell’utilizzo degli strumenti di Microsoft 365 tra tutta la popolazione aziendale, segmentati per target di riferimento, e l’implementazione di nuove progettualità per la digitalizzazione e automazione di processi aziendali. Con l’obiettivo di consolidare il trasferimento e la diffusione di conoscenza tecnologica all’interno del Gruppo, proseguiranno, inoltre, le iniziative specifiche volte a stimolare ulteriormente l’applicazione di nuove tecnologie e metodologie anche grazie a partnership con Università, fornitori, start up e centri di formazione innovativi.
Resta pertanto centrale la guida verso un’integrazione virtuosa tra persone e tecnologia. L’obiettivo è rendere protagonista ciascuna persona nel percorso di automazione e virtualizzazione dei processi, valorizzando le competenze dei singoli per migliorare l’esperienza lavorativa quotidiana della forza lavoro.
Allo scopo di superare il concetto di uguaglianza, per arrivare a una sostanziale equità di trattamento e riconoscendo quindi le specificità individuali, il Gruppo proseguirà con l’evoluzione del performance management, con l’obiettivo di rendere sempre più efficace il dialogo tra team leader e team member, orientandolo sulla responsabilizzazione verso obiettivi misurabili e su una maggiore delega e autonomia nell’organizzazione delle attività lavorative. Il percorso orientato al result management sarà ulteriormente consolidato attraverso una serie di iniziative. Il Gruppo, anche a tal proposito, prosegue il percorso di progressiva digitalizzazione, che consente di abilitare esperienze, percorsi di formazione, sviluppo e carriera in modo sempre più autodeterminato, confermando la logica di responsabilizzazione individuale e collettiva guidata dal purpose. I processi di gestione e sviluppo delle risorse umane sono disegnati per preservare le competenze e i valori distintivi costruiti nel tempo e, contemporaneamente, per sviluppare i talenti individuali, indipendentemente dal genere e dall’età, ricercando innovazione in tutti gli aspetti che possono generare valore aggiunto e sostenibile nel tempo. Al fine di sviluppare le caratteristiche uniche delle persone, sono previste politiche e programmi mirati a valorizzare l’inclusività e la diversità, orientati a favorire una cultura di innovazione e di miglioramento continuo. In tal senso verranno realizzate iniziative di engagement strutturate e frequenti in sinergia con le rilevazioni biennali sulla soddisfazione delle risorse umane e continueranno a essere implementate metodologie di monitoraggio della diversità come strumento di consapevolezza e sensibilizzazione, e sviluppo del modello di rendicontazione di Gruppo per la gender equality.
L’espressione delle diverse potenzialità individuali guida costantemente le iniziative in ambito diversity&inclusion. La strategia di Hera è incardinata sullo sviluppo continuo di una cultura inclusiva delle diversità, intesa come motore per generare cambiamento, nel cui contesto i dipendenti possono giovarsi di un buon bilanciamento fra le azioni di sviluppo assegnate loro dal manager e le azioni di sviluppo in cui l’iniziativa parte invece dalla loro persona. Non a caso, oltre a mantenere la figura del Diversity Manager (introdotta nel 2011), Hera, firmataria del Patto Utilitalia – La Diversità fa la differenza, promuove politiche inclusive a tutti i livelli delle organizzazioni, affina progressivamente le misure di conciliazione dei tempi vita-lavoro e adotta una gestione del merito non soltanto trasparente, ma anche e soprattutto neutra rispetto alle diversità di genere, età e cultura, con l’adozione congiunturale di sistemi tesi a monitorare i progressi conseguiti e di politiche di sensibilizzazione interne ed esterne. L’Intelligenza artificiale e gli strumenti digitali, inoltre, sono ormai consolidati per analizzare i dati emergenti da iniziative di ascolto che consentono di approfondire il livello di soddisfazione dei dipendenti sui temi legati all’ambiente di lavoro e ai valori aziendali, e tradurli in azioni correttive nella direzione di riferimento di ciascun dipendente, ma anche attraverso la mobilità interna tra più direzioni.
La strategia del Gruppo concorre alla creazione di valore, accelerando anche i processi di ri-progettazione delle attività formative in logica blended learning, la continua evoluzione dei percorsi di academy professionali, l’utilizzo sempre più diffuso di un learning center HerAcademy quale punto di riferimento per il knowledge sharing interno ed esterno al Gruppo, senza dimenticare altri progetti per migliorare ulteriormente i livelli di employee engagement.
Coerentemente con il percorso aziendale, il Gruppo ha programmato iniziative multidisciplinari per sviluppare progetti coerenti con il framework SDGs, con particolare riferimento al filone dell’economia circolare, e lavorare in ottica di ecosistema con i diversi stakeholder per convergere verso obiettivi comuni in termini di green economy. La divulgazione di una cultura green e di un approccio orientato alla sostenibilità e circolarità è un elemento centrale del piano strategico e presuppone un percorso di cambiamento culturale che, già dall’anno precedente, è stato sostenuto da varie iniziative progettuali, processi di aggiornamento continuo del know how e dall’ampliamento dell’offerta di alta formazione specialistica, collegati alle attività core del Gruppo, per cogliere le opportunità di mercato e abilitare il percorso verso la transizione energetica e ambientale. In arco piano, continueranno i percorsi di consapevolezza e di rafforzamento delle competenze già avviati sugli impatti collegati a Fit for 55, TCFD, Tassonomia UE e alle continue novità regolatorie a livello europeo e nazionale. I dati dell’assessment ecoHERA, svolto nel 2022, verranno inoltre utilizzati per consolidare gli indicatori che misurano e verificano il livello di proficiency raggiunto sia in ambito transizione energetica che in ambito transizione ambientale, e per costruire il programma di iniziative trasversali e verticali per il rafforzamento delle competenze della popolazione aziendale.
L’obiettivo di raggiungimento dei risultati in termini di green economy in relazione alla riduzione della carbon footprint di Gruppo, a titolo esemplificativo, è condiviso tramite la valorizzazione del contributo del remote working, il potenziamento dell’offerta green all’interno degli strumenti di welfare aziendale e la sensibilizzazione ai temi green già nel momento dell’assunzione.
La visione integrata di evoluzione tecnologica ed esperienza dei dipendenti, accompagnata dall’applicazione di strumenti di organizational network analysis, Intelligenza artificiale e business intelligence, ha come obiettivo quello di favorire l’ottimizzazione dei processi organizzativi, di sviluppo del capitale umano e delle capacità decisionali individuali. L’evoluzione di competenze e ruoli in base alle esigenze del business, tramite un dialogo strategico tra le linee e la funzione delle risorse umane, consente una condivisione del significato delle sfide di business indirizzate in arco piano, ma anche il senso dei rischi e delle opportunità da esse implicate.
Governance dei rischi
La struttura organizzativa adottata dal Gruppo Hera è orientata a preservare l’efficacia e la redditività della gestione lungo l’intera catena del valore e contemporaneamente consente di gestire l’esposizione al rischio derivante dai propri business.
Il sistema di corporate governance adottato permette di indirizzare le strategie in modo unitario e coerente. Il principale organo manageriale di indirizzo, monitoraggio e informativa relativamente alle strategie di gestione dei rischi è il Comitato rischi. Accanto a esso, l’organo consiliare - che ha il compito, in applicazione dell’articolo sette del Codice di Autodisciplina, di vigilare sulla funzionalità del sistema di controllo interno, sull’efficienza delle operazioni aziendali, sull’affidabilità dell’informazione finanziaria, nonché sul rispetto delle leggi e dei regolamenti e sulla salvaguardia del patrimonio aziendale - è il Comitato controllo e rischi. Tali organi, al fine di assicurare la massima coerenza alla strategia di gestione, si riuniscono periodicamente. Nel corso del 2022, il Comitato rischi si è riunito quattro volte e il Comitato controllo e rischi si è riunito sette volte.
Il Gruppo ha adottato un approccio di difesa dei rischi articolato su tre livelli, definendo un’opportuna separazione tra:
Il Comitato rischi definisce le linee guida generali per il processo di risk management, garantisce la mappatura e il monitoraggio dei rischi aziendali, assicura la definizione delle risk policy, definisce i protocolli informativi verso il Comitato controllo e rischi, la Direzione Internal Auditing e il Collegio sindacale.
Il Consiglio di Amministrazione approva le risk policy e i parametri di misurazione, svolge un ruolo di indirizzo e di valutazione dell'adeguatezza del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi. Il Comitato controllo e rischi supporta il Consiglio di Amministrazione in merito alla definizione delle linee di indirizzo del sistema di controllo interno e gestione dei rischi.
Il Presidente Esecutivo e l’Amministratore Delegato sovrintendono, per quanto di competenza, alla funzionalità del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi. Il Vice Presidente sovrintende al coordinamento tra Comitato rischi e Comitato controllo e rischi, preservando il suo stato di indipendenza.
Si rappresenta di seguito l’architettura della risk governance:
Metodologia di gestione
Al fine di fornire al Consiglio di Amministrazione gli elementi utili alla valutazione della natura dei rischi aziendali e alla definizione del profilo di rischio del Gruppo, in particolare nel medio-lungo termine, Hera ha adottato il processo dell’Enterprise risk management (Erm). La definizione del profilo di rischio è esplicitata dallo stesso Consiglio di Amministrazione attraverso l’approvazione della Group risk management policy e dei limiti di rischio in essa definiti.
Il risk management framework è declinato attraverso tre elementi fondamentali:
In data 8 febbraio 2023 è stato presentato al Consiglio di Amministrazione il settimo report Enterprise risk management relativo al piano industriale 2023-2026. Nel corso del 2022 l’analisi Erm ha realizzato ulteriori approfondimenti e affinamenti metodologici, non evidenziando al tempo stesso rischi in area critica né per impatto reputazionale né economico-finanziario.
In area di rischi rilevanti se ne collocano due ulteriori rispetto a quelli individuati lo scorso anno, afferenti la possibilità di peggioramento della posizione finanziaria netta per lo scenario di estrema volatilità dei prezzi delle commodities, ovvero per possibili criticità del mercato di cessione dei crediti derivanti da iniziative di efficientamento energetico. Nella stessa area, si confermano il rischio con impatto reputazionale derivante da possibili procedimenti di organi di vigilanza/regolazione/indagine, generati dai gradi di discrezionalità sull’avvio di procedure di verifica/indagine, in presenza di orientamenti interpretativi non univoci (pur in presenza di comportamenti del Gruppo sempre conformi alle disposizioni di legge) e quello economico-finanziario derivante da eventi sismici ad alta intensità relativi alle reti. Il rischio derivante dalla possibilità di incendi a impianti di trattamento e recupero dei rifiuti, pur essendo confermato, ha impatti trascurabili in termini di conseguenze sui risultati di Gruppo e nulli per l’ambiente e la continuità operativa. A causa della crescente sensibilità sociale sul tema, tali eventi possono tuttavia determinare conseguenze reputazionali significative in ragione del rischio percepito. La difficile congiuntura economica, ascrivibile anche agli effetti del conflitto russo-ucraino, riverberandosi in varie forme su attività e priorità di tutti gli operatori economici, potrebbe inficiare anche la piena conformità delle azioni intraprese dalle aziende che per conto di Hera sono impegnate, tramite appalti esterni, in interventi sulle reti gestite dal Gruppo. Hera si impegna, tuttavia, a contenere questo rischio confermando il proprio approccio nel controllare in maniera capillare lo stato di salute delle catene del valore interessate dai propri business.
Ambiti di rischio: identificazione e gestione dei fattori di rischio
I rischi esistenti ed emergenti con cui Hera si deve confrontare appartengono a diverse tipologie: si tratta, in particolare, di rischi derivanti dall’evoluzione dei contesti macroeconomico e finanziario, di business (regolatorio e competitivo), tecnologico, ambientale e del capitale umano, declinati con una sempre maggior attenzione al cambiamento climatico e allo sviluppo sostenibile. Nel paragrafo 1.01 “Trend di contesto, approccio strategico e politiche di gestione del Gruppo” è riportata un’analisi puntuale dei fattori che costituiscono alcuni dei presupposti fondamentali per l’identificazione di questi rischi.
Per mitigare l’esposizione a tali rischi, introdurre misure di ottimizzazione (anche tecnologica e di efficientamento) delle strutture attuali e sviluppare una pianificazione strategica che dia risposte coerenti Hera svolge le specifiche attività di analisi, misurazione, monitoraggio e gestione che sono descritte nel proseguo.
Ambito Economico-finanziario
Identificazione del rischio prezzo commodity
Il Gruppo opera in maniera integrata nella filiera di approvvigionamento e vendita di elettricità e gas nei diversi stadi della catena del valore. Hera, pertanto, è esposta ai rischi derivanti dalla volatilità dei mercati energetici, mitigabili da una valutazione integrata degli stessi e delle relative strategie di gestione. I rischi del mercato energetico sono concentrati nella Direzione Centrale Mercato, responsabile delle attività di acquisto e vendita di energia elettrica e gas.
Gestione del rischio prezzo commodity
Con l’intento di uniformare l’approccio al rischio delle varie strutture aziendali coinvolte e con l’obiettivo di ottimizzare il ricorso al mercato per le operazioni di copertura, il Gruppo si è dotato di specifiche policy volte a definire linee guida e modalità operative del processo di controllo e gestione del rischio energetico. Hera ha strutturato i processi in modo da avere un’efficace gestione delle attività di procurement e di hedging, con elevata focalizzazione delle competenze. L’approccio adottato dal Gruppo prevede un’unica interfaccia per la gestione del rischio verso il mercato energetico rappresentata dalla società Hera Trading. Una gestione unitaria dei rischi nel rispetto delle policy assegnate consente vantaggi in termini di raggiungimento di livelli di copertura più elevati, ottimizzazione dei costi per il minor ricorso al mercato e maggiore flessibilità nella strutturazione del procurement e dell’offerta ai clienti.
Identificazione dei rischi relativi al mercato del debito
L’ambito economico-finanziario, oltre a essere caratterizzato dalla fluttuazione dei prezzi di energia e commodity, può presentare scenari diversi per effetto delle variazioni dei tassi di interesse, dei tassi di cambio, del credit spread e per effetto di possibili crisi di liquidità. Tali fluttuazioni possono avere impatti sui risultati di Gruppo, sulla futura crescita delle linee di business e sugli investimenti strategici (ad esempio a causa di costi di rifinanziamento elevati).
Il Gruppo potrebbe non riuscire a far fronte ai propri impegni di pagamento in conseguenza delle difficoltà nel reperire nuovi fondi, oppure potrebbe essere in grado di farlo solo a condizioni economiche sfavorevoli, a causa dell’impossibilità di liquidare attività sul mercato o della mutata percezione della sua rischiosità. Tra i fattori che definiscono tale rischiosità percepita, il merito creditizio assegnato a Hera dalle agenzie di rating riveste un ruolo determinante, poiché influenza la possibilità di accedere alle fonti di finanziamento e le relative condizioni economiche. La struttura dell’indebitamento del Gruppo non è soggetta a covenant finanziari sulle posizioni debitorie, a eccezione del limite di corporate rating (ovvero nell’assegnazione di un rating di un livello inferiore a BBB-) definito su una quota di debito pari a circa 150 milioni di euro. Sulla quota ulteriore del debito in essere, invece, si prevede un rimborso anticipato obbligatorio solo in caso di cambiamento significativo dell’assetto di controllo del Gruppo (change of control), revoca di una concessione (concession event) o della cessazione di un business rilevante (sale of assets event) che comporti un downgrade del Gruppo a un livello non-investment grade o inferiore, o la cessazione della pubblicazione del rating.
Gestione dei rischi relativi al mercato del debito
La gestione finanziaria di Hera è accentrata nella Direzione Centrale Amministrazione, Finanza e Controllo, che mira a mantenere un adeguato bilanciamento delle scadenze delle poste dell'attivo e del passivo, correlando gli impieghi a coerenti fonti di finanziamento in termini di durata e modalità di rimborso, tenendo conto delle necessità di rifinanziamento dell’attuale struttura di debito. Al fine di rispettare gli impegni di medio e lungo termine, Hera persegue una strategia che prevede una struttura diversificata delle fonti di finanziamento e un profilo di scadenze equilibrato, monitorando costantemente gli indicatori del rating e la disponibilità di linee di credito a lungo termine. Tale strategia è ritenuta efficace nel minimizzare il rischio di liquidità anche in caso di scenari particolarmente critici. I debiti finanziari del Gruppo sono per circa il 40% a lungo termine (oltre i cinque anni) e di questi il 59% è rappresentato da bond con rimborso a scadenza. Si rimanda alla nota 26 “Passività finanziarie non correnti e correnti” del bilancio consolidato per maggiori dettagli in termini di worst case scenario.
Le azioni e le strategie del Gruppo, inoltre, sono particolarmente attente e indirizzate a garantire il mantenimento del massimo livello di rating, come emerge dal rating BBB+, con outlook stabile, confermato da S&P, piuttosto che dal rating Baa2 confermato da Moody’s, seppur con outlook peggiorato da stabile a negativo, conseguente al peggioramento dell’outlook del rating sovrano).
I processi di controllo e gestione dei rischi finanziari si basano su un attento monitoraggio degli indicatori finanziari del Gruppo, nonché su una costante presenza nei mercati di riferimento al fine di minimizzare l’impatto della volatilità di tassi e spread per garantire un efficiente servizio del debito. Il Gruppo si avvale, inoltre, di strumenti finanziari derivati per ridurre la propria esposizione alle fluttuazioni dei tassi di interesse e dei tassi di cambio. Al 31 dicembre 2022, il Gruppo presenta un’esposizione al rischio di variazione dei tassi pari al 22%, mentre il restante 78% del debito è a tasso fisso. L’aumento dell’1% del tasso di interesse di riferimento rispetto a quanto assunto nello scenario di piano industriale, basato sull'ipotesi di uno shift di tasso cedolare a parità di struttura del debito, determinerebbe un aumento medio degli oneri finanziari pari a circa dieci milioni di euro all’anno.
Identificazione dei rischi da controparte
Hera opera con controparti che potrebbero essere incapaci di adempiere agli obblighi assunti, sia nel rispetto delle condizioni economiche che nell’esecuzione delle previsioni contrattuali (delivery del bene o servizio). ll rischio credito, inoltre, incide in modo trasversale nei vari ambiti ove l’attività commerciale è presente: vendita di commodity energetiche e servizi, attività di trattamento rifiuti e servizi di telecomunicazione.
Gestione dei rischi da controparte
In Hera è presente uno strutturato processo di origination, formalizzato in specifiche procedure di gestione del rischio credito; tale processo consente un’adeguata selezione delle controparti mediante credit check e, ove opportuno, richieste di garanzie. Viene inoltre svolto un costante monitoraggio delle posizioni verso le controparti, prevedendo articolate azioni proattive nella gestione delle stesse, che possono anche comportare il trasferimento esterno del rischio mediante cessione del credito. Le perdite attese sono costantemente stimate e monitorate; il Gruppo utilizza misure di probabilità di default, exposure at default e loss given default sviluppate sulle proprie serie storiche, sul comportamento di pagamento dei clienti e sulla base dei processi del credito vigenti. Al fine di testare la tenuta dei modelli, vengono utilizzate sia informazioni interne che esterne, le quali possono svolgere una funzione di benchmark sull’evoluzione del contesto macroeconomico.
Nell’esercizio 2022, l’unpaid ratio a 24 mesi delle principali società di vendita del Gruppo è pari allo 0,71%.
Ambito di Business e Regolatorio
Identificazione del rischio di natura competitiva ed economica
Hera opera prevalentemente in Italia, dove si è registrata una ripresa dei consumi di energia e dei volumi di rifiuti smaltiti in correlazione all’attenuarsi delle misure restrittive conseguenti alla situazione emergenziale pandemica. Il contesto economico di ripresa rimane tuttavia condizionato da fattori esterni; oltre alla pandemia, la repentina e anomala crescita dei prezzi dell’energia e di altre materie prime, nonché le difficoltà connesse alle catene logistiche globali, concorrono a esercitare una pressione sui margini di vendita che, sommata alla maggiore concorrenza sul mercato libero, può impattare sulla redditività del Gruppo. I cambiamenti sui livelli di consumo di energia al dettaglio, e l’aumentata difficoltà nel prevedere i volumi a copertura dei fabbisogni del portafoglio di vendita, inoltre, potrebbero richiedere a Hera di acquistare o vendere energia supplementare a condizioni sfavorevoli.
La potenziale riduzione della produzione di rifiuti, che deriva non solo dal contesto economico e dagli orientamenti normativi europei e nazionali, ma anche da nuove tendenze comportamentali dei clienti, unita all’eventuale indisponibilità di infrastrutture di trattamento e recupero, potrebbe incidere negativamente sulla capacità del Gruppo di perseguire gli obiettivi prefissati. I rischi del business ambiente relativi alla direzione del parco impiantistico sono concentrati in Herambiente Spa.
Gestione del rischio di natura competitiva ed economica
Il Gruppo ha mantenuto un elevato grado di flessibilità nelle fonti di approvvigionamento di commodity energetiche, parallelamente allo sviluppo delle attività di copertura, minimizzando l’esposizione ai rischi operativi della generazione elettrica, consentendo un costante allineamento al mercato e massimizzando il natural hedging.
Nelle attività di gestione e trattamento dei rifiuti, la diversificata dotazione impiantistica del Gruppo è caratterizzata da tecnologie all’avanguardia e performanti in termini di impatto ambientale, che fino a oggi ha permesso di conseguire gli obiettivi strategici assegnati. L’attuazione della strategia in tema di circolarità - mediante il processo di riciclo di materiali polimerici svolto da Aliplast Spa - e lo sviluppo delle linee di riciclo verso ulteriori tipologie di plastiche, permettono inoltre di cogliere le opportunità offerte dall’evoluzione della normativa europea.
Il portafoglio del Gruppo accoglie business a mercato libero, che assumono un peso progressivamente crescente e contribuiscono in misura rilevante ai risultati economici, ma espongono al tempo stesso a una crescente pressione competitiva. Il Gruppo affronta la sfida della competizione attraverso la continua innovazione dell’offerta commerciale e la tempestiva proposizione della stessa, aumentando la sua presenza e la base clienti sul mercato libero e mirando ad assicurare la soddisfazione delle aspettative in termini di gamma e qualità del servizio.
Le analisi del rischio derivanti da variazioni di contesto economico (Pil e inflazione) e dalle condizioni del mercato dell’energia (prezzo del gas e dell’energia elettrica) consentono di quantificare la sensibilità del Mol di Gruppo rispetto alla variazione delle grandezze economico-finanziarie primarie.
In particolare, la riduzione dell’1% di Pil rispetto a quanto assunto nello scenario di piano industriale, determinerebbe una diminuzione media annua di Mol pari a circa 3 milioni di euro.
La riduzione dell’1% del tasso di inflazione rispetto a quanto assunto nello scenario di piano industriale determinerebbe una diminuzione media annua di Mol pari a circa 7 milioni di euro. L’aumento di 1 €/MWh del prezzo del gas e conseguente aumento di 2 €/MWh dell’energia elettrica nel mercato all’ingrosso rispetto a quanto assunto nello scenario di piano industriale determinerebbe una diminuzione media annua di Mol pari a circa 0,8 milioni di euro.
Identificazione del rischio di natura regolatoria
Hera svolge parte della sua attività in un mercato regolato, pertanto il suo operato è influenzato dagli interventi normativi delle autorità di settore e del legislatore (in particolare su tariffe e struttura di mercato), dagli incentivi governativi sulle rinnovabili, dalle concessioni messe a gara dalle autorità locali (nel caso di attività regolate relative ai servizi di raccolta dei rifiuti, distribuzione di gas, servizio idrico integrato e illuminazione pubblica) e nazionali (nel caso di distribuzione di energia elettrica), nonché dagli impatti attesi da mutamenti della struttura del mercato e dalla sua liberalizzazione, dall’evoluzione della domanda e dell'offerta nei settori energia e ambiente.
I periodici aggiornamenti del quadro normativo e regolamentare, sia a livello nazionale che europeo, possono avere un impatto rilevante nei settori in cui Hera svolge la propria attività, influenzandone conseguentemente la redditività.
I rischi regolamentari sui business a rete (ciclo idrico, distribuzione gas, energia elettrica e teleriscaldamento), sul business igiene urbana e relativo trattamento dei rifiuti, si manifestano nell’introduzione o nella modifica di prescrizioni di natura economica, organizzativa e informatica cui Hera è tenuta ad adempiere, nonché su possibili variazioni di assetti di mercato da essi indotti.
Le gare per la distribuzione di gas, servizio idrico integrato e raccolta e spazzamento programmate in arco piano determinano un rischio di perdita di alcuni degli ambiti attualmente gestiti, specie in presenza di contesti competitivi significativi, solo parzialmente mitigato dall’indennizzo della quota di capitale investito non ancora ammortizzato.
Si segnala, infine, il rischio derivante dall’incertezza normativa relativa alla fine del regime di maggior tutela, in termini di tempistica di realizzazione.
Gestione dei rischi di natura regolatoria
Il Gruppo si è dotato di una struttura organizzativa che gestisce i rapporti con le autorità nazionali e locali, svolgendo un’ampia attività di interlocuzione con i soggetti istituzionali, partecipando attivamente ai gruppi di lavoro istituiti dalle autorità e adottando un approccio di trasparenza, collaborazione e proattività verso eventuali situazioni di instabilità dell’assetto regolatorio.
Il Gruppo opera valorizzando la propria capacità tecnica e la propria efficienza di gestione. L’attenzione di Hera verso la qualità dei servizi, l’efficienza dei costi e le soluzioni innovative rappresenta, infatti, una leva competitiva in occasione delle gare per i servizi di distribuzione di gas, servizio idrico integrato e per i servizi di raccolta e spazzamento.
Identificazione dei rischi di natura strategica
I rischi strategici riguardano la pianificazione di lungo termine, la sostenibilità finanziaria, la partecipazione a iniziative di valenza strategica e le decisioni di investimento; tale tipologia di rischi incide sul grado di solidità dei risultati declinati per le varie filiere e unità di business. La capacità del Gruppo di raggiungere i propri obiettivi strategici, inoltre, potrebbe essere compromessa nel caso non si riuscissero a mantenere od ottenere le necessarie licenze, le autorizzazioni e i permessi per il regolare svolgimento delle attività.
La realizzazione dei risultati pianificati è pertanto condizionata dai differenti rischi endogeni ed esogeni opportunamente simulati, misurati e controllati.
Gestione dei rischi di natura strategica
Hera ha sviluppato un modello strutturato di analisi del rischio strategico volto a misurare la solidità del piano industriale a molteplici scenari di rischio avversi, contribuendo alla rappresentazione integrata dei rischi in logica enterprise wide. Grazie a tale modello è possibile effettuare analisi di scenario, stress testing e what if delle ipotesi di piano, attraverso un’adeguata analisi dei fattori di rischio e delle variabili a essi collegate, consentendo una valutazione opportuna del livello di rischiosità delle varie filiere di business.
Hera presidia costantemente i processi autorizzativi e partecipa proattivamente ai tavoli di lavoro per l’ottenimento di permessi, licenze e autorizzazioni, affinché venga meno la possibilità di compromettere il regolare svolgimento della propria attività.
Ambiti ambientale-catastrofale, climatico, tecnologico e del capitale umano
Eventi sismici, atmosferici e altri eventi climatici possono inficiare le performance del Gruppo. Hera intende proseguire le attività di valorizzazione delle proprie risorse garantendone la preservazione e lo sviluppo, allo scopo di continuare a goderne i benefici in futuro. I rischi di natura fisica e transizionale correlati ai cambiamenti climatici, nonché gli incidenti alla dotazione impiantistica di Gruppo, possono generare potenziali danni all’ambiente, pertanto l’implementazione a livello operativo e strategico delle migliori pratiche di gestione dei rischi e delle opportunità relative ai cambiamenti climatici, ovvero il graduale aggiornamento degli attuali strumenti di rendicontazione, riflettono sempre più le raccomandazioni TCFD. I rischi derivanti da crimini informatici (cybercrime), che Hera valuta anche in termini di impatto sulla continuità del servizio, permangono particolarmente attenzionati. Dal momento che gli incidenti possono comportare altresì un rischio per i diritti e le libertà delle persone, ovvero possono cagionare un danno fisico, materiale o immateriale, le policy del Gruppo circa i parametri e i valori di soglia di accettabilità sono condivise sul portale web aziendale.
L’approccio di gestione del rischio è articolato in funzione degli specifici ambiti in cui i rischi ambientali, tecnologici e del capitale umano si manifestano.
Identificazione dei rischi ambientali-catastrofali
Hera, pur consapevole della necessità di preservare le risorse naturali, le utilizza per assicurare servizi essenziali ai clienti. Le attività del Gruppo, a loro volta, improntano risorse ambientali, idriche e di carbonio, pertanto le iniziative di mitigazione e adattamento, volte a ridurre i rischi ambientali-catastrofali, risultano sempre più cogenti. Coerentemente con l’obiettivo sfidante di riduzione delle emissioni di gas serra rispetto al livello corrente indicato dagli organismi internazionali, sono stati identificati gli scenari di rischio da climate change, fisici e transizionali, rilevanti per le attività del Gruppo. Per maggiori dettagli si rimanda al paragrafo seguente di “Identificazione dei rischi da cambiamento climatico”.
Con riferimento agli standard ambientali che Hera deve assicurare nello svolgimento dei propri business, le attività del Gruppo sono sottoposte a diverse norme e regolamenti, tra i quali quelli relativi alle emissioni di CO 2, alle emissioni di altre sostanze prodotte da combustione, agli scarichi idrici e alla gestione dei rifiuti pericolosi e solidi. Il mancato rispetto dei limiti relativi alla CO 2 favorisce i cambiamenti climatici, mentre il mancato rispetto dei limiti di legge relativamente agli altri aspetti ambientali determina un peggioramento delle condizioni ambientali medesime, oltre a esporre il Gruppo a sanzioni.
La scarsità di risorse idriche, o la possibile contaminazione delle relative riserve, possono influenzare la regolare fornitura di acqua e provocare interruzioni dei servizi o danni rilevanti, sia di natura ambientale che di impatto economico e sociale, accrescendo anche lo stress idrico cui le risorse naturali, al fine di soddisfare la domanda di acqua, sono già costitutivamente sottoposte.
Si segnalano, inoltre, i rischi relativi all’impatto indotto sul Gruppo dalla variabilità delle condizioni meteorologiche sulla domanda di energia elettrica e gas derivante dai diversi scenari. Gli ambiti di impatto prevalente sono quelli della Direzione Centrale Mercato, esposta con l’attività di vendita di energia elettrica, gas e calore alla variabilità della domanda derivante dai diversi scenari meteorologici.
Gestione dei rischi ambientali-catastrofali
Gli investimenti diretti alla prevenzione e alla riduzione della frequenza degli eventi dannosi, nonché quelli che consentono di ottenere misure di mitigazione per la riduzione della loro severità, assumono un ruolo fondamentale.
L’impegno del Gruppo nel ridurre la produzione di anidride carbonica è rappresentato nella rendicontazione delle proprie performance e dei propri impegni nei confronti del cambiamento climatico, nei progetti attivati per promuovere la produzione di energia da fonti rinnovabili, per ridurre i consumi energetici e per fornire ai clienti opportunità finalizzate a ridurre le proprie emissioni di gas serra. Il Gruppo è impegnato a contribuire alla mitigazione dei rischi ambientali ottemperando agli obiettivi di efficienza energetica fissati dal legislatore e dalle Nazioni Unite, proseguendo nel miglioramento continuo del parco produttivo e incentivando forme virtuose e responsabili di consumo da parte dei clienti. I fabbisogni elettrici per il funzionamento dei siti produttivi del Gruppo sono soddisfatti interamente mediante energia da fonte rinnovabile. In relazione alle conseguenze di eventi estremi per i quali è attesa una crescente frequenza di accadimento, quale possibile conseguenza dei cambiamenti climatici, Hera ha provveduto a sviluppare importanti azioni, ad esempio il piano di salvaguardia della balneazione di Rimini attualmente in corso che, oltre ad assicurare il mantenimento della qualità della risorsa marina, accresce la resilienza dell’infrastruttura di drenaggio delle acque meteoriche a fronte di eventi estremi. Per ulteriori approfondimenti sulle specifiche iniziative si rimanda al paragrafo “Mitigazione dei cambiamenti climatici” del bilancio di sostenibilità del Gruppo.
Hera si è dotata di un adeguato sistema di controllo ambientale, sia per quanto attiene la governance dei processi di certificazione ambientale e relativi audit, sia per quanto attiene la gestione operativa di controlli e rilevazioni. Il Gruppo riesce a far fronte ai rischi ambientali mediante una continua attività di monitoraggio dei potenziali fattori di inquinamento, assicurando trasparenza nelle rilevazioni, nonché tramite significativi investimenti in impianti tecnologici per garantire una qualità dell’aria e dell’acqua costantemente migliore di quanto richiesto dai limiti di legge. Per maggiori dettagli si rimanda ai paragrafi “Tutela dell’aria, del suolo e della biodiversità” e “Gestione sostenibile della risorsa idrica” del bilancio di sostenibilità. Hera, inoltre, in coerenza con la propria strategia di economia circolare, ha già effettuato (e prosegue nella pianificazione di medio-lungo termine) investimenti in impianti di selezione, recupero e compostaggio, incrementando la quota di rifiuti trattati e al contempo riducendo il ricorso alle discariche, riuscendo ad anticipare quanto previsto dalle norme europee e nazionali. Per maggiori dettagli si rimanda al paragrafo “Transizione verso un’economia circolare” del bilancio di sostenibilità.
Prosegue l’approfondimento della resilienza del sistema di approvvigionamento e distribuzione idrico del Gruppo in una prospettiva di medio-lungo periodo. La riduzione dell’impronta idrica, inoltre, viene perseguita attraverso il sistema di water management, volto a promuovere una gestione sostenibile della risorsa sia all’interno delle attività svolte dal Gruppo (attraverso il contrasto delle perdite di rete, la riduzione dei consumi diffusi, il recupero dell’acqua piovana per l’irrigazione delle aree verdi e il lavaggio dei mezzi) sia all’esterno (con il controllo dei consumi domestici e l’offerta di consigli e soluzioni per ottimizzarli, il supporto di soluzioni tecnologiche per il cliente idroesigente e il servizio di supporto alla realizzazione di impianti di trattamento per il riuso/recupero dell’acqua). L’implementazione del servizio idrico integrato dei water safety plan consente, inoltre, un approccio alla gestione della qualità della risorsa idrica basato su valutazione e gestione dei rischi, quindi su prevenzione e controllo.
Relativamente al rischio derivante dalla variabile meteorologica, il Gruppo dispone di adeguati strumenti di previsione della domanda energetica tali da consentire l’ottimizzazione dell’utilizzo delle fonti disponibili. Inoltre, è dotato di adeguata flessibilità nelle fonti di approvvigionamento di commodity energetiche, che ne assicurano la disponibilità a condizioni di mercato. L’aumento di un grado di temperatura media invernale rispetto a quanto assunto nello scenario di piano industriale determina una diminuzione media annua di Mol pari a circa 16 milioni di euro.
Identificazione dei rischi da cambiamento climatico
Gli scenari di rischio da climate change, fisici e transizionali, rilevanti per le proprie attività, sono stati declinati in funzione delle potenziali conseguenze sui business e sono stati oggetto di ulteriori valutazioni di impatto e di mitigazione, in relazione alla loro materialità (fenomeni meteorologici estremi quali alluvioni e siccità nonché rischi per la salute e per l’economia sono alcuni esempi).
L’analisi di scenario in ambito climatologico è una metodologia per testare la resilienza dei piani industriali in base a diverse assunzioni di sviluppi futuri. Hera ha selezionato due scenari più rilevanti tra i nove presi come punto di partenza. In particolare, lo scenario di transizione IEA ETP 2DS prodotto dall’International energy agency, scelto come scenario climatico ambizioso, prospetta un’evoluzione futura caratterizzata da forti processi di decarbonizzazione per mantenere l’incremento delle temperature al di sotto di 2°C: tale scenario è stato assunto per l’individuazione dei rischi di transizione. Lo scenario fisico IPCC RCP 8.5, scelto come scenario pessimista, prospetta invece una traiettoria business-as-usual e un conseguente forte incremento della temperatura (circa 4°C): tale scenario è stato assunto per l’individuazione dei rischi fisici. I suddetti scenari hanno consentito di individuare otto rischi fisici e otto rischi di transizione, associati a relativi impatti sul business. A ogni rischio e opportunità è stato associato un orizzonte temporale, un livello di priorità (definito come combinato disposto del livello di probabilità che il contesto in cui opera Hera si modifichi e dell’impatto del rischio/ opportunità sul business) e le conseguenti modalità di gestione e iniziative di business nel caso delle opportunità individuate.
Tipologia |
Cause |
---|---|
Rischi fisici |
|
Rischi di transizione |
|
*Si tratta dei rischi più significativi in corso di indirizzamento, come descritto nel paragrafo 2.04 “Mitigazione dei cambiamenti climatici” del Bilancio di sostenibilità.
Al fine di valutare potenziali impatti sugli asset del Gruppo derivanti da fenomeni estremi correlati alle dinamiche del cambiamento climatico, nel corso del 2022 è stata portata a termine l’analisi di rischio da allagamento, con proiezione temporale sul medio-lungo termine. I risultati evidenziano che la perdita media annua riferita agli orizzonti temporali del 2030 e del 2050, in accordo allo scenario PCP 8.5, aumenta rispettivamente di 0,2 milioni di euro e di 0,5 milioni di euro rispetto all’attuale.
Si segnala che i rischi fisici sono distribuiti sui due orizzonti temporali di medio e lungo termine, con un numero maggiore di occorrenze nell’orizzonte 2031-2050, in coerenza con il principio che gli impatti dei cambiamenti climatici diventeranno più evidenti nel lungo termine.
I rischi di transizione sono concentrati prevalentemente nell’orizzonte temporale di medio termine e distribuiti su tutte le categorie della classificazione TCFD. A ciascun rischio è stata associata una o più modalità di gestione: sono state individuate 21 modalità di gestione per i rischi fisici e 13 per i rischi di transizione; alcune delle conseguenti azioni sono già state integrate negli investimenti effettuati, nonché riflesse nel piano industriale. Per maggiori dettagli si rimanda al paragrafo “La strategia di Hera per il clima” riportato nel bilancio di sostenibilità. Gli investimenti e le azioni di mitigazione e adattamento ad oggi pianificati, orientati alla transizione energetica verso la carbon neutrality e alla transizione ambientale verso l’economia circolare, nonché per l’evoluzione tecnologica, in linea con le strategie europee e gli obiettivi dell’Agenda ONU 2030, fanno ormai parte del modus operandi del Gruppo e sono spesso realizzati in anticipo rispetto alle tempistiche stimate alla luce dei risultati positivi del Gruppo.
Il conflitto russo-ucraino ancora in corso sta determinando un crescente sforzo europeo volto alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico e al percorso di transizione. Per le valutazioni relative ai potenziali effetti in termini di impairment test, specificatamente in relazione al consumo del gas, si rimanda alla nota 25 del bilancio consolidato al capitolo 2.02 “Note esplicative”.
Gestione dei rischi da cambiamento climatico
Hera ha avviato una serie di iniziative con l’obiettivo di mitigare gli effetti del cambiamento climatico e contemporaneamente ridurre la propria impronta di carbonio. Le attività di valutazione dei rischi stanno proseguendo con gli opportuni livelli di approfondimento, specie con riferimento ai rischi di transizione e alla loro modellizzazione. A seguito degli esiti della prima fase di analisi, sono state individuate una serie di attività di mitigazione e adattamento, non riscontrando rischi che, con riferimento alla loro valutazione di manifestazione nell’orizzonte temporale del piano industriale, possano determinare la necessità di apportare svalutazioni agli asset del Gruppo.
Tipologia |
Principali iniziative/azioni del Gruppo |
---|---|
Attività di mitigazione |
|
Attività di adattamento |
|
Come anticipato nel paragrafo 1.01.02 “L’approccio strategico e le politiche di gestione – Climatico e ambientale: lo sviluppo sostenibile”, Hera attua una politica di gestione del rischio volta al raggiungimento della neutralità carbonica. Tra i principali contributi si annoverano le soluzioni di efficienza energetica tramite la valorizzazione di asset multibusiness, applicate sia al perimetro del Gruppo che ai clienti, lo sviluppo di nuova impiantistica rinnovabile, la vendita di energia verde ai clienti e il forte impegno a ridurre del 37% le emissioni di anidride carbonica della filiera industriale entro il 2030 (rispetto al 2019), calcolato secondo i riferimenti Science Based Target.
Identificazione dei rischi sulla sicurezza operativa e Ict
Le esternalità negative che vengono generate da eventi eccezionali, nonostante attente pianificazioni e coperture assicurative, possono compromettere la continuità dei business e accrescere il fabbisogno finanziario per il ripristino della regolare operatività. L’erogazione dei servizi di pubblica utilità richiede pertanto lo svolgimento sia di attività preventive che di azioni per contrastare interruzioni, ritardi di servizio o livelli di servizio non adeguati. Tra i rischi in ambito tecnologico si annoverano la sicurezza operativa delle reti di distribuzione (fluidi ed elettricità), la sicurezza logica delle informazioni, la sicurezza delle reti di comunicazione e dei sistemi informativi e l’affidabilità dei sistemi di telecontrollo. Le principali minacce per i sistemi on permise (ospitati presso i data center aziendali) oppure in cloud comprendono il furto di identità, il phishing mirato a prendere il controllo di un personal computer per poi attaccare i sistemi centrali, gli attacchi sui servizi esposti, quali ad esempio i siti web pubblici.
La sicurezza delle informazioni utilizzate, prodotte e trasformate dall’azienda dipende dalle modalità con cui sono gestite e dalle risorse umane e tecnologiche coinvolte. La perdita di riservatezza, integrità e disponibilità delle informazioni aziendali, sia che si tratti di informazioni critiche per il business che di informazioni personali (ovvero qualsiasi dato relativo a persone fisiche, come meglio definito dal Regolamento europeo GDPR e dal codice della privacy D.Lgs. 196/03) potrebbero causare serie perdite finanziarie con conseguente perdita di immagine sul mercato. È stata portata a termine una business impact analysis su tutti i sistemi Ict in uso nel Gruppo e annualmente viene effettuata una security risk analysis per l’identificazione e la valutazione del rischio attraverso la metodologia basata su un framework che considera le tre dimensioni di sicurezza: disponibilità, integrità e riservatezza.
Gestione dei rischi sulla sicurezza operativa e Ict
I sistemi centralizzati di monitoraggio delle reti (telecontrollo fluidi e rete elettrica) permettono una costante attività di monitoraggio e supervisione delle stesse in tempo reale e, in alcuni ambiti, la gestione da remoto, consentendo di segnalare con tempestività potenziali fattori critici alle strutture tecniche del pronto intervento e, ove possibile, di intervenire direttamente a risoluzione della potenziale criticità. Tali sistemi hanno avuto modo di essere applicati in molteplici situazioni, consentendo il ripristino del servizio in tempi adeguati e garantendo adeguata resilienza ai servizi offerti.
Il Gruppo effettua un monitoraggio costante del livello di rischio della sicurezza informatica, conduce test per valutare continuamente il livello di penetrabilità dei propri sistemi e di sicurezza delle reti, oltre a realizzare campagne di formazione per la sensibilizzazione di tutti gli utenti.
Nel corso del 2022 è proseguita l’esecuzione di interventi finalizzati a garantire la riservatezza, l’integrità e la disponibilità dei sistemi Hera; le principali iniziative, consolidate nella strategia e nella modalità di azione del Gruppo, sono descritte al paragrafo 1.01 “Trend di contesto, approccio strategico e politiche di gestione del Gruppo”. A titolo esemplificativo, nel contesto degli impianti industriali è stato rafforzato il coordinamento delle iniziative di miglioramento della cyber security rivolte al modello di monitoraggio convergente della cyber security tra ambiti It (information technology) e Ot (operation technology). Al fine di intercettare eventuali vulnerabilità presenti su sistemi o applicazioni che potrebbero essere sfruttate da un attaccante, sono state inoltre intensificate le attività di vulnerability assessment, estendendole all’ambito degli impianti industriali.
Identificazione dei rischi sulla sicurezza e sullo sviluppo delle persone
Le persone e i relativi comportamenti influenzano in modo sempre più rilevante l’efficacia delle strategie aziendali. La tutela delle persone resta pertanto elemento cardine, sia in termini di salute e sicurezza sul lavoro che in termini di protezione sociale. Le esigenze e i bisogni emergenti di tutti i dipendenti sono pertanto oggetto di continua attenzione del Gruppo.
Il procedimento di Hera strutturato per l’identificazione dei pericoli e della relativa valutazione dei rischi permea sull’analisi dei ruoli, delle attività lavorative, dei processi, dei luoghi di lavoro, delle attrezzature, dei mezzi, degli impianti e delle sostanze utilizzate. Con riferimento alla specificità del proprio business e alla sua presenza territoriale, il Gruppo ha stabilito dei criteri anche per l’individuazione degli scenari di rischio dovuti alla diffusione del virus Covid-19 in logica Enterprise risk management.
Le misure di mitigazione dei rischi adottate e l’efficacia della loro implementazione sono periodicamente monitorate e riesaminate. A tal proposito è stata sviluppata una check-list di controllo specifica per il monitoraggio periodico da parte dei responsabili delle varie unità organizzative.
Con lo scopo di identificare, misurare e monitorare i rischi che minacciano gli asset del Gruppo e la continuità della erogazione dei servizi essenziali, è stato implementato un modello di valutazione dei rischi per la sicurezza fisica degli asset. Questo modello si pone l’obiettivo di prevenire e mitigare le minacce e gli impatti causati da eventi (dolosi, colposi o accidentali) quali ad esempio incendi, furti, atti di sabotaggio/vandalismo.
Gestione dei rischi sulla sicurezza e sullo sviluppo delle persone
Al fine di garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori e mitigare il rischio di infortuni, il Gruppo è impegnato costantemente verso iniziative finalizzate a un più efficace monitoraggio e miglioramento dei processi di protezione e prevenzione in tema di sicurezza, volti alla riduzione della frequenza e della severità degli incidenti. Le didattiche scelte per la formazione dei lavoratori, oltre ad avere carattere tecnico-normativo, sono orientate allo sviluppo della piena coscienza di sé nella percezione del rischio e nel mettere in campo comportamenti sicuri e consapevoli.
Le misure di prevenzione e protezione messe in atto dal Gruppo hanno l’obiettivo di minimizzare la probabilità di accadimento di un evento sfavorevole, ovvero la gravità delle conseguenze a seguito dell’evento. Per Hera è di fondamentale importanza sviluppare nei lavoratori la cognizione dei rischi legati alla propria attività lavorativa, pertanto propone sempre più percorsi formativi che inducono le persone ad acquisire una maggior consapevolezza, modificando i propri comportamenti nella percezione del rischio e nell’essere d’esempio virtuoso per gli altri colleghi. L’attenzione a tali aspetti è elemento imprescindibile dell’operatività per continuare a confermare il continuo decremento del numero di infortuni, dell’indice di frequenza degli stessi, di quello di gravità degli incidenti e del numero di giornate di assenza per infortunio. A tal proposito, sono state ricevute importanti certificazioni secondo la norma ISO 9001 (sistema di gestione qualità), ISO 14001 (sistema di gestione ambientale) e ISO 45001 (sistema di gestione salute e sicurezza sul lavoro). Il procedimento di identificazione dei pericoli e di valutazione e controllo dei rischi è eseguito in maniera preventiva e proattiva (piuttosto che reattiva) al fine dell’individuazione di adeguate misure di riduzione e controllo dei rischi.
L’impegno costante delle persone e l’integrazione della sicurezza nei processi e nella formazione sono elementi fondanti della cultura della sicurezza del Gruppo. La strategia di gestione del rischio si basa sul presupposto che ciascuno è responsabile della propria salute e sicurezza, così come di quella delle persone con cui interagisce. Tale principio è stato trasposto nella procedura di gestione del processo di identificazione dei pericoli e valutazione dei rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori. Questa procedura prevede, in particolare, che ogni dipendente sia tenuto a segnalare e fermare tempestivamente qualsiasi situazione a rischio o comportamento non sicuro. I responsabili delle unità organizzative, inoltre, nel 2022 hanno completato e gestito circa 5 mila check-list di controllo strumentali al monitoraggio delle misure adottate e all’eventuale segnalazione di necessità di procedure specifiche per la gestione dei lavoratori.
Al fine di mantenere elevata l’efficacia nello svolgimento delle proprie attività e garantire il più elevato livello di sicurezza sul lavoro, il rispetto degli standard ambientali e ridurre i rischi legati alla continuità dei servizi, Hera ha elaborato un progetto tecnico-gestionale che:
Per una migliore gestione degli eventi, ad esempio, sono state messe a frutto sinergie, competenze e risorse del Gruppo tramite la centralizzazione del punto recezione allarmi presso una control room con visione di tutti gli allarmi/segnalazioni riguardanti gli asset, ma anche tramite la gestione di reti e sistemi del global contractor (per l’installazione, la manutenzione degli impianti e l’attivazione dei servizi di vigilanza). Infine, con riferimento al benessere sociale, con l’obiettivo di favorire un ambiente di lavoro positivo, Hera ha creato un sistema di welfare fondato sull’attenzione alle persone. Tale sistema comprende interventi di natura monetaria e legati alla qualità della vita, quali servizi aventi a oggetto interventi su famiglia, istruzione, conciliazione vita-lavoro, benessere, tempo libero e salute.
Il 2022 per il Gruppo Hera si chiude con risultati economici e investimenti in crescita rispetto all’anno precedente. L’esercizio 2022 consolida infatti un margine operativo lordo adjusted di 1.295 milioni di euro in aumento del 6,2%, un margine operativo netto adjusted in crescita del 3,4%, e un utile netto adjusted in crescita dello 0,8%. Anche dal punto di vista degli investimenti, si segnala una crescita importante pari al 20,8% rispetto al 2021, a riprova dell’attenzione continua del Gruppo alla valorizzazione e al rafforzamento della resilienza degli asset gestiti.
Questi risultati sono particolarmente importanti poiché si collocano all’interno di uno scenario esterno particolarmente complesso, caratterizzato dal perdurare della volatilità del mercato energetico e da una situazione geopolitica internazionale molto instabile Le politiche di gestione messe in atto dal Gruppo, unitamente al solido e resiliente modello di business, si sono dimostrate efficaci nel rispondere a tali complessità, permettendo anche in questa difficile congiuntura di garantire la continuità dei servizi erogati, di tenerne alta la qualità e di continuare a creare valore per tutti i propri stakeholder.
Su quest’ultimo aspetto si evidenzia come il Gruppo Hera per supportare i propri clienti in questa particolare situazione abbia sviluppato e implementato alcune specifiche iniziative: dalla possibilità data ai clienti di richiedere la fatturazione mensile dei consumi e le rateizzazioni dei pagamenti, agli strumenti per il monitoraggio dei consumi, ai consigli per il risparmio energetico ed economico. Inoltre, è stato attivato un piano di formazione specifica degli operatori per offrire supporto qualificato sull’analisi e l’efficientamento dei consumi.
Le iniziative a supporto dei clienti, il valore generato per gli stakeholder e la capacità di affrontare positivamente le sfide di un 2022 dalla complessità inedita, hanno come fondamenta l’ormai consolidato modello industriale multibusiness, bilanciato tra attività regolamentate e a libero mercato.
Nonostante il complicato scenario, il Gruppo Hera ha continuato a cogliere le opportunità di ampliamento del proprio perimetro industriale attraverso alcune operazioni di acquisizione. In particolare, nell’area ambiente, segnaliamo l’acquisizione da parte di Marche Multiservizi Spa della società Macero Maceratese Srl, specializzata nel recupero e nel trattamento dei rifiuti e dell’acquisizione della società Alibardi Fiorenzo Srl, specializzata nella raccolta e produzione di materiale plastico da parte di Aliplast Spa. Le aree energy hanno beneficiato invece dell’acquisizione di Con Energia Spa da parte di Hera Comm Spa.
Di seguito vengono illustrati i risultati economici al 31 dicembre 2022 e 2021:
Conto economico |
Dic-22 |
Inc. % |
Dic-21 |
Inc. % |
Var. Ass. |
Var. % |
---|---|---|---|---|---|---|
Ricavi |
20.082,0 |
0,0% |
10.555,3 |
0,0% |
9.526,7 | 90,3% |
Altri ricavi operativi |
548,2 |
2,7% |
400,1 |
3,8% |
148,1 |
37,0% |
Materie prime e materiali** |
(16.635,9) |
(82,8)% |
(6.672,9) |
(63,2)% |
9.963,0 |
149,3% |
Costi per servizi |
(2.105,8) |
(10,5)% |
(2.464,6) |
(23,3)% |
(358,8) |
14,6% |
Altre spese operative |
(74,9) |
(0,4)% |
(60,8) |
(0,6)% |
8,4 |
12,6% |
Costi del personale |
(601,1) |
(3,0)% |
(529,8) |
(5,6)% |
8,3 |
1,4% |
Costi capitalizzati |
82,5 |
0,4% |
60,8 |
0,6% |
21,7 |
35,7% |
Margine operativo lordo* |
1.295,0 |
6,4% |
1.219,4 |
11,6% |
75,6 |
6,2% |
Ammortamenti, accantonamenti e svalutazioni |
(667,1) |
(3,3)% |
(612,1) |
(5,8)% |
55,0 |
9,0% |
Margine operativo netto* |
627,9 |
3,1% |
607,3 |
5,8% |
20,6 |
3,4% |
Gestione finanziaria |
(125,0) |
(0,6)% |
(119,8) |
(1,1)% |
5,2 |
4,3% |
Risultato ante imposte* |
502,9 |
2,5% |
487,5 |
4,6% |
15,4 |
3,2% |
Imposte |
(130,6) |
(0,7)% |
(130,6) |
(1,2)% |
- |
0,0% |
Risultato netto* |
372,3 |
1,9% |
356,9 |
3,4% |
15,4 |
4,3% |
Risultato da special item |
- |
0,0% |
12,6 |
0,1% |
(12,6) |
100,0% |
Utile netto dell'esercizio* |
372,3 |
1,9% |
369,5 |
3,5% |
2,8 |
0,8% |
Attribuibile a: |
|
|
|
|
|
|
Azionisti della Controllante* |
322,2 |
1,6% |
330,3 |
3,1% |
(8,1) |
(2,5%) |
Azionisti di minoranza |
50,1 |
0,2% |
39,2 |
0,4% |
10,9 |
27,8% |
* si intendono i risultati adjusted come evidenziato nel capitolo 1.02
** valorizzazione che riflette il differente valore gestionale delle rimanenze di gas.
RICAVI
(mld/euro)
I ricavi a dicembre 2022 sono in aumento di 9.526,7 milioni di euro rispetto all’equivalente periodo del 2021, quasi esclusivamente come effetto del significativo incremento dei prezzi di energia elettrica e gas registrato nel 2022. Infatti, i settori dell’energia presentano una crescita importante pari a 8.842 milioni di euro, pari al 93% della variazione complessiva. Inoltre, si segnala la crescita del fatturato dei servizi energia legati all’efficienza energetica negli edifici abitativi (bonus facciate e superbonus 110%) e l’aumento delle attività per servizi a valore aggiunto per i clienti. Questi effetti complessivamente contribuiscono per circa 290 milioni di euro.
Infine, i ricavi del settore ambiente contribuiscono alla crescita per 160 milioni di euro, principalmente per la produzione di energia, per le acquisizioni nel mercato industria e per la crescita dei prezzi nei mercati presidiati. Per approfondimenti, si rimanda all’analisi delle singole aree d’affari del capitolo 1.07.
Gli altri ricavi operativi a dicembre 2022 sono in crescita di 148,1 milioni di euro, rispetto all’equivalente periodo del 2021. Si segnalano i maggiori ricavi dei titoli di efficienza energetica per 60 milioni di euro, come meglio descritto nell’area Gas al paragrafo 1.07.01, e maggiori ricavi per commesse su beni oggetto di concessione per complessivi 56 milioni di euro.
I costi delle materie prime e materiali aumentano di 9.963,0 milioni di euro rispetto a dicembre 2021. Questo aumento è legato alla crescita del prezzo delle commodity energetiche come indicato tra i ricavi. Si evidenzia infine l’incremento del prezzo di acquisto delle materie prime nel mercato del recupero e i maggiori costi di acquisto dei titoli di efficienza energetica, come già citato in precedenza.
Gli altri costi operativi calano complessivamente di 350,4 milioni di euro (minori costi per servizi per 358,8 milioni di euro e maggiori spese operative per 8,4 milioni di euro). Si evidenziano complessivamente minori costi per circa 739 milioni di euro prevalentemente legati a oneri di sistema in seguito ai provvedimenti legislativi indicati ai capitoli 1.07.01 e 1.07.02 a fronte di maggiori costi di trasporto e stoccaggio gas. La diminuzione dei costi precedentemente indicata è in parte compensata per circa 242 milioni di euro dai maggiori costi nei servizi energia per l’efficienza energetica e nei servizi a valore aggiunto. Si segnalano maggiori costi di raccolta e trattamento rifiuti per circa 90 milioni di euro dovuti prevalentemente all’incremento dei prezzi dei fornitori, alle acquisizioni societarie e alle maggiori attività legate allo sviluppo di nuovi progetti di raccolta differenziata. Infine, si evidenziano i maggiori costi per commesse su beni oggetto di concessione e per opere conto terzi per circa 63 milioni di euro.
Il costo del personale cresce dell’1,4% rispetto al 2021, raggiungendo gli 8,3 milioni di euro. Questo aumento è legato agli incrementi retributivi previsti dal contratto collettivo nazionale di lavoro e alle variazioni di perimetro generate dalle acquisizioni societarie descritte in precedenza. Questi effetti sono in parte mitigati dalla minore presenza media registrata nel periodo considerato.
I costi capitalizzati aumentano di 21,7 milioni di euro per le maggiori opere a investimento su beni di proprietà del Gruppo.
MARGINE OPERATIVO LORDO*
(mln/euro)
Il margine operativo lordo adjusted cresce di 75,6 milioni di euro rispetto al 2021, con una variazione pari al 6,2%. Tale andamento è riconducibile alle buone performance dell’area ambiente, in crescita di 46,3 milioni di euro, e al contributo complessivo delle aree energy per 28,8 milioni di euro.
Per approfondimenti, si rimanda all’analisi delle singole aree d’affari.
Ammortamenti e accantonamenti al 31 dicembre 2022 aumentano del 9,0% rispetto all’anno precedente, attestandosi a un valore pari a 55 milioni di euro. Si rilevano maggiori ammortamenti principalmente per i nuovi investimenti, per un incremento delle provvigioni nelle società di vendita per le campagne commerciali e per le variazioni di perimetro derivanti dal consolidamento di società aventi a oggetto attività di vendita di gas e gestione rifiuti. Complessivamente in aumento anche gli accantonamenti al fondo svalutazione crediti imputabili principalmente ai mercati di ultima istanza e al servizio a tutele graduali.
MARGINE OPERATIVO NETTO*
(mln/euro)
Il margine operativo netto adjusted è pari a 20,6 milioni di euro, in crescita del 3,4%; l’incremento derivante dalla crescita del Mol* è in parte ridotto dai maggiori ammortamenti, come descritto in precedenza.
Il risultato della gestione finanziaria al 31 dicembre 2022 è di 125,0 milioni di euro, in incremento di 5,2 milioni di euro, pari al 4,3%, rispetto al 31 dicembre 2021. La variazione è riconducibile prevalentemente all’incremento dell’indebitamento finanziario netto realizzato negli ultimi mesi del 2022 come conseguenza dell’aumento del valore del capitale circolante netto legato all’attività di stoccaggio gas e dell’andamento dei prezzi delle commodity energetiche rispetto ai valori del 2021 (impatto parzialmente mitigato dai minori oneri Ias 37).
Il risultato ante-imposte adjusted è in crescita di 15,4 milioni di euro, il 3,2% in più rispetto al 2021; alla crescita derivante dal margine operativo netto si somma l’impatto della gestione finanziaria, come descritto in precedenza.
Le imposte dell’esercizio 2022 evidenziate nello schema gestionale sono pari a 130,6 milioni di euro (stesso valore dell’esercizio precedente): il tax rate del risultato ante-imposte adjusted risulta pari al 26%, rispetto al 26,8% registrato nel 2021. Nel confronto si segnala che in entrambi gli esercizi sono stati contabilizzati i benefici derivanti dall’affrancamento di alcuni maggiori valori originatisi a fronte di operazioni di acquisizione. Nel corso del 2022 si rilevano i benefici che il legislatore ha previsto, attraverso numerose disposizioni normative, come misura a sostegno delle spese sostenute per l’acquisto di energia elettrica e gas (al riguardo e per maggiori dettagli, si rinvia al paragrafo 2.02.03 “Fiscalità” del bilancio consolidato).
Il risultato netto adjusted è in crescita del 4,3%, per un controvalore di 15,4 milioni di euro; la crescita del risultato ante imposte adjusted rimane stabile per l’assenza di variazioni nelle imposte.
Nel 2021 era presente un risultato da special item per un valore complessivo di 12,6 milioni di euro. Le descrizioni di dettaglio sui contenuti sono presenti in apertura del paragrafo 1.04 “Sintesi andamento economico-finanziario e definizione degli indicatori”.
Come sintesi di tutti gli eventi precedentemente descritti l’utile netto adjusted è in crescita di 2,8 milioni di euro rispetto al valore del 2021 (+ 0,8%).
Nell’esercizio 2022, gli investimenti netti del Gruppo hanno raggiunto quota 688,7 milioni di euro, in aumento di 118,4 milioni di euro rispetto all’anno precedente. Questo valore comprende anche gli investimenti finanziari per 3,2 milioni di euro dovuti alla partecipazione di Marche Multiservizi Spa in Aurora Srl, società, attualmente non operativa, del settore ambiente, nell’ambito del trattamento dei rifiuti. Gli investimenti finanziari sono in riduzione di 7,8 milioni di euro rispetto all’anno precedente che comprendeva la partecipazione nella società SEA - Servizi Ecologici Ambientali Srl.
I contributi in conto capitale ammontano a 23,9 milioni di euro, di cui 17,4 milioni per gli investimenti FoNI, come previsto dal metodo tariffario per il servizio idrico integrato. Gli investimenti operativi netti sono pari a 685,5 milioni di euro, in aumento di 126,3 milioni di euro rispetto l’anno precedente.
Di seguito la suddivisione per settore di attività, con evidenza dei contributi in conto capitale:
Totale investimenti (mln/euro) |
dic-22 |
dic-21 |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Area gas |
156,7 |
141,3 |
15,4 |
+10,9% |
Area energia elettrica |
78,3 |
55,3 |
23,0 |
+41,6% |
Area ciclo idrico integrato |
208,0 |
194,6 |
13,4 |
+6,9% |
Area ambiente |
149,2 |
98,2 |
51,0 |
+51,9% |
Area altri servizi |
15,3 |
14,6 |
0,7 |
+4,8% |
Struttura centrale |
102,1 |
84,8 |
17,3 |
+20,4% |
Totale investimenti operativi lordi |
709,5 |
588,7 |
120,8 |
+20,5% |
Contributi conto capitale |
23,9 |
29,4 |
(5,5) |
(+18,7)% |
di cui per FoNI (Fondo Nuovi Investimenti) |
17,4 |
16,8 |
0,6 |
+3,6% |
Totale investimenti operativi netti |
685,5 |
559,2 |
126,3 |
+22,6% |
Investimenti finanziari |
3,2 |
11,0 |
(7,8) |
(70,9)% |
Totale investimenti netti |
688,7 |
570,3 |
118,4 |
+20,8% |
TOTALE INVESTIMENTI OPERATIVI NETTI
(mln/euro)
Al lordo dei contributi in conto capitale, gli investimenti operativi del Gruppo sono pari a 709,5 milioni di euro, in crescita di 120,8 milioni di euro rispetto all’anno precedente, e sono riferiti principalmente a interventi su impianti, reti e infrastrutture. A questi si aggiungono gli adeguamenti normativi che riguardano soprattutto la distribuzione gas per la sostituzione massiva dei contatori e l’ambito depurativo e fognario.
I commenti sugli investimenti delle singole aree sono riportati nell’analisi per area d’affari.
Nella struttura centrale, gli investimenti riguardano gli interventi sugli immobili nelle sedi aziendali, sui sistemi informativi, sul parco automezzi, oltre a laboratori e strutture di telecontrollo. Complessivamente, gli investimenti di struttura aumentano di 17,3 milioni di euro rispetto all’anno precedente, principalmente per gli interventi sugli immobili delle sedi e sulle flotte aziendali.
Di seguito viene analizzata l'evoluzione del capitale investito netto e delle fonti di finanziamento del Gruppo per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2022.
Capitale investito e fonti di finanziamento (mln/euro) |
dic-22 |
Inc.% |
dic-21 |
Inc.% |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|---|---|
Immobilizzazioni nette* |
7.522,3 |
+94,5% |
7.308,3 |
+109,4% |
214,0 |
+2,9% |
Capitale circolante netto* |
1.096,0 |
+13,8% |
2,4 |
+0,0% |
1.093,6 |
+45.566,7% |
(Fondi) |
(657,6) |
(8,3)% |
(633,4) |
(9,5)% |
(24,2) |
(3,8)% |
Capitale Investito Netto* |
7.960,7 |
+100,0% |
6.677,3 |
+100,0% |
1.283,4 |
+19,2% |
Patrimonio Netto* |
(3.710,9) |
+46,6% |
(3.416,0) |
+51,2% |
(294,9) |
(8,6)% |
Indebitamento finanziario netto non corrente |
(5.598,5) |
+70,3% |
(3.633,1) |
+54,4% |
(1.965,4) |
(54,1)% |
Indebitamento finanziario netto corrente |
1.348,7 |
(16,9)% |
371,8 |
(5,6)% |
976,9 |
+262,7% |
Indebitamento finanziario netto |
(4.249,8) |
+53,4% |
(3.261,3) |
+48,8% |
(988,5) |
(30,3)% |
Totale fonti di finanziamento* |
(7.960,7) |
(100,0)% |
(6.677,3) |
+100,0% |
(1.283,4) |
(19,2)% |
* si intendono i risultati adjusted come evidenziato nella sezione degli Indicatori alternativi di performance (IAP)
L’esercizio 2022 chiude con un capitale circolante netto* pari a 1.096,0 milioni di euro in aumento rispetto ai 2,4 milioni di euro di fine 2021. La variazione risente della valutazione del fair value degli strumenti derivati su commodity in incremento di 180,4 milioni di euro rispetto all’anno precedente, con corrispondente impatto sul patrimonio netto per i contratti di copertura contabilizzati in cash flow hedge e, in misura residuale, sul conto economico dell’esercizio per i derivati di trading. Le variazioni di capitale circolante netto che hanno determinato un corrispondente incremento dell’indebitamento finanziario netto sono principalmente riconducibili:
Per quanto attiene il valore dei crediti commerciali non si evidenziano criticità sulle performance degli incassi che risultano, su alcuni segmenti di mercato, migliori rispetto all’anno precedente grazie al continuo e attento controllo dei processi di gestione del credito anche in fase di acquisizione dei contratti (gestione origination).
Nel 2022, i fondi ammontano a 657,6 milioni di euro, in aumento rispetto a quanto registrato alla fine dell’anno precedente (633,4 milioni di euro). Questo risultato è la conseguenza, principalmente, degli accantonamenti di periodo e degli adeguamenti dei fondi post mortem discariche e ripristino beni di terzi che hanno più che compensato le uscite per utilizzi.
Il patrimonio netto* si incrementa dai 3.416,0 milioni di euro del 2021 ai 3.710,9 milioni di euro del 2022. Il patrimonio netto rafforza la solidità del Gruppo grazie al positivo risultato netto della gestione 2022, pari a 372,3 milioni di euro e all’effetto delle riserve in cash flow hedge, compensati dall’impatto derivante dalla distribuzione dei dividendi.
Il rendimento sul capitale investito netto (ROI*) si attesta a 7,9% nel 2022, in riduzione rispetto al ROI del 2021 che si attestava a 9,1%, per effetto dell’incremento del capitale investito netto (Cin) in misura maggiore rispetto all’incremento del risultato della gestione operativa (Ebit).
ROI*
(%)
* adj per partite non ricorrenti e operazione Ascopiave
Il risultato della gestione, fa registrare un rendimento sul capitale proprio (ROE*) pari al 10,0%, in calo rispetto ai livelli registrati nel 2021. La riduzione è legata a un aumento del patrimonio netto (principalmente per il valore delle riserve in cash flow hedge) in misura maggiore rispetto all’incremento dell’utile di esercizio.
ROE*
(%)
* adj per partite non ricorrenti e operazione Ascopiave
L’analisi dell'indebitamento finanziario netto riclassificato è riportata nella tabella qui di seguito esposta:
mln/euro |
|
31-dic-22 |
31-dic-21 |
---|---|---|---|
A |
Disponibilità liquide |
1.942,4 |
885,6 |
B |
Mezzi equivalenti a disponibilità liquide |
‐ |
|
C |
Altre attività finanziarie correnti |
77,7 |
29,3 |
D |
Liquidità (A+B+C) |
2.020,1 |
914,9 |
E |
Debito finanziario corrente |
(563,0) |
(443,6) |
F |
Parte corrente del debito finanziario non corrente |
(108,4) |
(99,5) |
G |
Indebitamento finanziario corrente (E+F) |
(671,4) |
(543,1) |
H |
Indebitamento finanziario corrente netto (G+D) |
1.348,7 |
371,8 |
I |
Debito finanziario non corrente |
(1.997,0) |
(461,0) |
J |
Strumenti di debito |
(3.197,3) |
(2.702,0) |
K |
Debiti commerciali e altri debiti non correnti |
‐ |
‐ |
L |
Indebitamento finanziario non corrente (I+J+K) |
(5.194,3) |
(3.163,0) |
M |
Totale indebitamento finanziario (H+L) |
(3.845,6) |
(2.791,2) |
|
Crediti finanziari non correnti |
151,8 |
142,7 |
|
Indebitamento finanziario netto (esclusa opzione di vendita) |
(3.693,8) |
(2.648,5) |
|
Quota nominale - fair value opzione di vendita |
(475,9) |
(474,2) |
|
Indebitamento finanziario netto con opzione di vendita rettificata (NetDebt put option adj) |
(4.169,7) |
(3.122,7) |
|
Quota dividendi futuri - fair value opzione di vendita |
(80,1) |
(138,6) |
|
Indebitamento finanziario netto (NetDebt) |
(4.249,8) |
(3.261,3) |
Il valore complessivo dell’indebitamento finanziario netto risulta pari a 4.249,8 milioni di euro, registrando un incremento di circa 988,5 milioni di euro rispetto all’anno precedente. La variazione del periodo è dovuta principalmente all’assorbimento di cassa generato dalla variazione del capitale circolante netto, come sopra evidenziato.
In ottica di riequilibrio del capitale circolante netto, considerate le tensioni sui prezzi delle commodity, il Gruppo ha effettuato in modo routinario nel corso dell'esercizio operazioni di riscadenziamento di debiti commerciali, tramite reverse factor o lettere di credito, per complessivi 506,3 milioni di euro. Al termine dell’esercizio l’importo delle operazioni ancora in essere, esclusivamente tramite lettere di credito, ammontano a 192 milioni di euro. Tramite queste operazioni il Gruppo ha ottimizzato i propri termini di pagamento, mantenendo iscritto il medesimo importo tra i debiti commerciali, poiché rientrante nella propria gestione tipica del circolante. Si precisa, infatti, che il Gruppo presenta debiti commerciali, con differenti termini di pagamento, in base agli accordi contrattuali definiti con le singole controparti dei vari business in cui opera, che oscillano dai 7 giorni ai 60 giorni dalla data di emissione delle fatture.
La struttura finanziaria presenta un indebitamento corrente pari a 671,4 milioni di euro, di cui debiti verso banche pari a 316,6 milioni di euro, riferiti a utilizzi di linee di conto corrente per circa 257,4 milioni di euro e a interessi passivi su finanziamenti per 59,2 milioni di euro.
La quota di indebitamento corrente verso altri finanziatori è pari a 246,4 milioni di euro di cui 145,1 milioni di euro per la regolazione giornaliera dei fair value dei derivati su commodity scambiati sulla piattaforma Eex.
La parte corrente del debito finanziario non corrente pari a 108,4 milioni di euro si riferisce per 87,1 milioni di euro alla quota in scadenza entro l’anno dei finanziamenti bancari a medio termine (di cui 22,0 milioni di euro riferiti a un private placement della durata di dieci anni in scadenza nel 2023) e 21,3 milioni di euro a debiti correnti inerenti a contratti di leasing.
L’indebitamento finanziario non corrente risulta in aumento di circa 2.031,3 milioni di euro rispetto a dicembre 2021, principalmente per il collocamento in maggio 2022 di un green bond di 500 milioni di euro con scadenza sette anni e per l’erogazione di 1.625 milioni di euro di nuovi finanziamenti bancari da agosto 2022. Queste ultime linee sono state attivate per supportare l’attività di stoccaggio gas e far fronte al potenziale rischio liquidità dovuto alla volatilità dei prezzi energy.
Si evidenzia un aumento delle disponibilità liquide che passano da 885,6 milioni di euro del 2021 a 1.942,4 milioni di euro del 31 dicembre 2022.
Al 31 dicembre 2022 il debito a medio/lungo termine è rappresentato per una quota pari a 59,4% da titoli obbligazionari (bond) con rimborso alla scadenza. Il totale indebitamento presenta una durata residua media di circa cinque anni. Il 39,4% del debito ha scadenza oltre i cinque anni.
INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO
(mld/euro)
Il flusso di cassa della gestione operativa è stato assorbito dall’incremento del capitale circolante netto, influenzato principalmente dall’assorbimento di cassa dovuto agli stoccaggi gas e dalle altre dinamiche sopra evidenziate, e dagli importanti investimenti del periodo. Inoltre, contribuiscono all’assorbimento di cassa la distribuzione dei dividendi e l’attività di acquisto di partecipazioni, tra queste evidenziamo principalmente l’acquisizione del 100% di Con Energia Spa, specializzata nella vendita a clienti finali di gas ed energia elettrica e l’acquisto da parte di Marche Multiservizi Spa del 70% del capitale sociale di Macero Maceratese Srl, specializzata nel recupero e nello smaltimento dei rifiuti.
CASH FLOW
(mln/euro)
Il rapporto NetDebt/Ebitda* del 2022 è cresciuto a 3,28 volte rispetto al 2,67 del 2021. L’indicatore è fortemente influenzato dall’assorbimento di cassa dovuto allo stoccaggio gas pari a 503,7 milioni di euro. Tale rapporto sarebbe pari a 2,89 volte escludendo gli effetti derivanti dalla variazione dello stoccaggio gas.
NET DEBT/EBITDA*
(X)
*adj per partite non ricorrenti e operazione Ascopiave
L’indice Ffo*/NetDebt si attesta a 21,4% confermando la solidità finanziaria del Gruppo e la capacità di fare fronte alle proprie obbligazioni finanziarie. Anche questo indicatore risente fortemente dell’elevato valore degli stoccaggi. Tale indice sarebbe pari a 23,9% escludendo gli effetti derivanti dalla variazione dello stoccaggio gas.
FFO*/NET DEBT
(%)
* adj per partite non ricorrenti e operazione Ascopiave
L’impegno del Gruppo nella rendicontazione agli stakeholder dei risultati ottenuti nelle dimensioni della creazione di valore condiviso (Csv – creating shared value) e della sostenibilità trova conferma anche quest’anno nella predisposizione del bilancio di sostenibilità, disponibile all’indirizzo bs.gruppohera.it e nel sito del Gruppo nella sezione sostenibilità.
Il bilancio di sostenibilità rappresenta la dichiarazione consolidata di carattere non finanziario del Gruppo Hera predisposta ai sensi del D.Lgs. 254/16 e costituisce una relazione distinta rispetto alla presente relazione sulla gestione, come previsto dall’art. 5 comma 3, lettera b) del D.Lgs. 254/16. Il bilancio di sostenibilità include anche gli indicatori e le informazioni relative all’ambiente, al personale e alle attività di ricerca e sviluppo.
Di seguito si riporta una sintesi dei principali risultati rendicontati nel bilancio di sostenibilità 2022.
Ulteriori progressi sono stati conseguiti negli ambiti Csv e della sostenibilità nel corso del 2022 sia in termini di risultati e riconoscimenti ottenuti sia in termini di nuovi progetti avviati. Si segnala innanzitutto il percorso di aggiornamento del Codice etico iniziato a giugno e terminato a dicembre che ha portato all’approvazione della sesta edizione da parte del Consiglio di Amministrazione di Hera Spa nella seduta dell’8 febbraio 2023. Si è trattato del percorso di aggiornamento più partecipato dall’introduzione del Codice e ha coinvolto il management, tutti i lavoratori con un’iniziativa dedicata ai più giovani e le organizzazioni sindacali. Il corporate purpose introdotto nello statuto sociale di Hera Spa nel 2021 caratterizza la nuova edizione del Codice che incorpora l’impegno verso una transizione ecologica e digitale giusta, l’attenzione ai clienti più vulnerabili, la promozione del benessere lavorativo e personale, l’importanza del dialogo e dell’ascolto anche nei momenti di criticità.
Il 2022 ha anche visto l’inclusione del titolo Hera, per il terzo anno consecutivo, nel Dow Jones Sustainability Index World e Europe con uno score che conferma il Gruppo come la migliore azienda del settore “Multi and Water Utilities” e il posizionamento, per il secondo anno consecutivo, tra le migliori società a livello internazionale nella Esg Evaluation effettuata da S&P Global Ratings.
Il bilancio di sostenibilità 2022 consolida la rappresentazione dei contenuti focalizzata sulla creazione di valore condiviso. I risultati conseguiti e gli obiettivi fissati per il futuro sono affiancati a una sintesi dello scenario relativo ai tre driver per la creazione di valore condiviso:
Uno dei punti di forza della rendicontazione del Gruppo è la quantificazione del Mol a valore condiviso (Mol Csv) ovvero della quota parte di margine operativo lordo che deriva dalle attività di business in grado di rispondere agli obiettivi dell’Agenda Globale, ossia a quelle call to action per una crescita sostenibile (e pertinenti con le attività del Gruppo) sintetizzate nei tre driver richiamati in precedenza.
Nel 2022 il Mol Csv è pari a 670,3 milioni di euro e corrisponde al 51,8% del Mol totale di Gruppo. Il Mol Csv registra nel 2022 un incremento del 17% rispetto al valore del 2021. Il Mol Csv 2022 si colloca così nella traiettoria segnata dal piano industriale 2022-2026, costruito affinché circa il 62% del Mol al 2026 derivi da attività di business che rispondono alle priorità dell’Agenda Globale. Il contributo del Gruppo alla creazione di valore condiviso passa anche dalla realizzazione di investimenti nei tre driver Csv che nel 2022 ammontano a 510,0 milioni di euro, circa il 62% del totale (comprensivi delle acquisizioni societarie).
La quantificazione del Mol e degli investimenti a valore condiviso relativi all’anno 2022 è stata sottoposta per il quarto anno consecutivo alla verifica di una società di revisione con l’obiettivo di avvalorare nei confronti di tutti gli stakeholder tali aspetti distintivi della rendicontazione del Gruppo.
Hera persegue la neutralità di carbonio delle proprie attività e di quelle dei propri clienti attraverso la promozione dell’efficienza energetica e i progetti nell’ambito della transizione energetica.
Relativamente all’efficienza energetica si evidenzia che:
Per quanto riguarda la transizione energetica e le energie rinnovabili, Hera ha continuato a promuovere anche nel 2022 la propria proposizione commerciale improntata alla neutralità di carbonio consuntivando a fine anno:
Nel 2022 il Gruppo ha continuato a promuovere l’offerta Hera Fotovoltaico lanciata nel 2021 che permette l’installazione chiavi in mano di pannelli fotovoltaici: nel 2022 sono stati venduti circa 1.300 pannelli per una potenza complessiva di circa 7 MW.
Sul fronte interno si segnala:
Infine, sulla base della terza rendicontazione effettuata secondo la metodologia della Science Based Targets initiative richiamata in precedenza, le emissioni di gas serra del Gruppo (Scopo 1+2+3 da vendita di energia elettrica e di gas metano downstream) registrano nel 2022, rispetto all’anno base 2019, una riduzione dell’11,7% (escludendo l’incremento transitorio dei volumi venduti nei servizi di ultima istanza gas) che si colloca nella traiettoria del target 2030 validato dalla SBTi. In particolare, il 2022 registra una riduzione delle emissioni Scopo 1+2 (market-based) e dell’intensità di carbonio della vendita di energia elettrica (Scopo 3 upstream) rispettivamente del 17,5% e del 21,0%.
Hera rigenera le risorse e chiude il cerchio attraverso iniziative e progetti in tre ambiti: (i) transizione verso un’economia circolare, (ii) gestione sostenibile della risorsa idrica, (iii) tutela dell’aria, del suolo e della biodiversità.
Relativamente alla transizione verso un’economia circolare, il 2022 ha registrato una raccolta differenziata pari al 67,8% in aumento di 2,5 punti percentuali rispetto al 2021 (media Italia 2021: 64%) e un ricorso alla discarica per lo smaltimento dei rifiuti urbani del 2,3% (media Europa 2021: 23%). Su quest’aspetto Hera anticipa di quasi 20 anni l’obiettivo UE in materia di economia circolare e si posiziona tra i paesi europei più virtuosi. Nell’ottobre dello scorso anno Hera ha pubblicato la tredicesima edizione del report Sulle tracce dei rifiuti, verificato da Dnv, fornendo così garanzia ai cittadini dell’effettivo recupero, pari al 91%, della raccolta differenziata. Il report contiene il posizionamento del territorio servito da Hera rispetto agli obiettivi di riciclo definiti dalla UE: il tasso di riciclo complessivo, nel quale Hera con il 57% ha già raggiunto l’obiettivo fissato per il 2025, e il tasso di riciclo degli imballaggi, dove il Gruppo con il 68% è vicino al target fissato per il 2030.
Sempre sul fronte dell’economia circolare l’anno 2022 registra:
Sul fronte della gestione sostenibile della risorsa idrica, importanti le iniziative per preservarla, come il progetto di water management interno, che ha permesso una riduzione dei consumi del 20,5% nel 2022 (rispetto alla baseline 2017), gli accordi con gli enti del territorio per rendere riutilizzabile il 7,3% dell’acqua in uscita dai depuratori e il già citato Diario dei consumi che è stato diffuso al 35% circa dei clienti domestici del servizio idrico.
Per quanto riguarda la tutela dell’aria si confermano i risultati positivi relativamente alle performance ambientali dei termovalorizzatori del Gruppo, che anche nel 2022 hanno registrato livelli di emissioni in atmosfera molto contenute e mediamente inferiori dell’86% rispetto ai limiti di legge, e della centrale di cogenerazione di Imola con concentrazioni medie di PM10 inferiori del 99% rispetto ai limiti. Infine, per quanto riguarda la tutela del suolo si segnala che dal 2018 al 2022 la realizzazione di infrastrutture ha comportato un riutilizzo di suolo per il 78% del totale.
Significativi i risultati conseguiti dal Gruppo nel 2022 nelle aree Csv collegate allo sviluppo economico e occupazionale del territorio, all’inclusione sociale, all’innovazione e alla digitalizzazione. Così come sono importanti le iniziative finalizzate a garantire la resilienza delle proprie attività operative e quindi del territorio servito.
Il valore economico complessivamente distribuito al territorio è stato pari a 2.324 milioni di euro, pari al 76% del valore economico totale. La quota distribuita ai fornitori locali è stata pari al 64,5% del totale e ha raggiunto 881 milioni (+9% rispetto all’anno precedente), mentre l’indotto occupazionale è stimato in oltre 9 mila persone; tali dati confermano il ruolo primario del Gruppo nello sviluppo del territorio. Relativamente all’indotto occupazionale si sottolinea l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati (pari a 899) in conseguenza delle forniture e dalle partnership con le cooperative sociali pari a 82,3 milioni di euro nel 2022. Sempre sul fronte dell’inclusione sociale, si segnalano le misure messe in campo da Hera e migliorative rispetto a quelle definite da Arera per supportare i clienti più in difficoltà nel fronteggiare la crescita dei prezzi energetici: il numero di bollette rateizzate è cresciuto del 36% rispetto al 2021 e i protocolli di intesa in essere con 135 Comuni del territorio servito hanno consentito di prevenire le sospensioni delle forniture ai clienti assistiti dai servizi sociali nel 58% dei casi. Tutte le misure e i consigli per fronteggiare la crisi energetica sono state riepilogate in SOStegno Energia, una guida on line che integra la guida già esistente SOStegno Hera riepilogativa degli strumenti a disposizione dei clienti in difficoltà economica.
In ambito innovazione gli investimenti sono pari a 102,8 milioni di euro e relativi a iniziative in due ambiti: transizione ecologica e trasformazione digitale. Per quanto riguarda la trasformazione digitale, il bilancio di sostenibilità 2022 conferma per 20 progetti la rendicontazione, introdotta per la prima volta nel bilancio 2020, di obiettivi, risultati e impatti sulla base del framework della Corporate digital responsibility, definita come l’insieme di pratiche e comportamenti che aiutano un’organizzazione a utilizzare i dati e le tecnologie digitali in maniera etica e responsabile, dai punti di vista sociale, ambientale, economico e tecnologico.
Nel 2022 è proseguito lo sforzo nello sviluppo dei canali digitali di relazione con i clienti: nel 2022 i clienti iscritti ai servizi on-line salgono al 29,4% mentre quelli che hanno richiesto la bolletta elettronica raggiungono quota 34,5%. L’impegno su questo fronte, unito all’attenzione alle comunità locali, è proseguito nel 2022 con la quarta edizione della campagna di promozione della bolletta elettronica e dei comportamenti digitali dei clienti, denominata Digi e Lode, attraverso la quale il Gruppo dal 2017 al 2022 ha elargito 565 mila euro per la digitalizzazione di 226 scuole.
Sul fronte della resilienza ai cambiamenti climatici il Gruppo ha consuntivato nel 2022 investimenti pari a circa 62,1 milioni di euro. A tal proposito si segnala:
I risultati conseguiti in termini di valore condiviso generato integrano quelli relativi ai seguenti ambiti che completano il profilo di sostenibilità del Gruppo e rendicontati nella sezione “Con gli attori del cambiamento” del bilancio di sostenibilità.
Grazie ai programmi di sensibilizzazione e all’adozione della certificazione ISO 45001, che copre l’88% dei lavoratori del Gruppo, l’indice di frequenza degli infortuni è rimasto pressoché stabile (10,5 nel 2022) a un livello inferiore del 48% rispetto alla media di settore rilevata da Utilitalia. Diminuisce ulteriormente l’indice di frequenza per gli operai che nel 2022 si attesta a 21,8 (era 22,9 nel 2021 e 30,5 nel 2020). Nel 2022 il sistema di welfare Hextra ha visto la fruizione da parte dei lavoratori di oltre 6,6 milioni di euro; sono pari al 99% i lavoratori che vi hanno aderito. La formazione rimane a livelli elevati: nel 2022 sono state 30,8 le ore medie di formazione pro capite, in linea con il 2021, così come è rimasta alta l’incidenza degli obiettivi di sostenibilità nel sistema balanced scorecard collegato al sistema incentivante che coinvolge tutto il management: nel 2022, il 37% della retribuzione variabile dei dirigenti e quadri del Gruppo è collegata a progetti-obiettivo di sostenibilità con un peso di quelli orientati alla creazione di valore condiviso pari al 24%.
Nel 2022 si è assistito a un aumento generalizzato dei contatti al call center (+25%, oltre 1,7 milioni di chiamate in più) che hanno avuto riflessi sui tempi di attesa. Ciò è da ricondurre principalmente alle turbolenze sui mercati energetici del secondo semestre e alle conseguenti ripercussioni sulle bollette che hanno indotto i clienti a contattare l’azienda per chiarimenti e supporto. Si evidenzia pertanto un incremento dei tempi medi di conversazione necessari per fornire adeguata consulenza ai clienti soprattutto sulle possibilità di rateizzazioni, sui bonus sociali e sulle opportunità per il risparmio energetico. Il tempo medio di attesa al call center residenziale è quindi aumentato dai 32 secondi del 2021 ai 93 del 2022. Anche per il segmento aziende nel 2022 si è assistito a un aumento delle chiamate ai call center (+34%) che ha influito sul tempo medio di attesa che si è attestato a 112 secondi. Nel 2022 gli sportelli del Gruppo Hera hanno gestito afflussi aumentati del 17%, sia per le motivazioni descritte in precedenza sia per un ritorno ai contatti in presenza rispetto agli anni precedenti. Di conseguenza, si sono lievemente allungati i tempi medi di attesa che passano dai 6 minuti del 2021 ai 9 del 2022.
L’indagine realizzata nel 2022 sulla qualità dei servizi forniti dal Gruppo (circa 9.950 le interviste effettuate ai clienti residenziali) registra un indice di soddisfazione dei clienti pari a 72/100, in diminuzione di un punto rispetto all’anno precedente, ma comunque superiore alla soglia di 70/100 corrispondente a una elevata soddisfazione.
Nel 2022, nella selezione dei fornitori il Gruppo ha utilizzato il metodo dell’offerta economicamente più vantaggiosa per il 95% delle gare a evidenza pubblica e nel 68% degli affidamenti complessivi (in termini di valore). Considerando gli affidamenti complessivi, il punteggio medio riservato ad aspetti sociali e ambientali è di 39/100. Il 2022 ha visto anche la prosecuzione del progetto “acquisti circolari”, con l’applicazione delle linee guida in materia e l’identificazione di criteri tecnici premianti da utilizzare in sede di gara: eco-efficienza, dematerializzazione, rinnovabilità e riciclabilità. In continuità con gli anni precedenti, anche nel 2022, sono stati previsti criteri di circolarità per oltre l’82% degli affidamenti con offerta economicamente più vantaggiosa, con un punteggio medio pari a 13,2. Il monitoraggio dei fornitori focalizzato sulla responsabilità sociale nei confronti dei lavoratori è proseguito anche nel 2022, così come quello del fenomeno infortunistico che ha coinvolto l’83% (in termini di valore commissionato) dei fornitori di servizi e lavori.
Le raccomandazioni della Task force on climate-related financial disclosures (TCFD) nata a seguito dell’Accordo di Parigi del 2015, con il quale gli Stati membri dell’Organizzazione delle Nazioni Unite si sono impegnati a mantenere l’aumento della temperatura media globale al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali e possibilmente limitarne l’aumento a 1,5°C entro la fine del XXI secolo. Nello stesso anno, il Financial stability board del G20 ha istituito la TCFD, con lo scopo di facilitare una maggiore trasparenza sulle opportunità e i rischi finanziari associati ai cambiamenti climatici. Nel 2017 la TCFD ha pubblicato le raccomandazioni per la rendicontazione citate in premessa, che oggi rappresentano un riferimento internazionale per la disclosure in materia di cambiamento climatico da parte delle imprese. Le raccomandazioni della TCFD sono applicabili alle organizzazioni di tutti i settori e sono classificate in quattro aree: governance, strategy, risk management e metrics & targets.
Il percorso di allineamento alle raccomandazioni della TCFD avviato dal Gruppo a partire dal 2020 e tuttora in corso è stato sviluppato in tre passaggi principali:
La Tassonomia dell'Unione Europea è un sistema di classificazione unico a livello europeo introdotto con il Regolamento 2020/852 che stabilisce un elenco di attività economiche ambientalmente sostenibili. Si tratta di uno strumento di classificazione previsto dall’Action plan on sustainabile finance finalizzato a supportare l'Unione Europea nell’incrementare gli investimenti sostenibili e a realizzare il Green Deal.
Seguendo le raccomandazioni del Regolamento delegato 2021/2178 che introduce gli obblighi per la divulgazione delle informazioni inerenti alla Tassonomia nella Dnf, nel corso del 2021 era stato sviluppato un processo in diversi step al fine di analizzare l’applicabilità della Tassonomia lungo l’intera catena del valore tenendo in considerazione tutte le società consolidate del Gruppo. Il processo aveva riguardato esclusivamente gli obiettivi di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico per i quali il Regolamento delegato 2021/2139 riporta l’elenco delle attività che contribuiscono in modo sostanziale a tali obiettivi e l’elenco dei criteri di vaglio tecnico che tali attività devono rispettare per poter essere classificate come ecosostenibili. Tale processo aveva consentito di andare oltre agli obblighi di disclosure previsti per la Dnf 2021 e di quantificare e rendicontare i Kpi economici (fatturato, opex e capex) sia delle attività gestite dal Gruppo Hera ammissibili alla Tassonomia, ossia quelle attività incluse nell’elenco previsto nel Regolamento 2139, sia di quelle attività allineate alla Tassonomia, ovvero quelle attività che rispettano i criteri di vaglio tecnico, relativamente all’obiettivo di mitigazione. Oltre a ciò, i Kpi economici erano stati integrati con il Mol derivante dalle attività allineate alla Tassonomia (che accompagna e integra il Mol Csv) ed era stata introdotta all’interno del piano industriale la quota investimenti in tali attività.
Nel 2022 il processo è proseguito attraverso l’affinamento e l’aggiornamento dell’analisi dei criteri di vaglio tecnico, con la predisposizione della rendicontazione di maggior dettaglio obbligatoria prevista per l’anno in corso e con l’approfondimento dell’atto delegato complementare 2022/1214 che ha introdotto alcune attività di produzione di energia nucleare e di energia da gas fossile nell'elenco delle attività economiche ammissibili definendo i criteri di vaglio tecnico per il loro allineamento.
Sempre con riferimento alla tassonomia UE, si segnala l’emissione a maggio 2022 del terzo green bond di Hera per un importo complessivo di 500 milioni di euro rimborsabili in sette anni finalizzato a finanziare o rifinanziare numerosi investimenti selezionati sulla base di quanto previsto dal Green financing framework del Gruppo che, sempre nel 2022, è stato allineato ai principi della tassonomia.
Si rinvia al bilancio di sostenibilità per la trattazione esaustiva degli argomenti.
Di seguito saranno analizzati i risultati della gestione realizzati nelle aree di business del Gruppo: area gas, che comprende i servizi di distribuzione e vendita di gas metano, teleriscaldamento e i servizi energia; area energia elettrica, che comprende i servizi di produzione, distribuzione e vendita di energia elettrica; area ciclo idrico integrato, che comprende i servizi di acquedotto, depurazione e fognatura; area ambiente, che comprende i servizi di raccolta, trattamento e recupero dei rifiuti; area altri servizi, che comprende i servizi di illuminazione pubblica, telecomunicazione e altri servizi minori.
I conti economici del Gruppo comprendono i costi di struttura e includono gli scambi economici tra le aree d’affari valorizzati a prezzi di mercato.
L’analisi per aree d’affari considera la valorizzazione di maggiori ricavi e costi, senza impatto sul margine operativo lordo adjusted, relativi all’applicazione dell’Ifric 12. I settori d’affari che risentono dell’applicazione di questo principio sono il servizio di distribuzione del gas metano, il servizio di distribuzione dell’energia elettrica, i servizi del ciclo idrico integrato, il servizio di raccolta rifiuti e il servizio d’illuminazione pubblica.
Il valore del margine operativo lordo adjusted, ripartito tra le aree strategiche d’affari, riflette la rettifica alla valorizzazione del magazzino gas illustrata in premessa al capitolo 1.04. Per un’identificazione puntuale degli effetti di tale rettifica, si riportano nel seguito i valori di margine operativo lordo adjusted e margine operativo lordo:
|
Dic-22 |
Dic-21 |
||
---|---|---|---|---|
(mln/euro) |
Margine operativo lordo* |
Margine operativo lordo |
Margine operativo lordo* |
Margine operativo lordo |
Area Gas |
585,1 |
491,1 |
483,2 |
487,6 |
Area Energia elettrica |
71,6 |
71,6 |
144,7 |
144,7 |
Area Ciclo idrico integrato |
261,9 |
261,9 |
262,4 |
262,4 |
Area Ambiente |
338,0 |
338,0 |
291,7 |
291,7 |
Area Altri servizi |
38,4 |
38,4 |
37,4 |
37,4 |
Totale |
1.295,0 |
1.200,9 |
1.219,4 |
1.223,9 |
* si intendono i risultati adjusted come evidenziato nel capitolo 1.04
Gas
L’anno 2022 mostra una importante crescita rispetto all’analogo periodo del 2021, sia in termini di marginalità che di volumi venduti a clienti finali, grazie alle opportunità fornite nel segmento servizi energia dagli incentivi per efficienza energetica, superbonus 110% e bonus facciate, all’acquisizione societaria di Con Energia Spa e all’aggiudicazione delle gare relative ai mercati di ultima istanza e Consip. In particolare Hera Comm Spa si è aggiudicata i seguenti lotti del territorio nazionale:
MOL* AREA GAS 2022
|
MOL* AREA GAS 2021
|
Di seguito le variazioni intervenute a livello di margine operativo lordo adjusted:
(mln/euro) |
Dic-22 |
Dic-21 |
Var. Ass |
Var. % |
---|---|---|---|---|
Margine operativo lordo* area |
585,1 |
483,2 |
101,9 |
+21,1% |
Margine operativo lordo* Gruppo |
1.295,0 |
1.219,4 |
75,6 |
+6,2% |
Peso percentuale |
45,2% |
39,6% |
+5,6 p.p. |
|
* si intendono i risultati adjusted come evidenziato nel capitolo 1.04
CLIENTI
(mgl)
Il numero di clienti gas è in aumento per 21,4 mila unità, pari all’1,0%, rispetto all’esercizio precedente. Tale crescita è riscontrabile prevalentemente nei mercati di ultima istanza in cui la base clienti, in seguito alle gare per il periodo 2021-2023, ha avuto un incremento di 59,8 mila unità. I mercati tradizionali risultano in calo per -38,3 mila unità, nonostante il contributo positivo apportato dall’ingresso di Con Energia nel perimetro di Gruppo.
VOLUMI VENDUTI
(mln/mc)
I volumi di gas complessivamente venduti diminuiscono di 3.120,5 milioni di mc, pari al 19,2%, per la ridotta attività di intermediazione (-3.251,1 milioni di mc) limitata dal livello elevato dei prezzi registrati in gran parte dell’anno 2022. Crescono i volumi venduti a clienti finali, che aumentano di 130,6 milioni di mc, pari al 3,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tale crescita è riconducibile ai mercati di ultima istanza per 296,6 milioni di mc, pari al +157,5% (8,6% sul totale dei volumi venduti), grazie all’effetto dell’esito positivo delle nuove gare sopra citate, parzialmente contenuta dai mercati tradizionali per 166,0 milioni di mc, pari al -5,1%, (-4,8% sul totale dei volumi venduti). Questi ultimi risentono sia dell’effetto climatico, che registra temperature medie in aumento rispetto all’anno precedente, sia dei minori consumi della base clienti, legati ai provvedimenti presi dal segmento industriale e al cambiamento delle abitudini del segmento domestico, come conseguenza dell’elevato livello dei prezzi delle commodities energetiche.
La sintesi dei risultati economici dell’area:
Conto economico (mln/euro) |
Dic-22 |
Inc.% |
Dic-21 |
Inc.% |
Var. Ass. |
Var. % |
---|---|---|---|---|---|---|
Ricavi |
13.483,6 |
|
5.969,0 |
|
7.514,6 |
+125,9% |
Costi operativi |
(12.780,4) |
(94,8)% |
(5.377,5) |
(90,1)% |
7.402,9 |
+137,7% |
Costi del personale |
(134,4) |
(1,0)% |
(126,9) |
(2,1)% |
7,5 |
+5,9% |
Costi capitalizzati |
16,4 |
+0,1% |
18,6 |
0,3% |
(2,2) |
(11,8)% |
Margine operativo lordo * |
585,1 |
4,3% |
483,2 |
8,1% |
101,9 |
+21,1% |
* si intendono i risultati adjusted come evidenziato nel capitolo 1.04
RICAVI
(mln/euro)
I ricavi mostrano una crescita di 7.514,6 milioni di euro, un valore quasi triplo rispetto ai riferimenti dell’esercizio precedente. Le ragioni sono principalmente da imputare all’aumento del prezzo della materia prima gas, che ha cominciato la sua crescita a partire dal mese di ottobre 2021. Tale andamento ha generato maggiori ricavi nelle attività di intermediazione per 4.973 milioni di euro e nelle attività di vendita per 2.388 milioni di euro. La componente tariffaria Cmem, che nel mercato tutelato rappresenta l’andamento del costo della materia prima, è cresciuta mediamente di oltre 3 volte rispetto all’esercizio precedente.
Si registrano maggiori ricavi legati all’incremento dei volumi venduti pari a 58 milioni di euro, per i nuovi lotti vinti a gara già citati in precedenza, alla variazione di perimetro di Con Energia Spa per 26 milioni di euro e al business dei servizi energia per 273 milioni di euro, grazie alle attività legate all’efficienza energetica, bonus facciate e superbonus 110%.
A questi si aggiungono i maggiori ricavi per le attività in Bulgaria per 38 milioni di euro.
Inoltre, da segnalare i maggiori ricavi dei titoli di efficienza energetica per 60 milioni di euro rispetto all’anno precedente, il quale risentiva della riduzione del numero dei certificati per l'obbligo 2020 e 2021 assegnato dal Decreto Ministeriale del 21 maggio 2021.
Tale crescita viene contenuta dai minori ricavi legati principalmente agli oneri di sistema, invarianti sui costi, per 414 milioni di euro, in seguito alle delibere 635/2021/R/com, 141/2022/R/com, 295/2022/R/com e 462/2022/R/com. A partire dal 2021 sono state progressivamente rafforzate da parte del Governo le misure straordinarie per il contenimento degli effetti degli aumenti del prezzo della materia prima, con impatti significativi sugli oneri generali di sistema, che dal quarto trimestre 2021 sono progressivamente diminuiti.
I ricavi regolati risultano sostanzialmente allineati rispetto all’esercizio precedente. Da un punto di vista normativo, attraverso la delibera 614/2021/R/com, pubblicata a fine 2021, Arera ha adeguato i criteri per la determinazione e l’aggiornamento del tasso di remunerazione del capitale investito (Wacc) riducendolo dal 6,3% del 2021 al 5,6% del 2022. Tale riduzione viene compensata dall’aumento degli investimenti e della loro remunerazione in tariffa e dai maggiori ricavi derivanti da premialità ottenute sui recuperi di sicurezza (delibera 383/2022/R/gas).
L’incremento dei ricavi si riflette in maniera proporzionale sulla crescita dei costi operativi che evidenziano un aumento complessivo di 7.402,9 milioni di euro. Tale andamento è dovuto principalmente all’aumento dei prezzi della materia prima gas già citata in precedenza, comprensivo dei maggiori costi per i titoli di efficienza energetica, e alla maggiore attività dei servizi energia.
MARGINE OPERATIVO LORDO*
(mln/euro)
* si intendono i risultati adjusted come evidenziato nel capitolo 1.04
Il margine operativo lordo adjusted aumenta di 101,9 milioni di euro, pari al 21,1%, principalmente per le maggiori attività di vendita e intermediazione, con un contributo di circa 80,3 milioni di euro, principalmente grazie all’allargamento del perimetro servito per effetto dei mercati di Ultima Istanza già citato in precedenza. La restante crescita è legata alle attività incentivate di efficienza energetica e al teleriscaldamento.
INVESTIMENTI NETTI GAS
(mln/euro)
Nell’esercizio 2022, gli investimenti netti nell’area gas sono pari a 156,0 milioni di euro, in crescita di 15,4 milioni di euro rispetto all’anno precedente. Nella distribuzione del gas, si registra complessivamente un aumento di 12,3 milioni di euro che deriva principalmente dalle manutenzioni straordinarie di reti e impianti che sono in aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente a fronte di una minore incidenza della sostituzione massiva dei contatori ex delibera 554/15, relativa alla messa in servizio degli smart meter gas. Nella vendita gas si registrano investimenti di 13,3 milioni di euro per le attività connesse all’acquisizione di nuovi clienti, in crescita di 3,1 milioni di euro rispetto all’anno precedente. Gli investimenti sono complessivamente in linea con l’anno precedente nel servizio di teleriscaldamento e gestione calore, con una riduzione nel teleriscaldamento di Hera Spa che compensa la crescita nei servizi energia con le attività delle società Hera Servizi Energia Srl e AcegasApsAmga Servizi Energetici Spa. Anche le richieste di nuovi allacciamenti nell’area gas sono in aumento rispetto all’anno precedente.
I dettagli degli investimenti operativi nell’area gas:
Gas (mln/euro) |
dic-22 |
dic-21 |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Reti e impianti |
116,2 |
103,9 |
12,3 |
+11,8% |
Acquisizione clienti Gas |
13,3 |
10,2 |
3,1 |
+30,4% |
Tlr/Servizi Energia |
27,2 |
27,1 |
0,1 |
+0,4% |
Totale gas lordi |
156,7 |
141,3 |
15,4 |
+10,9% |
Contributi conto capitale |
0,7 |
0,7 |
‐ |
+0,0% |
Totale gas netti |
156,0 |
140,6 |
15,4 |
+11,0% |
La Regulatory asset base (Rab) degli asset di proprietà nell’area gas, che determina il valore degli asset riconosciuti dall’Autorità per la remunerazione del capitale investito, è in crescita rispetto al 2021.
RAB
(mld/euro)
Energia elettrica
Al termine dell’esercizio 2022 si registra un risultato inferiore rispetto all’analogo periodo del 2021. Le principali cause di tale andamento sono le differenti condizioni dei mercati energetici, legate al contesto eccezionale di incremento dei prezzi delle materie prime, che hanno condizionato le attività di approvvigionamento e il minor contributo della produzione per il ridotto ricorso al mercato dei servizi di dispacciamento. Si evidenzia la solidità dello sviluppo commerciale, che viene confermata dalla crescita dei clienti, principalmente nel mercato libero, e dal numero di adesioni alle offerte innovative (relative alla mobilità elettrica, al fotovoltaico, al riscaldamento e al condizionamento) e ai servizi a valore aggiunto. A questo si aggiunge che Hera Comm Spa si è aggiudicata tramite gara i seguenti lotti del territorio nazionale:
|
|
Di seguito le variazioni intervenute a livello di margine operativo lordo:
(mln/euro) |
Dic-22 |
Dic-21 |
Var. Ass. |
Var. % |
---|---|---|---|---|
Margine operativo lordo area |
71,6 |
144,7 |
(73,1) |
(50,5)% |
Margine operativo lordo* Gruppo |
1.295,0 |
1.219,4 |
75,6 |
6,2% |
Peso percentuale |
5,5% |
11,9% |
(6,4) pp |
|
* si intendono i risultati adjusted come evidenziato nel capitolo 1.04
CLIENTI
(mgl)
Il numero di clienti energia elettrica è in crescita del 3,4% (48,0 mila unità) rispetto allo stesso periodo del 2021. La crescita è avvenuta principalmente nel mercato libero (+4,6%, pari a +4,1% sul totale) per effetto del rafforzamento dell’azione commerciale messa in atto per circa 58,1 mila clienti. Risulta in crescita anche il mercato in Salvaguardia per 2.900 unità (+16,2%, pari a +0,2% sul totale) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tali effetti riescono ampiamente a compensare la flessione, di circa 13 mila clienti (-12,1%, pari a -0,9% sul totale), registrata nel mercato tutelato.
Si evidenzia un’importante crescita nella vendita dei servizi a valore aggiunto ai quali hanno aderito circa 95,9 mila clienti con un incremento del 29% rispetto all’anno precedente a dimostrazione di una sempre più crescente fidelizzazione della base clienti.
VOLUMI VENDUTI
(GWh)
I volumi venduti di energia elettrica risultano in crescita di 482,3 GWh, pari al 4,1%, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tale andamento è generato dall’incremento dei volumi nei mercati tradizionali per 340,2 GWh (2,9% rispetto al totale), che passano da 11.042,8 GWh del 2021 a 11.383,0 GWh del 2022, trainato principalmente dal mercato libero che viene parzialmente compensato da un lieve calo nel mercato tutelato. Nel mercato della Salvaguardia si registra un aumento di 142,1 GWh, pari all’1,2% rispetto al totale.
La sintesi dei risultati economici dell’area:
Conto economico (mln/euro) |
Dic-22 |
Inc.% |
Dic-21 |
Inc.% |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|---|---|
Ricavi |
5.042,7 |
|
3.024,6 |
|
2.018,1 |
66,7% |
Costi operativi |
(4.950,9) |
(98,2)% |
(2.846,8) |
(94,1)% |
2.104,1 |
73,9% |
Costi del personale |
(44,0) |
(0,9)% |
(47,0) |
(1,6)% |
(3,0) |
(6,4)% |
Costi capitalizzati |
23,7 |
0,5% |
13,8 |
0,5% |
9,9 |
71,6% |
Margine operativo lordo |
71,6 |
1,4% |
144,7 |
4,8% |
(73,1) |
(50,5)% |
RICAVI
(mln/euro)
I ricavi registrano un aumento di 2.018,1 milioni di euro, circa il doppio rispetto all’esercizio precedente. Tale andamento è legato principalmente al maggior prezzo della materia prima per circa 2.292 milioni di euro, derivante della crescita del valore medio del Pun (prezzo unico nazionale) registrato nel corso del 2022.
Inoltre, si registrano maggiori ricavi di produzione energia elettrica per 108 milioni di euro e maggiori ricavi per i servizi a valore aggiunto per i clienti per 30 milioni di euro.
Infine, i maggiori volumi venduti e le attività di intermediazione registrano una crescita pari a 79 milioni di euro.
Tale crescita viene contenuta dai minori ricavi legati principalmente agli oneri di sistema, invarianti sui costi, per 503 milioni di euro, in seguito alle delibere 635/2021/R/com, 35/2022/R/eel, 141/2022/R/com, 295/2022/R/com e 462/2022/R/com. A partire dal 2021 sono state progressivamente rafforzate, da parte del Governo, le misure straordinarie per il contenimento degli effetti degli aumenti del prezzo della materia prima, con impatti significativi sugli oneri generali di sistema, che dal terzo trimestre 2021 sono progressivamente diminuiti.
I ricavi regolati risultano sostanzialmente allineati rispetto all’esercizio precedente. Da un punto di vista normativo, attraverso la delibera 614/2021/R/com, pubblicata a fine 2021, Arera ha adeguato i criteri per la determinazione e l’aggiornamento del tasso di remunerazione del capitale investito (Wacc) riducendolo dal 5,9% del 2021 al 5,2% del 2022. Tale riduzione viene interamente compensata dall’aumento degli investimenti e della loro remunerazione in tariffa.
L’aumento dei ricavi si riflette in maniera più che proporzionale anche sui costi operativi che evidenziano un aumento di 2.104,1 milioni di euro. Tale andamento è dovuto principalmente all’aumento dei prezzi della materia prima che impatta sulle attività di vendita e produzione già sopra citate.
MARGINE OPERATIVO LORDO
(mln/euro)
Il margine operativo lordo registra rispetto al 2021 una flessione di 73,1 milioni di euro, pari al 50,5%, principalmente per la minore marginalità delle attività di vendita, per 67,1 milioni di euro, in relazione alle complesse attività di modulazione, in un anno di particolare incremento sia del valore che della volatilità dei prezzi della materia prima. A questo si aggiunge la contrazione registrata nel business della produzione, per 15,8 milioni di euro, principalmente per le minori chiamate nel mercato dei servizi di dispacciamento. In crescita le attività dei servizi a valore aggiunto, che registrano un aumento del margine di 8,4 milioni di euro.
Nell’area energia elettrica gli investimenti dell’esercizio 2022 ammontano a 78,3 milioni di euro, in crescita di 23,0 milioni di euro rispetto all’anno precedente.
Gli interventi realizzati riguardano prevalentemente la manutenzione straordinaria di impianti e reti di distribuzione nei territori di Modena, Imola, Trieste e Gorizia.
Rispetto all’anno precedente, si registra un incremento di 18,0 milioni di euro nella distribuzione energia elettrica principalmente per maggiori manutenzioni straordinarie e potenziamento di rete e impianti, per il proseguimento delle attività di sostituzione massiva dei contatori, oltre agli interventi per il miglioramento della resilienza della rete. Nella vendita di energia, gli investimenti nelle attività connesse all’acquisizione di nuovi clienti sono in aumento di 5,0 milioni di euro. Le richieste di nuovi allacciamenti sono in leggera crescita rispetto all’anno precedente.
INVESTIMENTI NETTI ENERGIA ELETTRICA
(mln/euro)
Gli investimenti operativi nell’area energia elettrica:
Energia elettrica (mln/euro) |
dic-22 |
dic-21 |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Reti e impianti |
54,1 |
36,1 |
18,0 |
+49,9% |
Acquisizione clienti EE |
24,2 |
19,2 |
5,0 |
+26,0% |
Totale energia elettrica lordi |
78,3 |
55,3 |
23,0 |
+41,6% |
Contributi conto capitale |
‐ |
‐ |
‐ |
+0,0% |
Totale energia elettrica netti |
78,3 |
55,3 |
23,0 |
+41,6% |
La Rab, che determina il valore degli asset riconosciuti dall’Autorità per la remunerazione del capitale investito, è in crescita rispetto al valore dell’esercizio 2021.
RAB
(mld/euro)
Ciclo idrico integrato
Nel 2022 l’area ciclo idrico integrato presenta risultati sostanzialmente allineati all’anno precedente, con un margine operativo lordo a 261,9 milioni di euro. Il risultato è particolarmente positivo perchè evidenzia come Il Gruppo Hera è riuscito a compensare la riduzione del Wacc con i riconoscimenti di premialità tecnica sull’eccellenza del servizio reso ai cittadini.
A tal proposito, si segnala che nel corso del 2022 l’autorita di regolazione, Arera ha pubblicato con delibera 183/2022/R/idr i risultati relativi al meccanismo incentivante nella regolazione della Qualita Tecnica stabiliti dalla delibera 917/2017 riferiti agli anni 2018 e 2019. Ciascuno degli operatori del servizio idrico è stato analizzato e classificato, rispetto ai seguenti sei macro-indicatori: perdite idriche, interruzioni di servizio, qualità dell’acqua erogata, adeguatezza del sistema fognario, qualità dell’acqua depurata e smaltimento dei fanghi. Con riferimento al livello di eccellenza della Qualità Tecnica che individua e premia le prime tre posizioni a livello nazionale considerando tutti i macro-indicatori sopracitati, il Gruppo Hera si è aggiudicato per l’anno 2018 il secondo e terzo posizionamento e nel 2019 si è aggiudicato il primo, secondo e terzo posizionamento nella classifica generale dei gestori italiani, a riprova degli elevatissimi standard di qualità adottati dal Gruppo nella gestione del servizio erogato.
Dal punto di vista normativo si segnala che il 2022 è il terzo anno di applicazione del metodo tariffario, definito dall’Autorità per il terzo periodo regolatorio (Mti-3), 2020-2023 (delibera 580/2019). A ciascun gestore è riconosciuto un ricavo (Vrg) determinato sulla base dei costi operativi e dei costi di capitale, in funzione degli investimenti realizzati, in un’ottica di crescente efficienza dei costi, nonché di misure tese a promuovere e valorizzare interventi per la sostenibilità e la resilienza. Si segnala infine a seguito della delibera Arera 639/2021/R/idr, la riduzione della remunerazione del capitale investito (Wacc) dal 5,24% al 4,8%.
Infine si evidenzia che per quanto concerne le concessioni, Atersir ha aggiudicato in via definitiva, come esito dell’apposita gara, la concessione a Hera del servizio idrico integrato per la provincia di Rimini, a esclusione del comune di Maiolo, per gli anni dal 2022 al 2039. Il Gruppo Hera, già gestore uscente nei 24 comuni, manterrà quindi la titolarità del servizio per i prossimi 18 anni, che verranno gestiti all’insegna della sostenibilità e dell’innovazione.
MOL AREA CICLO IDRICO 2022
|
MOL AREA CICLO IDRICO 2021
|
Di seguito le variazioni intervenute a livello di margine operativo lordo:
(mln/euro) |
Dic-22 |
Dic-21 |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Margine operativo lordo area |
261,9 |
262,4 |
(0,5) |
(0,2)% |
Margine operativo lordo* Gruppo |
1.295,0 |
1.219,4 |
75,6 |
+6,2% |
Peso percentuale |
20,2% |
21,5% |
(1,3) pp |
|
* si intendono i risultati adjusted come evidenziato nel capitolo 1.04
CLIENTI
(mgl)
Il numero di clienti acqua aumenta rispetto al 2021 di 5,3 mila, pari allo 0,4%, a conferma della moderata tendenza di crescita organica nei territori di riferimento del Gruppo. La crescita è riferita per il 76% al territorio emiliano-romagnolo gestito da Hera Spa, per il 13% al territorio servito da AcegasApsAmga Spa e per la restante parte al territorio servito dal Gruppo Marche Multiservizi Spa.
Di seguito i principali indicatori quantitativi dell’area:
QUANTITÀ GESTITE 2022
|
QUANTITÀ GESTITE 2021
|
I volumi erogati tramite acquedotto, che si attestano a 289,3 milioni di mc, presentano un calo pari allo 0,8% rispetto a dicembre 2021, per un ammontare di 2,2 milioni di mc. A dicembre 2022 le quantità gestite relative alla fognatura sono pari a 238,1 milioni di mc, in calo rispetto lo scorso anno dello 0,2%, mentre quelle relative alla depurazione si attestano a 237,6 milioni di mc, con una crescita pari all’ 1,1%, rispetto al 2021. I volumi somministrati, a seguito della delibera 580/2019 dell’Autorità, sono un indicatore di attività dei territori in cui il Gruppo opera e sono oggetto di perequazione per effetto della normativa che prevede il riconoscimento di un ricavo regolato indipendente dai volumi distribuiti.
ENERGIA ELETTRICA CONSUMATA
(GWh)
L’energia elettrica consumata dagli impianti evidenzia un calo di 6,9 GWh. Tale calo è correlabile principalmente all’impegno del Gruppo per una gestione sempre più efficiente e oculata della risorsa energia, portata avanti attraverso la realizzazione di interventi innovativi sugli impianti.
La sintesi dei risultati economici dell’area:
Conto economico (mln/euro) |
Dic-22 |
Inc.% |
Dic-21 |
Inc.% |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|---|---|
Ricavi |
1.052,6 |
|
964,7 |
|
87,9 |
+9,1% |
Costi operativi |
(611,9) |
(58,1)% |
(521,3) |
(54,0)% |
90,6 |
+17,4% |
Costi del personale |
(185,6) |
(17,6)% |
(185,9) |
(19,3)% |
(0,3) |
(0,2)% |
Costi capitalizzati |
6,7 |
0,6% |
4,9 |
0,5% |
1,8 |
+36,9% |
Margine operativo lordo |
261,9 |
24,9% |
262,4 |
27,2% |
(0,5) |
(0,2)% |
RICAVI
(mln/euro)
La crescita nei ricavi è legata, per complessivi 59,0 milioni di euro ai maggiori ricavi regolati. Tale incremento è riconducibile per 12,6 milioni di euro alle ottime performance raggiunte dal Gruppo in tema di Qualità Tecnica nella gestione del servizio idrico integrato. La restante parte della crescita dei ricavi tariffari è riconducibile alle componenti tariffarie perequabili, in particolare l’energia elettrica, ed è contenuta dalla riduzione della remunerazione del capitale investito (Wacc) e dal continuo e progressivo aumento dell’inflazione.
Si evidenziano infine circa 28,1 milioni di euro, di maggiori ricavi per commesse e opere conto terzi realizzate a dicembre 2022.
L’incremento nei costi operativi a dicembre 2022 risente principalmente dell’attuale scenario energetico con prezzi delle materie prime energetiche in forte crescita rispetto allo scorso anno e del rialzo dei listini di tutte le principali forniture di materiali e prestazioni di servizi. I sopracitati effetti si sono tradotti in maggiori costi per complessivi 62,8 milioni di euro. Si evidenziano infine i maggiori costi correlati alle opere realizzate già descritte tra i ricavi per complessivi 28,1 milioni di euro.
MARGINE OPERATIVO LORDO
(mln/euro)
Il margine operativo lordo è sostanzialmente allineato all’anno precedente, con una lieve flessione pari allo 0,2% per un controvalore di 0,5 milioni di euro. I maggiori costi di approvvigionamento di componenti energetiche e la crescita dei costi di gestione di reti e impianti dovuta anche all’aumento dei listini dei fornitori di materiali e servizi sono pressoché compensati dal riconoscimento dell’impegno del Gruppo Hera verso standard elevatissimi di qualità tecnica.
Nell’esercizio 2022 gli investimenti netti nell’area ciclo idrico integrato ammontano a 188,1 milioni di euro, in crescita di 19,1 milioni di euro rispetto all’anno precedente. Al lordo dei contributi in conto capitale ricevuti, gli investimenti effettuati ammontano a 208,0 milioni di euro, in aumento di 13,4 milioni di euro.
Gli investimenti sono riferiti principalmente a estensioni, bonifiche e potenziamenti di reti e impianti, oltre che agli adeguamenti normativi riguardanti soprattutto l’ambito depurativo e fognario.
Gli investimenti sono stati realizzati per 126,8 milioni di euro nell'acquedotto, per 45,5 milioni di euro nella fognatura e per 35,6 milioni di euro nella depurazione.
INVESTIMENTI NETTI CICLO IDRICO
(mln/euro)
Fra i principali interventi si segnalano: nell’acquedotto, il proseguimento delle attività di bonifica su reti e allacci legate alla delibera Arera 917/2017 sulla regolazione della qualità tecnica del servizio idrico integrato, anche con l’anticipazione di specifici interventi di rinnovo e potenziamento finalizzati a contrastare i rischi di carenza idrica legati alle particolari condizioni di siccità sempre più frequenti, come la realizzazione di collegamenti idraulici in grado di ampliare le interconnessioni dei sistemi idrici. Continuano le importanti manutenzioni delle opere di presa sul torrente Setta a servizio del potabilizzatore di Sasso Marconi, le opere per la riduzione delle interferenze della rete idrica con la linea suburbana nel comune di Ferrara, oltre al potenziamento delle reti idriche in altri territori serviti e la sostituzione massiva dei misuratori. Nella fognatura, oltre al proseguimento della realizzazione del piano per la salvaguardia della balneazione (Psbo) di Rimini, si segnalano gli interventi manutentivi di riqualificazione della rete fognaria in altri territori serviti e le opere di adeguamento scarichi alla Dgr 201/2016. Nella depurazione, meritano evidenza gli adeguamenti del depuratore di Lido di Classe, il revamping del sistema di digestione anaerobico del depuratore di Gramicia a Ferrara, l’installazione delle centrifughe al depuratore di Savignano e gli interventi sul depuratore di San Giovanni in Persiceto. Le richieste per nuovi allacciamenti idrici e fognari sono in leggera crescita rispetto all’anno precedente. I contributi in conto capitale, pari a 19,8 milioni di euro, sono in diminuzione di 5,8 milioni di euro e comprendono 17,4 milioni di euro derivanti dalla componente della tariffa prevista dal metodo tariffario per il Fondo Nuovi Investimenti (FoNI).
Il dettaglio degli investimenti operativi nell’area ciclo idrico integrato:
Ciclo idrico integrato (mln/euro) |
dic-22 |
dic-21 |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Acquedotto |
126,8 |
113,5 |
13,3 |
11,7% |
Depurazione |
35,6 |
36,1 |
(0,5) |
(1,4)% |
Fognatura |
45,5 |
45,0 |
0,5 |
+1,1% |
Totale ciclo idrico integrato lordi |
208,0 |
194,6 |
13,4 |
+6,9% |
Contributi conto capitale |
19,8 |
25,6 |
(5,8) |
(22,7)% |
di cui per FoNI (Fondo Nuovi Investimenti) |
17,4 |
16,8 |
0,6 |
+3,6% |
Totale ciclo idrico integrato netti |
188,1 |
169,0 |
19,1 |
+11,3% |
La Rab, che determina il valore degli asset riconosciuti dall’Autorità per la remunerazione del capitale investito, è in aumento rispetto al 2021.
RAB
(mld/euro)
Ambiente
Nel 2022 l’area ambiente ha contribuito per il 26,1% alla marginalità del Gruppo Hera, presentando un margine operativo lordo in aumento di 46,3 milioni di euro rispetto all’anno precedente. Anche nel 2022 quindi, il Gruppo continua a garantire un importante livello di crescita, favorito dall’espansione territoriale e da valide politiche gestionali e commerciali, nonostante l’attuale complessità del contesto economico e geopolitico. In Italia, infatti, il progressivo e persistente aumento dell’inflazione, dei costi dell’energia e le difficoltà di reperimento delle materie prime, hanno comportato, durante il 2022, un rallentamento della produzione in molti comparti manifatturieri, con ripercussioni anche nella produzione di rifiuti.
Nei mercati presidiati dal Gruppo, viene consolidata la leadership di Herambiente in particolare nel mercato Industria, con la sottoscrizione a fine 2022 di un accordo che prevede l’acquisizione nel 2023 del 60% della società A.C.R. di Reggiani Albertino Spa, una delle maggiori realtà italiane nel settore delle bonifiche, nel trattamento di rifiuti industriali, nel decommissioning di impianti industriali e nei lavori civili legati al comparto oil&gas.
Nel corso del 2022 sono proseguite inoltre tutte le principali iniziative in chiave di economia circolare, dal recupero di materia alla produzione di energia rinnovabile. E nell’ambito dei progetti denominati dal Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica “Faro” di economia circolare, il Gruppo si è aggiudicato contributi Pnrr per la realizzazione di piattaforme al servizio del recupero di materia. In particolare, due di questi progetti si presentano assolutamente innovativi a livello europeo, non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche per la rilevanza strategica dei materiali coinvolti: si tratta dell’impianto di rigenerazione delle fibre di carbonio che sarà realizzato a Imola (Bo) e dell’impianto di recupero delle plastiche rigide che sarà localizzato a Modena.
La tutela delle risorse ambientali si conferma anche nel 2022 un obiettivo prioritario, così come la massimizzazione del loro riutilizzo; ne è dimostrazione anche la particolare attenzione dedicata allo sviluppo della raccolta differenziata che, grazie al forte impegno che il Gruppo ha messo in campo in tutti territori gestiti, si incrementa di più di due punti percentuali rispetto ai valori del 2021.
MOL AREA AMBIENTE 2022
|
MOL AREA AMBIENTE 2021
|
Di seguito le variazioni a livello di margine operativo lordo:
(mln/euro) |
Dic-22 |
Dic-21 |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Margine operativo lordo area |
338,0 |
291,7 |
46,3 |
+15,9% |
Margine operativo lordo* Gruppo |
1.295,0 |
1.219,4 |
75,6 |
+6,2% |
Peso percentuale |
26,1% |
23,9% |
+2,2 p.p. |
|
* si intendono i risultati adjusted come evidenziato nel capitolo 1.04
Nella tabella di seguito riportata è esposta l’analisi dei volumi commercializzati e trattati dal Gruppo nel 2022:
Dati quantitativi (mgl/t) |
Dic-22 |
Dic-21 |
Var. Ass. |
Var. % |
---|---|---|---|---|
Rifiuti urbani |
2.207,1 |
2.241,8 |
(34,7) |
(1,5)% |
Rifiuti da mercato |
2.554,2 |
2.334,3 |
219,9 |
+9,4% |
Rifiuti commercializzati |
4.761,2 |
4.576,1 |
185,1 |
+4,0% |
Sottoprodotti impianti |
2.161,7 |
2.200,5 |
(38,8) |
(1,8)% |
Rifiuti trattati per tipologia |
6.922,9 |
6.776,6 |
146,3 |
+2,2% |
L’analisi dei dati quantitativi evidenzia un incremento dei rifiuti commercializzati dovuto principalmente all’aumento dei rifiuti da mercato. Per quanto i riguarda i rifiuti urbani, infatti nel 2022 si registra una diminuzione pari al -1,5% rispetto all’anno precedente.
I volumi da mercato risultano in crescita rispetto al 2021 del 9,4%, grazie al consolidamento dei rapporti commerciali esistenti, allo sviluppo del portafoglio clienti e alle recenti acquisizioni societarie.
Infine, i sottoprodotti degli impianti presentano valori in diminuzione del -1,8% rispetto all’anno precedente principalmente per minore piovosità.
RACCOLTA DIFFERENZIATA
(%)
Come già anticipato, la raccolta differenziata di rifiuti urbani si attesta al 67,8% in crescita di +2,5 punti percentuali rispetto all’anno precedente, grazie allo sviluppo dei progetti nei territori gestiti dal Gruppo.
Il Gruppo Hera opera nel ciclo completo dei rifiuti con 100 impianti di trattamento di rifiuti urbani e speciali e di rigenerazione dei materiali plastici. Tra i principali impianti si evidenziano: nove termovalorizzatori, 13 impianti di compostaggio/digestori, 17 impianti di selezione.
La cura e l’attenzione al parco impiantistico è da sempre un elemento distintivo della propensione all’eccellenza del Gruppo: proseguono infatti le operazioni per fornire gli impianti delle migliori tecnologie disponibili.
RIFIUTI SMALTITI PER TIPOLOGIA IMPIANTO 2022
|
RIFIUTI SMALTITI PER TIPOLOGIA IMPIANTO 2021
|
Dati quantitativi (mgl/t) | Dic-22 | Dic-21 | Var. Ass. | Var. % |
---|---|---|---|---|
Discariche | 648,5 | 636,4 | 12,1 | +1,9% |
Termovalorizzatori | 1.180,2 | 1.205,2 | (25,0) | (2,1)% |
Impianti di selezione e altro | 603,8 | 550,8 | 53,0 | +9,6% |
Impianti di compostaggio e stabilizzazione | 490,4 | 498,1 | (7,7) | (1,5)% |
Impianti di inertizzazione e chimico-fisici | 1.405,1 | 1.322,4 | 82,7 | +6,3% |
Altri impianti | 2.594,9 | 2.563,8 | 31,1 | +1,2% |
Rifiuti trattati per impianto | 6.922,9 | 6.776,7 | 146,2 | +2,2% |
Plastica riciclata da Aliplast | 81,0 | 80,9 | 0,1 | +0,1% |
Il trattamento dei rifiuti evidenzia un incremento complessivo, pari all’1,2%, rispetto al 2021. Analizzando le singole filiere, si segnalano quantitativi in aumento in discarica mentre, per quanto riguarda i termovalorizzatori, l’andamento in diminuzione è dovuto principalmente al revamping dell’impianto F3 di Ravenna e di quello di Trieste. L’incremento delle quantità negli impianti di selezione è imputabile alle maggiori quantità trattate in tutti gli impianti grazie allo sviluppo della raccolta differenziata. Negli impianti di compostaggio e stabilizzazione i volumi sono in diminuzione principalmente per minori quantitativi sull’impianto di Ostellato fermo per riconversione a stabilizzazione, mentre nella filiera degli impianti d’inertizzazione e chimico-fisici i quantitativi in aumento sono riconducibili prevalentemente ai maggiori volumi sui recenti impianti acquisiti. Infine, si segnala l’incremento anche nella filiera altri impianti.
Una sintesi dei risultati economici dell’area:
Conto economico (mln/euro) | Dic-22 | Inc.% | Dic-21 | Inc.% | Var. Ass. | Var.% |
---|---|---|---|---|---|---|
Ricavi | 1.578,8 | 1.328,4 | 250,4 | +18,8% | ||
Costi operativi | (1.058,0) | (67,0)% | (846,5) | (63,7)% | 211,5 | +25,0% |
Costi del personale | (215,8) | (13,7)% | (211,8) | (15,9)% | 4,0 | +1,9% |
Costi capitalizzati | 33,0 | 2,1% | 21,7 | 1,6% | 11,3 | +52,2% |
Margine operativo lordo | 338,0 | 21,4% | 291,7 | 22,0% | 46,3 | +15,9% |
RICAVI
(mln/euro)
I ricavi sono in crescita rispetto allo scorso anno del 18,8%. Si evidenziano maggiori ricavi da produzione di energia per +68,0 milioni di euro principalmente per l’aumento dei prezzi da mercato, nonostante una riduzione dei volumi trattati nei Wte per 25,0 mgl/t. Si rileva inoltre il maggior contributo di Aliplast Spa per +56,5 milioni di euro rispetto al 2021, pari al +35%, conseguente all’incremento dei prezzi in tutti i comparti per l’elevato valore del polimero vergine e la forte richiesta del mercato. L’incremento prezzi incide positivamente nel mercato Industria e nei ricavi da valorizzazione dei materiali per circa 6,7 milioni di euro in particolare per carta cartone e plastica.
In evidenza, inoltre, l’incremento di 32,4 milioni di euro di ricavi legati alle recenti acquisizioni nel mercato Industria.
I costi operativi nel 2022 crescono del 25,0%. Nel mercato del trattamento si segnala un incremento rilevante dei costi per l’acquisto di materie prime, di materiali di consumo in particolare prodotti chimici e per effetto della variazione di perimetro rispetto al precedente esercizio. Si rilevano inoltre maggiori costi di trasporto e trattamento per la gestione dei sottoprodotti a causa dell’incremento dei prezzi dei fornitori. Nel mercato recupero si evidenzia l’incremento dei costi di acquisto della materia prima, sostenuti da Aliplast Spa correlato all’andamento dei ricavi già in precedenza citati. Per quanto riguarda l’igiene urbana, si segnalano maggiori attività legate allo sviluppo di nuovi progetti di raccolta differenziata.
MARGINE OPERATIVO LORDO
(mln/euro)
L’incremento del margine operativo lordo è dovuto principalmente all’aumento della marginalità della gestione energia per circa 30 milioni di euro, all’ampliamento del mercato dei rifiuti industriali per circa 4 milioni di euro e alle nuove acquisizioni per circa 3 milioni di euro. Contribuisce positivamente anche l’incremento dei prezzi dei rifiuti trattati, in parte compensato dall’aumento dei prezzi d’acquisto dei materiali di consumo e dei costi di trattamento e trasporto.
Gli investimenti netti nell’area ambiente riguardano gli interventi di manutenzione e potenziamento degli impianti di trattamento rifiuti e ammontano a 148,4 milioni di euro, in aumento di 51,9 milioni di euro rispetto all’anno precedente. Al lordo dei contributi in conto capitale ricevuti, gli investimenti effettuati ammontano a 149,2 milioni di euro, in aumento di 51 milioni di euro.
La filiera compostaggi/digestori presenta un incremento di 12,3 milioni di euro dovuto principalmente all'avvio delle realizzazioni della società Biorg Srl per un impianto con produzione di biometano.
Gli investimenti sulle discariche aumentano di 9,0 milioni di euro per gli interventi effettuati sull’impianto di Ravenna e sulle discariche di Cordenons, oltre alle realizzazioni di Marche Multiservizi Spa sull’impianto di Cà Asprete.
La filiera Wte presenta un incremento di 5,4 milioni di euro attribuibile ai lavori di revamping della linea due dell’impianto di Trieste e alle manutenzioni straordinarie programmate sugli impianti di Bologna e Rimini, mentre l’incremento di 11,1 milioni di euro nella filiera impianti rifiuti industriali riguarda le attività di revamping dell’impianto F3 di Ravenna.
La filiera isole ecologiche e attrezzature di raccolta presenta investimenti in crescita di 2,5 milioni di euro rispetto all’anno precedente e comprende le realizzazioni effettuate sulle isole ecologiche interrate, mentre l’aumento di 10,5 milioni di euro nella filiera degli impianti di selezione e recupero dipende dai maggiori investimenti per i lavori sul nuovo rigeneratore PET e dalla sostituzione del rigeneratore PELD della società Aliplast Spa e dall’avvio delle realizzazioni della società Vallortigara per il nuovo impianto di Marano Vicentino.
INVESTIMENTI NETTI AMBIENTE
(mln/euro)
Il dettaglio degli investimenti operativi nell’area ambiente:
Ambiente (mln/euro) | dic-22 | dic-21 | Var. Ass. | Var.% |
---|---|---|---|---|
Compostaggi/digestori | 19,8 | 7,5 | 12,3 | +164,0% |
Discariche | 17,3 | 8,3 | 9,0 | +108,4% |
Wte | 30,0 | 24,6 | 5,4 | +22,0% |
Impianti RI | 28,4 | 17,3 | 11,1 | +64,2% |
Isole ecologiche e attrezzature di raccolta | 19,1 | 16,6 | 2,5 | +15,1% |
Impianti trasbordo, selezione e altro | 34,5 | 24,0 | 10,5 | +43,8% |
Totale ambiente lordi | 149,2 | 98,2 | 51,0 | +51,9% |
Contributi conto capitale | 0,8 | 1,7 | (0,9) | (52,9)% |
Totale ambiente netti | 148,4 | 96,5 | 51,9 | +53,8% |
Altri servizi
L’area altri servizi raccoglie i business minori gestiti dal Gruppo. Ne fanno parte: la pubblica illuminazione, in cui l’impegno del Gruppo Hera è rivolto alla progettazione, realizzazione e mantenimento degli impianti di illuminazione creando sicurezza sul territorio, impiegando tecnologie all’avanguardia e con costante attenzione all’economia circolare e alla sostenibilità; le telecomunicazioni, in cui il Gruppo attraverso la propria digital company offre servizi di connettività per privati e aziende, telefonia e data center; e infine i servizi cimiteriali. A dicembre 2022, il risultato dell’area altri servizi si attesta a 38,4 milioni di euro, in crescita di 1 milione di euro rispetto all’anno precedente.
MOL ALTRI SERVIZI 2022
|
MOL ALTRI SERVIZI 2021
|
Di seguito le variazioni del margine operativo lordo:
(mln/euro) | Dic-22 | Dic-21 (rideterminato) |
Var. Ass. | Var.% |
---|---|---|---|---|
Margine operativo lordo area | 38,4 | 37,4 | 1,0 | +2,7% |
Margine operativo lordo* Gruppo | 1.295,0 | 1.219,4 | 75,6 | +6,2% |
Peso percentuale | 3,0% | 3,1% | (0,1) pp |
* si intendono i risultati adjusted come evidenziato nel capitolo 1.04
Gli indicatori principali dell’area riferiti all’attività dell’illuminazione pubblica:
Dati quantitativi | Dic-22 | Dic-21 | Var. Ass. | Var.% |
---|---|---|---|---|
Illuminazione pubblica | ||||
Punti luce (mgl) | 614,3 | 563,2 | +51,1 | +9,1% |
di cui a led | 40,7% | 35,2% | +5,5 | +0,0% |
Comuni serviti | 197,0 | 184,0 | +13,0 | +7,1% |
Il Gruppo Hera nel corso del 2022 ha acquisito circa 65,4 mila punti luce in 30 nuovi comuni. Le acquisizioni maggiormente significative sono state: in Lombardia per circa 9,2 mila punti luce, in Toscana per circa 16,1 mila punti luce, in Umbria per circa 14,0 mila punti luce e nelle altre regioni del centro Italia per circa 12,0 mila punti luce. Si segnalano infine le acquisizioni fatte nel Triveneto per circa 12,2 mila punti luce e in Sardegna per circa 1,2 mila punti luce. Gli incrementi del periodo compensano pienamente la perdita di circa 14,3 mila punti luce e di 17 comuni gestiti prevalentemente nel Triveneto e in Emilia-Romagna.
Cresce anche la percentuale dei punti luce che utilizzano lampade a led che si attesta al 40,7%, in crescita di 5,5 punti percentuali. Tale andamento evidenzia l’attenzione costante del Gruppo a una gestione sempre più efficiente e sostenibile dell’illuminazione pubblica.
Tra gli indicatori quantitativi dell’area altri servizi si evidenziano anche i 4.520 km di rete proprietaria a banda ultra-larga in fibra ottica che il Gruppo Hera possiede attraverso la propria digital company, Acantho Spa. Tale rete serve le principali città del territorio emiliano-romagnolo, Padova e Trieste, e fornisce ad aziende e privati una connettività ad alte prestazioni, elevata affidabilità e massima sicurezza di sistemi, dati e continuità del servizio.
I risultati economici dell’area sono:
Conto economico (mln/euro) | Dic-22 | Inc.% | Dic-21 | Inc.% | Var. Ass. | Var.% |
---|---|---|---|---|---|---|
Ricavi | 196,2 | 170,8 | 25,4 | +14,9% | ||
Costi operativi | (139,2) | (71,0)% | (114,1) | (66,8)% | 25,1 | +22,0% |
Costi del personale | (21,3) | (10,9)% | (21,2) | (12,4)% | 0,1 | +0,5% |
Costi capitalizzati | 2,7 | 1,4% | 1,9 | 1,1% | 0,8 | +42,9% |
Margine operativo lordo | 38,4 | 19,6% | 37,4 | 21,9% | 1,0 | +2,7% |
RICAVI
(mln/euro)
La crescita dei ricavi è dovuta principalmente all’illuminazione pubblica dove si evidenzia un incremento di 22,5 milioni di euro, imputabile prevalentemente ai conguagli energetici sui canoni di illuminazione pubblica. Alla crescita dei ricavi contribuiscono anche le telecomunicazioni che incidono per complessivi 2,3 milioni di euro grazie alle maggiori attività nei servizi di telefonia e connettività.
La crescita dei costi operativi è imputabile prevalentemente al business dell’illuminazione pubblica e risente del significativo rialzo dei prezzi dei vettori energetici, e dell’aumento dei costi di materiali e servizi necessari alla riqualificazione energetica.
MARGINE OPERATIVO LORDO
(mln/euro)
Il margine operativo lordo del business degli altri servizi complessivamente presenta una crescita del 2,7% con un controvalore di 1 milione di euro grazie al business delle telecomunicazioni, nonostante il minor contributo dell’illuminazione pubblica da imputare all’incremento del prezzo delle materie prime e dei servizi impiegati nella realizzazione dei lavori di riqualificazione energetica dei relativi impianti.
Nell’esercizio 2022 gli investimenti netti nell’area altri servizi sono pari a 15,3 milioni di euro, in aumento di 2 milioni di euro rispetto all’esercizio precedente. Al lordo dei contributi in conto capitale ricevuti, gli investimenti effettuati aumentano di 0,7 milioni di euro.
Nelle telecomunicazioni sono stati realizzati 9,1 milioni di euro di investimenti in rete e in servizi Tlc, in aumento di 0,5 milioni di euro rispetto all’anno precedente. Nel servizio di illuminazione pubblica, gli investimenti sono relativi agli interventi di manutenzione, riqualificazione e ammodernamento degli impianti di illuminazione dei territori gestiti e ammontano a 6,2 milioni di euro, in aumento di 0,3 milioni di euro rispetto all’anno precedente.
INVESTIMENTI NETTI ALTRI SERVIZI
(mln/euro)
I dettagli degli investimenti operativi nell’area altri servizi:
Altri Servizi (mln/euro) | dic-22 | dic-21 | Var. Ass. | Var.% |
---|---|---|---|---|
Tlc | 9,1 | 8,6 | 0,5 | +5,8% |
Illuminazione pubblica e semaforica | 6,2 | 5,9 | 0,3 | +5,1% |
Totale altri servizi lordi | 15,3 | 14,6 | 0,7 | +4,8% |
Contributi conto capitale | ‐ | 1,3 | (1,3) | (100,0)% |
Totale altri servizi netti | 15,3 | 13,3 | 2,0 | +15,0% |
mln/euro | note | 2022 | 2021 |
---|---|---|---|
Ricavi | 1 | 20.082,0 | 10.555,3 |
Altri ricavi operativi | 2 | 548,2 | 400,1 |
Materie prime e materiali | 3 | (16.730,0) | (6.668,5) |
Costi per servizi | 4 | (2.105,8) | (2.464,6) |
Costi del personale | 5 | (601,1) | (592,8) |
Altre spese operative | 6 | (74,9) | (66,5) |
Costi capitalizzati | 7 | 82,5 | 60,8 |
Ammortamenti accantonamenti e svalutazioni | 8 | (667,1) | (612,1) |
Utile operativo | 533,8 | 611,7 | |
Quota di utili (perdite) di joint venture e società collegate | 9 | 10,0 | 13,2 |
Proventi finanziari | 10 | 82,2 | 82,3 |
Oneri finanziari | 11 | (217,2) | (300,3) |
Gestione finanziaria | (125,0) | (204,8) | |
Utile prima delle imposte | 408,8 | 406,9 | |
Imposte | 12 | (103,5) | (34,2) |
Utile netto dell'esercizio | 305,3 | 372,7 | |
Attribuibile: | |||
azionisti della Controllante | 255,2 | 333,5 | |
azionisti di minoranza | 50,1 | 39,2 | |
Utile per azione | |||
di base | 17 | 0,175 | 0,228 |
diluito | 17 | 0,175 | 0,228 |
Ai sensi della delibera Consob 15519 del 27 luglio 2006, gli effetti dei rapporti con parti correlate sono evidenziati nell'apposito schema di conto economico riportato al paragrafo 2.03.01 del presente bilancio consolidato.
mln/euro | note | 2022 | 2021 |
---|---|---|---|
Utile (perdita) netto dell'esercizio | 305,3 | 372,7 | |
Componenti riclassificabili a conto economico | |||
Fair value derivati, variazione del periodo | 29 | 229,1 | 124,7 |
Effetto fiscale relativo alle componenti riclassificabili | (65,9) | (35,3) | |
Componenti non riclassificabili a conto economico | |||
Utili (perdite) attuariali fondi benefici ai dipendenti | 30 | 3,1 | 1,6 |
Partecipazioni valutate al fair value | 26 | (12,1) | (2,1) |
Effetto fiscale relativo alle componenti non riclassificabili | (0,7) | (0,2) | |
altre componenti di conto economico complessivo imprese valutate a patrimonio netto | |||
Totale utile (perdita) complessivo dell'esercizio | 458,8 | 461,4 | |
Attribuibile: | |||
azionisti della controllante | 406,7 | 420,5 | |
azionisti di minoranza | 52,1 | 40,9 |
mln/euro | note | 31-dic-22 | 31-dic-21 |
---|---|---|---|
ATTIVITÀ | |||
Attività non correnti | |||
Immobilizzazioni materiali | 21, 25 | 1.984,4 | 1.941,0 |
Diritti d'uso | 22, 25 | 84,2 | 101,6 |
Attività immateriali | 23, 25 | 4.417,4 | 4.126,7 |
Avviamento | 24, 25 | 848,1 | 842,9 |
Partecipazioni | 26, 27 | 190,3 | 198,5 |
Attività finanziarie non correnti | 18 | 151,8 | 142,7 |
Attività fiscali differite | 14 | 240,4 | 229,4 |
Strumenti derivati | 29 | 1,0 | 6,9 |
Totale attività non correnti | 7.917,6 | 7.589,7 | |
Attività correnti | |||
Rimanenze | 32 | 995,1 | 368,0 |
Crediti commerciali | 33 | 3.875,0 | 2.918,0 |
Attività finanziarie correnti | 18 | 77,7 | 29,3 |
Attività per imposte correnti | 13 | 46,0 | 21,2 |
Altre attività correnti | 35 | 642,5 | 422,3 |
Strumenti derivati | 29 | 1.622,2 | 1.797,4 |
Disponibilità liquide e mezzi equivalenti | 18 | 1.942,4 | 885,6 |
Totale attività correnti | 9.200,9 | 6.441,8 | |
TOTALE ATTIVITÀ | 17.118,5 | 14.031,5 |
Ai sensi della delibera Consob 15519 del 27 luglio 2006, gli effetti dei rapporti con parti correlate sono evidenziati nell'apposito schema della situazione patrimoniale-finanziaria riportato al paragrafo 2.03.02 del presente bilancio consolidato.
mln/euro | note | 31-dic-22 | 31-dic-21 |
---|---|---|---|
PATRIMONIO NETTO E PASSIVITÀ | |||
Capitale sociale e riserve | |||
Capitale sociale | 15 | 1.450,3 | 1.459,6 |
Riserve | 15 | 1.692,9 | 1.407,1 |
Utile (perdita) dell'esercizio | 15 | 255,2 | 333,5 |
Patrimonio netto del Gruppo | 3.398,4 | 3.200,2 | |
Interessenze di minoranza | 16 | 246,3 | 216,6 |
Totale patrimonio netto | 3.644,7 | 3.416,8 | |
Passività non correnti | |||
Passività finanziarie non correnti | 19 | 5.689,9 | 3.716,0 |
Passività non correnti per leasing | 22 | 55,1 | 53,2 |
Trattamento di fine rapporto e altri benefici | 30 | 92,0 | 105,4 |
Fondi per rischi e oneri | 31 | 565,6 | 528,0 |
Passività fiscali differite | 14 | 215,7 | 132,1 |
Strumenti derivati | 29 | 6,3 | 13,5 |
Totale passività non correnti | 6.624,6 | 4.548,2 | |
Passività correnti | |||
Passività finanziarie correnti | 19 | 650,1 | 499,7 |
Passività correnti per leasing | 22 | 21,3 | 43,4 |
Debiti commerciali | 34 | 3.093,1 | 2.356,6 |
Passività per imposte correnti | 13 | 17,1 | 27,9 |
Altre passività correnti | 36 | 1.720,0 | 1.435,6 |
Strumenti derivati | 29 | 1.347,6 | 1.703,3 |
Totale passività correnti | 6.849,2 | 6.066,5 | |
TOTALE PASSIVITÀ | 13.473,8 | 10.614,7 | |
TOTALE PATRIMONIO NETTO E PASSIVITÀ | 17.118,5 | 14.031,5 |
Ai sensi della delibera Consob 15519 del 27 luglio 2006, gli effetti dei rapporti con parti correlate sono evidenziati nell'apposito schema della situazione patrimoniale-finanziaria riportato al paragrafo 2.03.02 del presente bilancio consolidato.
mln/euro | note | 31-dic-22 | 31-dic-21 |
---|---|---|---|
Risultato ante imposte | 408,8 | 406,9 | |
Rettifiche per ricondurre l'utile netto al flusso di cassa da attività operative | |||
Ammortamenti e perdite di valore di attività | 8 | 478,6 | 469,9 |
Accantonamenti ai fondi | 8 | 188,5 | 142,2 |
Effetto valutazione con il metodo del patrimonio netto | 9 | (10,0) | (13,2) |
(Proventi) oneri finanziari | 10 | 135,0 | 218,0 |
(Plusvalenze) minusvalenze e altri elementi non monetari | 41,6 | 25,5 | |
Variazione fondi rischi e oneri | 31 | (27,8) | (31,2) |
Variazione fondi per benefici ai dipendenti | 30 | (12,7) | (12,6) |
Totale cash flow prima delle variazioni del capitale circolante netto | 1.202,0 | 1.205,5 | |
(Incremento) decremento di rimanenze | 37 | (627,4) | (196,7) |
(Incremento) decremento di crediti commerciali | 37 | (1.280,7) | (893,8) |
Incremento (decremento) di debiti commerciali | 37 | 727,8 | 858,5 |
Incremento/decremento di altre attività/passività correnti | 37 | 252,7 | 279,8 |
Variazione capitale circolante | (927,6) | 47,8 | |
Dividendi incassati | 37 | 13,4 | 12,0 |
Interessi attivi e altri proventi finanziari incassati | 37 | 41,8 | 32,6 |
Interessi passivi, oneri netti su derivati e altri oneri finanziari pagati | 37 | (128,0) | (96,2) |
Imposte pagate | 37 | (165,9) | (156,3) |
Disponibilità generate dall'attività operativa (a) | 35,7 | 1.045,4 | |
Investimenti in immobilizzazioni materiali | 21 | (225,6) | (171,9) |
Investimenti in attività immateriali | 23 | (483,9) | (416,8) |
Investimenti in imprese controllate e rami aziendali al netto delle disponibilità liquide | 28 | (50,1) | (64,1) |
Investimenti in altre partecipazioni | 28 | (3,2) | (11,0) |
Prezzo di cessione di immobilizzazioni materiali e immateriali | 28 | 3,3 | 2,5 |
Disinvestimenti in partecipazioni e contingent consideration | 28 | ‐ | 0,2 |
(Incremento) decremento di altre attività d'investimento | 28 | 1,1 | (1,5) |
Disponibilità generate (assorbite) dall'attività di investimento (b) | (758,4) | (662,6) | |
Nuove emissioni di debiti finanziari a lungo termine | 20 | 2.127,0 | 525,1 |
Rimborsi di debiti finanziari non correnti | 20 | ‐ | (519,8) |
Rimborsi e altre variazioni nette di debiti finanziari | 20 | (47,3) | (252,9) |
Rimborsi di passività per leasing | 20 | (43,4) | (22,5) |
Acquisto quote di partecipazioni in imprese consolidate | 20 | (10,6) | (21,0) |
Dividendi pagati ad azionisti Hera e interessenze di minoranza | 20 | (219,5) | (193,0) |
Variazione azioni proprie in portafoglio | 15 | (26,7) | (0,2) |
Disponibilità generate (assorbite) dall'attività di finanziamento (c) | 1.779,5 | (484,3) | |
Incremento (decremento) disponibilità liquide (a+b+c) | 1.056,8 | (101,5) | |
Disponibilità liquide e mezzi equivalenti all'inizio dell'esercizio | 18 | 885,6 | 987,1 |
Disponibilità liquide e mezzi equivalenti alla fine dell'esercizio | 18 | 1.942,4 | 885,6 |
Ai sensi della delibera Consob 15519 del 27 luglio 2006, gli effetti dei rapporti con parti correlate sono evidenziati nell'apposito schema di rendiconto finanziario riportato al paragrafo 2.03.03 del presente bilancio consolidato.
mln/euro | Capitale sociale | Riserve | Riserve strumenti derivati valutati al fair value | Riserve utili (perdite) attuariali fondi benefici dipendenti | Riserve partecipazioni valutate al fair value | Utile dell’ esercizio | Patrimonio netto | Interessenze di minoranza | Totale |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Saldo al 01-gen-21 | 1.460,0 | 1.230,8 | 5,9 | (35,1) | (3,5) | 302,7 | 2.960,8 | 194,5 | 3.155,3 |
Utile dell'esercizio | 333,5 | 333,5 | 39,2 | 372,7 | |||||
Altre componenti del risultato complessivo: | |||||||||
fair value derivati, variazione dell'esercizio | 87,7 | 87,7 | 1,7 | 89,4 | |||||
utili (perdite) attuariali fondi benefici ai dipendenti | 1,4 | 1,4 | 1,4 | ||||||
fair value partecipazioni, variazione dell'esercizio | (2,1) | (2,1) | (2,1) | ||||||
Utile complessivo dell'esercizio | ‐ | ‐ | 87,7 | 1,4 | (2,1) | 333,5 | 420,5 | 40,9 | 461,4 |
variazione azioni proprie in portafoglio | (0,4) | 0,2 | (0,2) | (0,2) | |||||
variazione interessenza partecipativa | (19,8) | (19,8) | (1,2) | (21,0) | |||||
altri movimenti | ‐ | ‐ | |||||||
Ripartizione dell’utile: | |||||||||
dividendi distribuiti | (161,1) | (161,1) | (17,6) | (178,7) | |||||
destinazione a riserve | 141,6 | (141,6) | ‐ | ‐ | |||||
Saldo al 31-dic-21 | 1.459,6 | 1.352,8 | 93,6 | (33,7) | (5,6) | 333,5 | 3.200,2 | 216,6 | 3.416,8 |
Saldo al 01-gen-22 | 1.459,6 | 1.352,8 | 93,6 | (33,7) | (5,6) | 333,5 | 3.200,2 | 216,6 | 3.416,8 |
Utile dell'esercizio | 255,2 | 255,2 | 50,1 | 305,3 | |||||
Altre componenti del risultato complessivo: | |||||||||
fair value derivati, variazione dell'esercizio | 161,7 | 161,7 | 1,5 | 163,2 | |||||
utili (perdite) attuariali fondi benefici ai dipendenti | 1,9 | 1,9 | 0,5 | 2,4 | |||||
fair value partecipazioni, variazione dell'esercizio | (12,1) | (12,1) | (12,1) | ||||||
Utile complessivo dell'esercizio | ‐ | ‐ | 161,7 | 1,9 | (12,1) | 255,2 | 406,7 | 52,1 | 458,8 |
variazione azioni proprie in portafoglio | (9,3) | (17,4) | (26,7) | (26,7) | |||||
variazione interessenza partecipativa | (8,6) | 1,2 | (7,4) | (3,2) | (10,6) | ||||
altri movimenti | 0,2 | 0,1 | 0,3 | (0,1) | 0,2 | ||||
Ripartizione dell’utile: | |||||||||
dividendi distribuiti | (174,7) | (174,7) | (19,1) | (193,8) | |||||
destinazione a riserve | 158,8 | (158,8) | ‐ | ‐ | |||||
Saldo al 31-dic-22 | 1.450,3 | 1.485,8 | 256,6 | (31,8) | (17,7) | 255,2 | 3.398,4 | 246,3 | 3.644,7 |
note | 31-dic-22 | 31-dic-21 | ||
---|---|---|---|---|
A | Disponibilità liquide | 18 | 1.942,4 | 885,6 |
B | Mezzi equivalenti a disponibilità liquide | 18 | ‐ | ‐ |
C | Altre attività finanziarie correnti | 18 | 77,7 | 29,3 |
D | Liquidità (A+B+C) | 2.020,1 | 914,9 | |
E | Debito finanziario corrente | 19 | (563,0) | (443,6) |
F | Parte corrente del debito finanziario non corrente | 19, 22 | (108,4) | (99,5) |
G | Indebitamento finanziario corrente (E+F) | (671,4) | (543,1) | |
H | Indebitamento finanziario corrente netto (G+D) | 1.348,7 | 371,8 | |
I | Debito finanziario non corrente | 19, 22, 29 | (2.553,0) | (1.073,8) |
J | Strumenti di debito | 19 | (3.197,3) | (2.702,0) |
K | Debiti commerciali e altri debiti non correnti | ‐ | ‐ | |
L | Indebitamento finanziario non corrente (I+J+K) | (5.750,3) | (3.775,8) | |
M | Totale indebitamento finanziario (H+L) Orientamenti Esma 32 – 382 – 1138 | (4.401,6) | (3.404,0) | |
Crediti finanziari non correnti | 18 | 151,8 | 142,7 | |
Indebitamento finanziario netto | (4.249,8) | (3.261,3) |
Il 2022 è il primo anno del Piano Industriale al 2026 e i suoi risultati outperformanti segnano un positivo ritmo di crescita nello sviluppo strategico del Gruppo.
In un contesto macroeconomico incerto, Hera ha trasformato le sfide esogene in opportunità ed ha elaborato il nuovo Piano Industriale in continuità con il percorso già intrapreso e con progettualità concrete sulla transizione energetica, sull’economia circolare e sull’innovazione.
La strategia del Gruppo Hera al 2026 è stata elaborata per rispondere alle sfide più rilevanti del settore, con progettualità d’eccellenza su tutti i territori in cui operiamo. Il nuovo Piano conferma appieno le politiche economico-finanziarie e il rinnovato impegno per lo sviluppo e la crescita, con azioni focalizzate sulla circular economy, la transizione energetica, la tutela ambientale, l'evoluzione tecnologica e la coesione sociale. Lo schema di riferimento del nuovo Piano industriale si compone di tre dimensioni strategiche: ambientale, socioeconomica e innovazione, avendo lo sviluppo e la crescita come obiettivo trasversale a tutte le dimensioni.
Queste tre dimensioni strategiche sono strettamente correlate tra loro perché concorrono ad affrontare le sfide ambientali e sostenibili del nostro tempo. In sintesi, rappresentano un insieme di principi e pratiche che mirano a promuovere uno sviluppo sostenibile e a creare un futuro migliore per le generazioni presenti e future.
Per contribuire agli obiettivi di neutralità carbonica, il Piano definisce un percorso di iniziative al 2026 che ci permetteranno di rispettare la tabella di marcia al 2030, ovvero la riduzione del 37% delle emissioni sia del Gruppo sia della nostra filiera (metodo SBTi). La progettualità inserita a Piano prevede anche lo sviluppo del teleriscaldamento, l’aumento della produzione di gas rinnovabili e il potenziamento della rete elettrica, necessaria per sostenere l’elettrificazione dei consumi.
In questo senso si inseriranno l’installazione di impianti fotovoltaici nei siti di proprietà della società e dei clienti domestici e industriali, e la produzione di biometano e idrogeno, con lo sviluppo di progetti unici sul panorama nazionale, come l’impianto power to gas abbinato al ciclo idrico integrato.
Contribuiranno alla transizione ecologica anche le iniziative di efficienza energetica riservate ai clienti industriali, ai condomini e alla pubblica amministrazione nonché le diverse soluzioni già in campo che permetteranno al nostro Gruppo di ridurre i consumi di energia del 10% rispetto al 2013.
Per continuare ad essere un riferimento nella promozione e adozione di soluzioni di economia circolare, il Piano prevede la riduzione del consumo di risorse naturali di ogni genere (acqua, materia, energia) e il recupero di materia, applicate alle nostre attività e ai territori serviti.
Il piano prevede il raddoppio della quantità di plastica riciclata al 2026, anche grazie allo sviluppo di innovativi impianti per il riciclo delle plastiche rigide e delle fibre di carbonio, che saranno in parte finanziati attraverso le risorse del PNRR.
Facendo leva sul più ampio e diversificato parco impiantistico del Paese, rafforzato ulteriormente dalle recenti acquisizioni, saranno potenziati i servizi offerti alle imprese da parte di Herambiente Servizi Industriali, con l’intento di rendere sempre più circolari e sostenibili i processi produttivi, incrementando il recupero di materia e il corretto smaltimento dei rifiuti.
L’avvio di sistemi di raccolta smart e nuovi sistemi tecnologici per la misurazione puntuale dei conferimenti, contribuiranno inoltre a traguardare un tasso di riciclo degli imballaggi del 73% già al 2026 (con largo anticipo rispetto ai target europei) e raggiungere un valore di raccolta differenziata pari al 77%.
La strategia di Gruppo utilizza la digitalizzazione e l’innovazione come leva per perseguire gli obiettivi economici, ambientali e sociali. Le nostre infrastrutture di reti e di impianti sfrutteranno le opportunità della telegestione, del telecontrollo e dell’automazione per garantire al territorio una maggiore resilienza ai sempre più frequenti fenomeni climatici, con possibilità di intervento puntuale e immediato, per contribuire alla mitigazione dei rischi nei servizi erogati con conseguente riduzione di dispersioni ed emissioni ambientali.
L’innovazione consentirà anche di far evolvere il rapporto con i nostri clienti offrendo nuovi standard di qualità e soddisfazione, aumentando la loro fidelizzazione grazie a offerte personalizzate che faranno leva sui dati raccolti dai contatori di seconda generazione e grazie all’introduzione di soluzioni di intelligenza artificiale a supporto dei vari applicativi aziendali utilizzati nelle relazioni B2c.
Il Piano al 2026 prevede investimenti complessivi per oltre 4,1 miliardi di euro, in media circa 825 milioni all’anno, ovvero un incremento di circa il 60% rispetto alla media dell’ultimo quinquennio.
L’allocazione combina azioni per aumentare la resilienza del sistema (circa 2,13 miliardi) con le opportunità di sviluppo organico (circa 1,49 miliardi), le nuove progettualità legate al PNRR (circa 130 milioni) e le operazioni di M&A (circa 370 milioni).
Gli investimenti saranno per il 60% a beneficio dei business regolati e per il restante 40% a favore dei business a libero mercato, in cui 40% sono destinati alla resilienza delle infrastrutture e il 98% sono previsti su progetti mirati a mitigare il cambiamento climatico e allineati alla tassonomia europea, senza tralasciare l’evoluzione delle tecnologie, trasversale su tutte le attività gestite, che vedrà circa 1,3 miliardi di investimenti, pari al 32% del capex plan complessivo.
Guardando il piano di investimenti per filiera, i 4,1 miliardi di euro saranno così allocati:
In termini di sostenibilità, circa il 70% del totale degli investimenti è allocato su progetti che creano valore non soltanto per gli azionisti ma generano valore condiviso per tutti gli stakeholders e supportano la crescita del Mol a valore condiviso, fino a portarlo al 62% del MOL di Gruppo al 2026. Questi investimenti a valore condiviso risponderanno agli obiettivi fissati dall’ Agenda Globale ONU al 2030, mentre per quanto riguarda la Tassonomia
europea circa il 98% dei capitali allocati nelle attività ammissibili sono allineati ai criteri tecnici definiti dal Regolamento Europeo.
Il Piano al 2026 definisce gli obiettivi specifici che il Gruppo si prefigge di raggiungere per creare valore economico e sociale in modo sostenibile e garantire il successo a lungo termine dell'azienda.
Il Piano industriale conferma e rafforza la crescita con un MOL complessivo di 1.470 milioni di euro al 2026, in aumento di 246 milioni rispetto al consuntivo 2021 e con una crescita media annua di circa 50 milioni, al netto di alcune discontinuità del periodo.
Il margine operativo lordo a “valore condiviso” al 2026 costituirà il 62% del totale del MOL di Gruppo, pari a circa 910 milioni, per arrivare al 70% nel 2030, seguendo un percorso che genera benefici concreti per i territori e le comunità servite, in parallelo con lo sviluppo dell’azienda.
Si imposterà, insieme agli stakeholder, un percorso di crescita del Gruppo e dell’ecosistema circostante che valorizzi appieno la prosperità della comunità e del territorio con un orizzonte di medio e lungo periodo.
I progetti previsti dal nuovo Piano al 2026 permetteranno di disegnare una traiettoria di crescita coerente con i target della transizione ecologica da traguardare al 2030. Infatti, tutti i target vengono misurati rispetto a indicatori industriali che sintetizzano le dimensioni della neutralità carbonica e dell’economia circolare in modo che per ciascuno sia possibile verificare come il target al 2026 sia coerente con la traiettoria necessaria per centrare gli obiettivi al 2030.
Gli obiettivi principali rispetto a queste due dimensioni sono:
|
|
A conferma poi della costante attenzione alla generazione di valore per gli azionisti, il Gruppo prevede di distribuire dividendi in continua crescita sia in arco Piano che nell’anno in corso. Infatti, in occasione dell’approvazione del Bilancio di esercizio 2022, il Consiglio di Amministrazione ha approvato un dividendo di 12,5 centesimi per azione, in crescita rispetto al 2021. Anche in arco Piano è previsto un aumento progressivo del dividendo, che raggiungerà i 15 centesimi per azione al 2026, un incremento del 25% rispetto all’ultimo pagato.
L’utile netto per azione crescerà mediamente di oltre il 3% all’anno.
Grazie al solido equilibrio patrimoniale, una gestione attenta del capitale circolante e all’adozione di pratiche di risk management, il Gruppo possiede una solidità finanziaria che consentirà di raggiungere gli obiettivi strategici prefissati e generare un cash flow operativo positivo, che cumulativamente nei cinque anni si attesterà a 4,5 miliardi di euro e che autofinanzierà la totalità degli investimenti.
I flussi di cassa operativi si prevedono infatti in crescita, a sostegno degli investimenti, dei dividendi e dell'espansione per M&A, preservando la solidità finanziaria con un Debt/Ebitda ratio a 2,8x al 2026, lasciando così lo spazio per altri progetti di investimento non inseriti a Piano.
Una sintesi delle performance di Hera per consentire agli interessati di investire in Hera con piena consapevolezza dei ritorni che la società si attende dal piano di investimenti e avendo chiara la politica definita nella distribuzione degli utili. I dati presentati sono relativi al Bilancio d'esercizio 2022 e forniscono una panoramica sui diversi business, sui fattori di crescita e sull’approccio sostenibile del Gruppo, mirato alla creazione di valore condiviso.
Il Gruppo Hera è una delle maggiori multiutility italiane e opera nei settori ambiente, energia e idrico, con più di 9.000 dipendenti, impegnati ogni giorno nel rispondere ai molteplici bisogni di circa 5 milioni di cittadini localizzati prevalentemente in Emilia-Romagna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Toscana e Abruzzo.
Quotata dal 2003, è tra le prime 40 società italiane per capitalizzazione e oltre a far parte dell’indice Ftse Mib dal 2019, dal 2020 è anche nel Dow Jones Sustainability Index, World e Europe.
La crescita ininterrotta che il Gruppo ha registrato in questi 20 di attività è riconducibile a diversi fattori:
Grazie a questo approccio applicato in modo coerente nel tempo, Hera ha conseguito grandi risultati anche negli scenari più sfidanti, creando valore a beneficio di tutti gli stakeholder. Infatti il MOL è sestuplicato, passando da 192 m€ a quasi 1,3 mld€, i lavoratori del Gruppo sono più che raddoppiati così come i cittadini serviti che da 2 milioni sono oggi più di 4,2 milioni.
Il Gruppo presenta pertanto delle ottime prospettive di ulteriore sviluppo, grazie alla sua capacità di accogliere le costanti sfide del mercato e di sfruttare i suoi forti vantaggi competitivi.
Il nostro BUSINESS MULTI-UTILITY
MOL 2022
(M€)
POSIZIONAMENTO DI MERCATO
Basso profilo di rischio
RETI
AMBIENTE
ENERGIA
Rating S&P’s and MOODY’s
Fattori di crescita
Crescita storica del MOL per driver
(M€)
Forte generazione di cassa
Flusso di cassa resiliente e crescita ininterrotta
(Net profit + Ammortamenti, Investimenti)
Debito/MOL
(x)
^Escludendo lo stoccaggio di gas
Creazione di valore
Creazione di valore
(ROI% vs WACC%)
Capex
Sviluppo delle infrastrutture
(M€)
Valutazione
Multipli di Mercato
(P/E, x)
MOL per dipendente
MOL per dipendente
(Ebitda per dipendente in k€)
Evoluzione dell'EPS e del capitale sociale
EPS
(c€)
Aumento del capitale sociale in seguito alle fusioni
(mln di azioni)
Debito/MOL
2002-2012: rinnovamento delle infrastrutture e significativi investimenti
(Debt/Ebitda)
2012-2022: estrazione di valore da una solida base
(Debt/Ebitda)
*Escludendo lo stoccaggio di gas
Consiglio di Amministrazione (n° di BdD members)
Dividendo garantito stabile/in crescita
Politica di dividendo
(c€)
(al 31/12/2022)
Dividendo per Azione
Dividendo per Azione
(c€)
Payout
Fin dalla sua costituzione, il Gruppo Hera si impegna a promuovere la sostenibilità attraverso la creazione di valore condiviso, adottando un modello di sviluppo economico circolare e giusto per garantire un futuro migliore per le generazioni presenti e future.
Per Hera la creazione di valore condiviso avviene tramite tutte quelle attività di business che generano margini operativi e che rispondono ai driver dell’agenda globale UN 2030, ossia quelle ‘‘call to action’’ al cambiamento per gli ambiti di competenza, indicate dalle politiche a livello mondiale, europeo, nazionale e locale.
L'approccio sostenibile del Gruppo Hera si distingue per diversi fattori, tra cui:
Il Gruppo aderisce a importanti programmi globali con forte impronta di sostenibilità e il titolo Hera è incluso in diversi indici ESG:
Profilo di sostenibilità
Principali indicatori di sostenibilità dell’esercizio 2022
Alcuni obiettivi raggiunti nel 2022
Download Center