Hera darà la caccia alle perdite idriche con i raggi cosmici
Intervista
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Intervista a Maurizia Brunetti, Responsabile del coordinamento Acquedotto di Hera SpA
Dopo i satelliti arrivano i raggi cosmici. Per dare la caccia alle perdite idriche nelle reti, Hera si affida ancora una volta a una tecnologia “spaziale”, già utilizzata nella sonda che gira attorno al pianeta rosso per rilevare l’acqua su Marte. Cosa sono i raggi cosmici ce lo spiega Maurizia Brunetti, Responsabile del Coordinamento Acquedotto di Hera Spa: “Si tratta di particelle non dannose, i neutroni, che provengono dallo spazio e alle quali anche il nostro Pianeta è continuamente esposto. E che hanno la peculiarità di interagire con l’idrogeno venendo rallentati nel loro moto. Dal momento che la molecola dell’acqua è composta per due atomi su tre da idrogeno, quando i neutroni entrano in contatto con l’acqua vengono trattenuti e in qualche modo inibiti rispetto al loro percorso libero. La rilevazione di queste anomalie nel comportamento dei neutroni ci indica una perdita idrica”.
Rispetto alle altre tecnologie utilizzate, quali sono i benefici maggiori che questa apporta alla ricerca delle perdite?
Sicuramente permette di controllare una quantità di rete considerevolmente maggiore rispetto ai sistemi tradizionali – conclude Maurizia Brunetti – proprio perché può viaggiare con qualunque mezzo mobile su cui venga montato. Considerando che in Emilia-Romagna abbiamo una rete idrica di 27 mila chilometri, se i risultati fossero effettivamente positivi ciò rappresenterebbe certamente un passo avanti rilevante.
Attualmente la stiamo sperimentando nel territorio bolognese su 200 chilometri di rete: serve ancora una fase di calibrazione ma nei prossimi mesi l’area di rilevazione sarà estesa a oltre mille chilometri.
L’individuazione delle perdite con questa tecnologia potrebbe permetterci di intervenire per ripararle con ancora maggiore tempestività e, di conseguenza, di recuperare quantitativi importanti di acqua, in un settore come quello dei servizi idrici sempre più soggetto alle conseguenze dei mutamenti climatici.